Nei musei c'è sempre più moda
Da New York all'Arabia Saudita, la curatela museale ha trovato un nuovo mondo da esplorare
05 Dicembre 2024
Lo scorso 21 Novembre, al Saudi National Museum di Riyad, è stata inaugurata la mostra Christian Dior, Designer of Dreams, un viaggio nella storia creativa della maison francese. Dopo il successo ottenuto al Brooklyn Museum di New York e al Victoria & Albert Museum di Londra, l’esposizione raggiunge l’Arabia Saudita, instaurando un dialogo con la cultura del Paese ospitante che ispirato la curatrice Florence Müller e la scenografa Nathalie Crinière per l'ideazione di alcune stanze. Tra queste, una sala si ispira alla città di Al-'Ula, con abiti che richiamano il colore del sole e del deserto, mentre un’altra omaggia la natura della capitale, Riyad – il cui nome in arabo significa “I Giardini” – attraverso scenografie personalizzate. Negli ultimi anni, le mostre dedicate al mondo della moda hanno documentato una crescita significativa. Gli spazi museali, tradizionalmente destinati a espressioni di natura storica o artistica, stanno sempre di più accogliendo una disciplina che, fino a poco tempo fa, trovava spazio esclusivamente nelle vetrine dei negozi o sulle passerelle di eventi elitari.
Following its success in Paris, @Dior presents the ‘Christian Dior: Designer of Dreams’ exhibition at the Saudi National Museum in Riyadh.
— LVMH (@LVMH) November 28, 2024
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Olivier Flaviano, durante il suo incarico come direttore presso il Museo di Yves Saint Laurent a Parigi, e oggi alla guida de La Galerie di Dior, il museo permanente della maison parigina, ha osservato che «la moda è sempre più esposta al pubblico e penso che, in un certo senso, la moda stessa stia diventando un'arte. Grazie a queste grandi mostre, si sta contribuendo a trasformare lo status della moda.» Questo crescente intreccio con gli ambienti espositivi rivela infatti l’intento del mondo del fashion di democratizzarsi, rendendo l'ambiente accessibile a un pubblico più ampio e tradizionalmente escluso. L’inserimento della moda negli spazi culturali e la sua conseguente accessibilità sembra però rappresentare anche un'evoluzione naturale del ruolo che il mondo glam ha assunto nel tempo. Lontana dall’essere semplicemente funzionale o simbolo di prestigio e status, la moda si trasforma oggi in uno specchio di cambiamenti sociali, affermandosi come un fenomeno culturale di grande rilevanza. La mostra Real Clothes, Real Lives, inaugurata al New York Historical Society lo scorso settembre, ne è un esempio. Con oltre duecento anni di storia raccontati attraverso gli abiti indossati dalle donne, l’esibizione dimostra come un capo d’abbigliamento possa riflettere le abitudini e le visioni di epoche precise. «Ogni filo e pezzo di tessuto esposto in questa mostra offre indizi significativi sulle donne che indossavano questi capi,» spiega Anna Danziger Halperin, direttore associato del New York Historical Society. La lunghezza di una gonna diventa così simbolo di un determinato periodo storico, mentre la silhouette di una giacca rivela informazioni sullo status sociale dell’indossatore.
Anche sul piano creativo, la moda si avvicina sempre più a una disciplina artistica, con le collezioni che diventano il frutto di un processo narrativo e d'espressione della capacità di storytelling di un designer. Ad esempio Gabrielle Chanel. Fashion Manifesto, dedicata alla designer francese e in mostra al V&A Museum di Londra e successivamente al Power Station of Art di Shanghai fino allo scorso 24 Novembre, ripercorre l’evoluzione della maison parigina evidenziando come l’archivio creativo storico continui a influenzare il design contemporaneo. Riflettendo sulla coerenza narrativa della maison Chanel, il presidente del brand Bruno Pavlovsky osserva, «Credo che, nel mondo di oggi, sia molto importante affrontare lo stesso argomento da prospettive diverse, raccontare la stessa storia in modi vari. Questa è anche la creatività che Chanel ha praticato costantemente per molto tempo.» Grazie agli spazi museali, la moda riesce infatti a valorizzare la propria dimensione concettuale, andando oltre i limiti della sartoria e del rapporto commerciale con il cliente e affermandosi come linguaggio universale.
