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L’ospitalità del cinema: l’intervista alla Global Film Director di Soho House

Jo Addy racconta il passato, presente e futuro del member’s club

L’ospitalità del cinema: l’intervista alla Global Film Director di Soho House Jo Addy racconta il passato, presente e futuro del member’s club

In un mondo in cui l’arte e l’ospitalità si intrecciano sempre di più, Soho House si è affermata come un epicentro globale per i creativi di ogni settore. Nel corso degli anni, il member’s club ha promosso collaborazioni tra moda, musica, cinema e arte, creando piattaforme uniche per talenti emergenti e affermati. Espandendosi su quattro continenti e diventando un punto di riferimento d’eccellenza nell’industria dell’ospitalità, Soho House ha lanciato progetti come Soho House Shorts e il recente “Awards Season Picks”, offrendo opportunità senza precedenti a membri e creativi di tutto il mondo. Jo Addy, Global Film Director, è stata una delle figure chiave che hanno reso possibile la trasformazione di Soho House in un incubatore culturale. Addy ha condiviso la sua storia all’interno di Soho House, dagli inizi a Londra fino all’attuale espansione globale, offrendo uno sguardo esclusivo dietro le quinte di una realtà in continua evoluzione.

Soho House ha avuto un impatto molto significativo sul mondo della creatività. Essendo tu stessa una creativa, come hai vissuto e interpretato l’universo di Soho nel tuo lavoro?

Quando ho iniziato a lavorare a Soho House London come membro del team eventi, lo spazio era principalmente rivolto ai professionisti dell’industria cinematografica e dell’intrattenimento. Quando mi sono trasferita a New York per aprire la nostra prima sede nordamericana, ho avviato il programma cinematografico, e questo cambiamento ha sicuramente segnato per me un passaggio a un ruolo più creativo. Nel corso degli anni, ci siamo espansi per abbracciare una gamma più ampia di creativi oltre ai media e all’intrattenimento. A Los Angeles, ad esempio, abbiamo sviluppato il “Fashion Cinema” (un palinesto d’eventi dedicati alla relazione tra l’industria della moda con quella cinematografica), collaborando con membri appassionati di moda per presentare film - da documentari come The September Issue con Anna Wintour a classici come Il diavolo veste Prada. Questi eventi riuniscono la comunità della moda per proiezioni, dibattiti e vivaci discussioni. Nel campo musicale, collaboriamo con Dom Chung per sviluppare una serie di documentari a Londra. Durante la stagione dei premi, diamo grande attenzione al contributo degli sceneggiatori, come quando lo scorso anno abbiamo ospitato l’autore di The Holdovers. Inizialmente, il nostro programma cinematografico era focalizzato sulle nuove uscite, ma abbiamo ampliato il nostro orizzonte per includere tutti i creativi di Soho House, con un’attenzione particolare ai costumisti, soprattutto a Los Angeles. Attualmente, stiamo organizzando una conferenza sulla moda e una proiezione cinematografica con Arianne Phillips, che ha lavorato su Joker 2 e sta attualmente collaborando a A Different Man, il prossimo film con Timothée Chalamet nei panni di Bob Dylan.

La cinematografia si intreccia sempre più con l’industria dell’ospitalità. Avendo esperienza in entrambi i mondi, come vedi svilupparsi questa relazione?

Dico spesso che lavoro nell’industria dell’intrattenimento, anche se faccio parte di un gruppo di ospitalità, perché i due settori si sono realmente fusi. Un progetto interessante a cui abbiamo partecipato è il concorso di cortometraggi con Campari. Sebbene Campari abbia prodotto corti in passato, la nostra collaborazione dell’ultimo anno è stata unica. I film che sono nati da questa collaborazione sono eccellenti, potreste notare sottili richiami al nostro marchio - come qualcuno che ordina un Negroni al bar di Soho House. l recente vincitore del Campari Shorts a Londra era stato precedentemente nella nostra shortlist. L’ho aiutato a ottenere un agente e, dopo un nostro recente evento a Londra, è stato contattato da tre case di produzione interessate ai suoi progetti futuri. Il suo film è già stato accettato in diversi festival, in linea con il nostro obiettivo di dare ampia visibilità a queste opere. Guardando al futuro, desidero espandere ulteriormente il progetto. Con Campari, abbiamo operato nel Regno Unito, in Europa e in Asia, e stiamo cercando un partner per il Nord America, dato che non siamo riusciti a far partire un’attivazione lì lo scorso anno. 

