
Perchè sono tutti ossessionati dal beanie di Arc’teryx?
È diventato introvabile però
06 Febbraio 2025
È piuttosto insolito che un cappello diventi un it-item, ed è ancora più insolito che un brand di outdoorwear venga abbinato con una mini Chanel. Eppure è successo. Timothée Chalamet, nei giorni prima della sua grande esibizione al Saturday Night Live, è stato avvistato per le strade di New York con un ensamble tutto rosa (firmato Telfar e Chanel) e il toque di Arc’teryx. Il beanie non è niente di speciale – all’occhio non addestrato – ma negli ultimi anni è diventato forse uno dei fashion item più ricercati. Ora (quasi) introvabile, sold-out sia online che nella maggior parte degli store, il toque ha raggiunto un livello di attraenza comparabile a qualsiasi it-bag o it-shoe della stagione. Così tanto che, su Vinted, digitando “Arc’teryx beanie” i risultati sono infiniti (e, casualmente, quasi tutti a prezzo inferiore rispetto a quello originale). Ma dunque, perché sono tutti ossessionati da questo cappello?
Nonostante il Arc'teryx abbia decenni di fama nel settore alle spalle, il primo a far esplodere il brand di outdoor canadese ai non appassionati di abbigliamento tecnico era stato Frank Ocean, che nel 2019 lo sfoggiò alla sfilata di Louis Vuitton durante la fashion week. Un evento quasi monumentale, che di fatto ha anticipato la tendenza gorp-core. Ed è stata proprio questa estetica, improntata alla funzionalità, a elevare Arc’teryx allo status di cult brand, con un’impennata di vendite al dettaglio. Vogue Business riporta che, nel 2024, il marchio ha registrato un incremento notevole: i ricavi Direct-to-Consumer (DTC) sono cresciuti del 40%, raggiungendo i 449 milioni di dollari, mentre il canale wholesale ha segnato un +2%, arrivando a 545 milioni di dollari. Non solo: lo scorso novembre Amer Sports, compagnia madre sia di Arc’teryx che di Salomon, ha annunciato una crescita del 17% e un ricavo di 1,35 miliardi di dollari. Fra tutti i brand del gruppo, proprio Arc’teryx è stato in prima linea a trainare questo sviluppo. Il beanie è diventato un essenziale simbolo di moda tra milioni di giovani uomini che affollano le grandi città, interpretandolo come un indicatore di status. Al punto che, sui social media, vanta ormai un culto tale da essersi trasformato in un meme a sé stante: pagine come @nolitadirtbag (136K follower) e @patheticfashion (153K follower) pubblicano regolarmente contenuti ironici sul tipo di persona che indosserebbe questo cappello. Ciononostante, secondo il Chief Creative Officer del brand, tutto ciò è stato inaspettato: «Non siamo un brand costruito sulle tendenze. Produciamo lo stesso tipo di prodotto tecnico da 35 anni. Ma è interessante vedere come stiamo trascendendo oltre la montagna».
E proprio questa transizione potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio. Nell’era dei social media, dove i cicli delle tendenze si avvicendano velocemente, diventare troppo popolari può creare un contraccolpo. Ciò che prima era considerato cool, se adottato da troppe persone, rischia di trasformarsi in simbolo di qualcosa di finto. Non solo a livello ideologico, ma anche pratico: stando a quanto riferito da un insider del brand, circa il 90% dei beanie in circolazione sarebbero dupe, poiché la produzione di Arc'teryx non riesce a soddisfare la domanda. Il dibattito resta aperto: Timothee Chalamet, con il suo outfit interamente rosa e il beanie in testa, potrebbe aver sancito la fine della coolness del brand in quanto rigorosamente gorpcore o, al contrario, contribuito a far evolvere ulteriormente l'estetica? «Lo stile della foto di Frank Ocean rispetto a quella di Timothée è molto diverso», ha dichiarato Mark Boutilier al New York Times, evidenziando una netta transizione dall’estetica puramente tecnica del cantante a una rilettura più vicina allo spirito Y2K di Chalamet. Questa svolta estetica è, tuttavia, solo la punta dell’iceberg. Nonostante il crescente appeal urbano, Arc’teryx non nasce per il fashion insider e non ha alcuna intenzione di modificare le proprie radici. Stuart Haselden, CEO del brand, ha dichiarato a Vogue Business di essere convinto che Arc’teryx possa continuare a conquistare i consumatori senza inseguirli apertamente, perché è proprio l’autenticità del legame con la montagna e il mondo dell’outdoor a renderlo così desiderabile anche per chi non lo utilizza davvero per le sue funzioni tecniche. Insomma, il toque di Arc’teryx è l’emblema di come il workwear stia diventanto il nuovo streetwear e di come anche nei guardaroba delle più grandi star del momento, non manca un beanie da 45 euro.