@dovecotstudios Discover the colourful and playful textile prints of Andy Warhol, a previously unknown area of Warhol’s early career and what is thought to be the foundation of his iconic Pop art career! Andy Warhol: The Textiles | Until 18 May 2024 | Monday to Saturday 10:00 - 17:00 Image credit: Andy Warhol Artworks 2024 The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts, Inc. / Licensed by DACS, London. Used with permission of Warhol Foundation. Image by Phil Wilkinson. #AndyWarhol #AndyWarholTextiles #WarholTheTextiles #DovecotStudios #Warhol #WarholExhibition #TapestryStudio Hey Lover - The Daughters Of Eve
Nel 2024, le esibizioni museali dedicate alla moda sono state tante. Nel Regno Unito, oltre alla mostra dedicata a Coco Chanel, il V&A ha ospitato anche Diva, un’esibizione dedicata ai look firmati indossati dalle protagoniste del mondo dello spettacolo internazionale come Tina Turner, Cher, Rihanna, e Naomi In Fashion, un’esibizione che ripercorre la carriera della super modella Naomi Campbell attraverso alcune delle foto più iconiche, aperta fino al 6 Aprile 2025. Al Dovecot Studios di Edimburgo, invece, è approdata Andy Warhol: The Textiles, dedicata alla recente scoperta di una serie di abiti creati dall’artista americano all'inizio della sua carriera. Negli Stati Uniti, invece, quest’anno il Fashion Institute of Technology di New York (FIT) non ha mancato di proporre alcune esibizioni affascinanti come Statement Sleeves, per raccontare le maniche protagoniste , e Africa’s Fashion Diaspora, che narra invece la diaspora africana attraverso il costume. A New York ha ovviamente riscosso grande successo il MET’s Costume Institute con Women Dressing Women, una mostra dedicata alle designer donna del 20esimo e 21esimo secolo, e Sleeping Beauties: Reawakening Fashion, titolo dell'ultimo MET Gala.
@metmuseum Don’t hit snooze—today’s the day! Get a sneak peek of our new exhibition “Sleeping Beauties: Awakening Fashion,” which opens to the public this Friday, May 10 and will be celebrated tonight at The Met Gala. Which garment are you most excited to see in the exhibition? #MetGala #ReawakeningFashion #FashionTikTok original sound - The Met
È stato proprio il successo del MET Gala, con le sue grandi esibizioni, a fornire le giuste occasioni alla moda per rielaborare la propria offerta artistica. Da un lato, gli spazi museali hanno creato nuove opportunità per rivolgersi ai VIC (i Very Important Clients, una fetta della clientela del lusso che, sebbene rappresenti una percentuale minima della popolazione mondiale, copre una quota significativa delle vendite dei brand); dall’altro, la notorietà del MET Gala ha anche contribuito alla riscoperta degli archivi storici. Un atteggiamento di recupero del proprio patrimonio che rappresenta un richiamo alle intenzioni originali di una casa di moda e alla sua identità estetica, così come un invito a rivalutare la sua rilevanza nella fashion industry e nella cultura popolare. Le esibizioni vengono spesso accompagnate da coffee table books, ovvero oggetti da collezione che simboleggiano il valore concettuale dei capi e delle idee esposti dietro le teche di vetro. In questa nuova dimensione, indossare un abito è ormai solo una parte dell’esperienza, che forse non è nemmeno più essenziale. Piuttosto, è la capacità di testimoniare la propria partecipazione con l’acquisto di oggettistica negli shop museali o presenziando a esibizioni, conferenze, e altri eventi esclusivi, a diventare la vera prova della propria appartenenza nel mondo della moda.