Hai fondato il progetto Soho House Shorts nel 2018. Riflettendo su questi ultimi sei anni, come percepisci la crescita di questo progetto e quali sono le tue aspirazioni per il futuro?

Il progetto è cresciuto notevolmente da quando lo abbiamo lanciato, inizialmente era aperto solo ai membri del Nord America,  poi si è espanso a livello globale. È stato affascinante osservare la sua evoluzione e vedere i film che sono stati prodotti attraverso il programma. I partecipanti che erano partiti da attori, produttori o scrittori ora sono diventati registi, cogliendo l’opportunità di creare cortometraggi senza rischi finanziari grazie ai nostri partner. Alcuni sono passati dai corti allo sviluppo di lungometraggi, un risultato notevole del nostro concorso è stato un partecipante di Londra che, pur non avendo raggiunto la shortlist, è riuscito a collaborare con il gruppo d’hotellerie Stardard, dove ha realizzato per loro un cortometraggio come contenuto brandizzato. Mentre Soho House cresce in mercati come l’Asia e l’India, mi piacerebbe rendere il programma più specifico per mercato, producendo film in lingue locali in Europa e America Latina, poiché finora tutti i nostri film sono stati in inglese.

Puoi raccontarci qualcosa di più sul tuo nuovo progetto “Awards Season Picks”? Ci puoi dare qualche anticipazione?

Durante la pandemia, quando tutte le nostre sedi erano chiuse, ho avviato “Awards Season Picks” ospitando una serie di proiezioni virtuali. Abbiamo intervistato registi e aggiunto sessioni di Q&A alla fine delle proiezioni. Poiché gli artisti stavano ancora promuovendo i loro lavori da casa, erano spesso pronti per le videochiamate, quindi siamo stati fortunati ad avere ospiti straordinari nel mio studio virtuale. Portiamo avanti questa serie da circa quattro anni. Con il ritorno agli eventi in presenza, abbiamo presentato numerosi membri di Soho House vincitori di Oscar. Proprio la scorsa settimana, a West Hollywood, abbiamo inaugurato l’ultima stagione con la proiezione di The Order, prodotto e interpretato da Jude Law, insieme a Nicholas Hoult e Jurnee Smollett, mentre lanciano la loro campagna per i BAFTA. Stiamo anche presentando film internazionali candidati agli Oscar. A Londra, abbiamo recentemente proiettato Lost Ladies, la candidatura dell’India, con la presenza del regista. Al Soho House Bangkok, nonostante non abbiamo una sala proiezioni, il regista della candidatura della Thailandia terrà una proiezione. A livello globale, stiamo presentando molti film e, poiché gran parte dei talenti si trova a Los Angeles, organizziamo spesso eventi lì. Tra gli appuntamenti imminenti, avremo Rachel Morrison con The Fire Inside, e il 5 settembre il regista e il cast di un altro film in corsa per i premi si uniranno a noi. Siamo anche in trattative con Sean Baker per il suo film Anora - che ho visto a Cannes e ho trovato eccezionale - siamo in una posizione privilegiata in cui gli studi cinematografici e i pubblicisti ci contattano per inserire i loro talenti nei nostri eventi. Sotto il marchio “Awards Season Picks”, molti dei film che presentiamo arrivano a ricevere nomination e vincere Oscar. Finora è stato un percorso di grande successo.

Chi pensi che vincerà il premio per il Miglior Film quest’anno?

Non posso dirtelo ancora perché è troppo presto (ride), ma ho già qualche candidato in mente.