Luca Guadagnino segue troppi progetti?
Da tempo è noto per lavorare anche tredici ore al giorno
29 Ottobre 2024
Qualche giorno fa Deadline, una delle più importanti riviste di cinema statunitensi, ha rivelato che Luca Guadagnino dirigerà il nuovo adattamento di American Psycho, romanzo di Bret Easton Ellis da cui nel Duemila fu tratto il celebre film con Christian Bale. L’opera si aggiunge a una lunga serie di progetti – alcuni dei quali molto ambiziosi – a cui il regista palermitano ha dichiarato di stare già lavorando. Al momento, infatti, è impegnato nella campagna promozionale di Queer, il suo ultimo film, che arriverà in Italia il 13 febbraio. Ci sarebbero poi le fasi finali di un thriller con Julia Roberts, intitolato After the Hunt. Di recente, inoltre, si è conclusa a Venezia una mostra dedicata all’artigianato, Homo Faber, curata da lui, mentre la scorsa settimana è uscito il suo spot per la campagna pubblicitaria di Chanel N° 5, con Margot Robbie e Jacob Elordi. Ma non finisce qui: poco tempo fa Guadagnino ha fatto sapere di stare lavorando al suo secondo documentario su Bernardo Bertolucci, uno dei suoi registi preferiti, e ha detto che sta seguendo l’adattamento del romanzo I Buddenbrook di Thomas Mann. Secondo quanto riporta Variety, inoltre, il regista avrebbe anche cominciato a selezionare il cast di Camere separate, che riprende l’opera più famosa dello scrittore Pier Vittorio Tondelli, e per il momento sembra che il protagonista del film possa essere Josh O’Connor.
Se questo non bastasse, recentemente con lo studio di interior design fondato da lui ha ridisegnato gli interni di Palazzo Talìa, un hotel di lusso di Roma. Bisogna poi tenere conto che il regista dal 2020 al 2023 era stato anche impegnato con il remake del gangster-movie Scarface, abbandonando però la regia a riprese già iniziate per motivi finora mai chiariti. Ma l’abitudine di Guadagnino ad accumulare e seguire numerosi progetti non è una novità per gli addetti ai lavori e gli appassionati di cinema. «Nella vita non ho mai provato nessuna droga [...]. Ma è come se, alla nascita, fossi cascato dentro una montagna di cocaina alla Scarface, perché lavoro tredici ore al giorno senza sosta», aveva spiegato a Rolling Stone Italia nel 2020, definendosi un «un instancabile workaholic» – cioè una persona ossessionata dal lavoro. Più di recente il New York Times gli ha chiesto: «Come riesci a gestire tutto questo?». «Sono multitasking», ha semplicemente risposto lui. «Mentre facciamo questa intervista, il mio cervello sta già lavorando su qualcosa che dovrò fare o che mi piacerebbe fare».
Come si diventa Luca Guadagnino
Guadagnino, che ha 53 anni, fa il regista dal 1999, quando esordì al cinema con il thriller The Protagonists, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia. In Italia ottenne un certo successo nel 2005 grazie a Melissa P., film che però ebbe una produzione molto travagliata – «una fonte di profonda amarezza nonostante il grande successo di pubblico» disse Guadagnino. Quattro anni più tardi Io sono l’amore, con Tilda Swinton, dà inizio a quella che è diventata nota come la “trilogia del desiderio”. A questo film si aggiungono l’apprezzato A Bigger Splash, nel 2015, e Chiamami col tuo nome nel 2017 – che vinse l’Oscar per la miglior sceneggiatura non originale e di fatto lanciò Timothée Chalamet. L’anno seguente diresse Suspiria, remake del film di Dario Argento ben accolto dalla critica. We Are Who We Are (2020), invece, è stata la sua prima e finora unica miniserie, dove affronta nuovamente temi a lui molto cari, come la sessualità e le questioni di genere. Il topic dell’identità, in senso più ampio, è presente anche in Bones and All, film del 2022 che ha fatto conoscere al grande pubblico Taylor Russell.
Con Challengers, nel 2024, Guadagnino ha invece dato prova dello status raggiunto come regista, anche e soprattutto a Hollywood – il film, poi, ha contribuito a determinare l’ascesa del tenniscore. Grazie a queste pellicole, quasi tutte di successo, Guadagnino ha ottenuto sempre più rilevanza, ed è diventato uno dei registi italiani più apprezzati e conosciuti a livello internazionale – oltre a essere uno dei più attivi. Ma Guadagnino è anche un grande appassionato di cucina (oltre che di interior design e di moda): in una sua intervista alla domanda “Perché fai questo lavoro?” – come riporta lo chef Niko Romito su Rivista Studio – avrebbe risposto dicendo, in maniera forse un po’ sarcastica, che lo fa soprattutto per guadagnare bene e potersi così circondare di attrezzature per la cucina. Un’altra particolarità che non tutti sanno su Guadagnino è che, insieme al giornalista e produttore cinematografico Carlo Antonelli, da tempo scrive alcuni apprezzati necrologi sul Corriere della Sera, alcuni dei quali anche molto poetici – come quelli in occasione della morte di Silvio Berlusconi, Raffaella Carrà, del regista Jean-Luc Godard e della regina Elisabetta.