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Moncler sta per comprare Burberry?

La notizia della potenziale acquisizione ha fatto volare in borsa i titoli del brand inglese

Moncler sta per comprare Burberry? La notizia della potenziale acquisizione ha fatto volare in borsa i titoli del brand inglese

Ieri, le azioni di Burberry sono balzate del 7% dopo la diffusione di un gossip secondo cui Moncler sarebbe interessato all’acquisizione del brand. Secondo quanto riportato da Miss Tweed, le cui predizioni di solito risultano abbastanza accurate, Moncler starebbe considerando di aggiungere Burberry al proprio portfolio approfittando della sua difficile posizione finanziaria, dopo il tentativo di far svoltare il brand con la nuova direzione creativa di Daniel Lee. La notizia in realtà non sorprende, considerato che l’espansione è uno degli obiettivi di Moncler e che un eventuale accordo potrebbe essere favorito anche da LVMH, che da poco ha acquisito una partecipazione rilevante in Moncler tramite Double R, il fondo di investimento che detiene quote nel brand di Remo Ruffini. A ogni buon conto, Moncler ha dichiarato di non voler commentare speculazioni. Ma la prospettiva di un’acquisizione ha generato un’ondata di entusiasmo tra gli investitori: le azioni di Burberry sono salite fino a 872 pence, rispetto alla chiusura precedente di 812 pence – una rapida crescita che mostra come i mercati considerino Burberry dotato di potenziale e dunque appetibile per eventuali nuovi proprietari in un momento in cui il valore delle sue azioni è sceso del 40% nell'ultimo anno. Moncler per adesso comunica che «non commenta speculazioni prive di fondamento». 

Quel che è certo è che il futuro di Burberry potrebbe essere segnato se dovesse entrare a far parte di uno dei principali gruppi di lusso del mondo. Il brand ha emesso due avvisi di profitto quest'anno – una situazione finanziaria dissestata che ha spinto il board del brand a congedare l’ex-CEO Jonathan Akeroyd con effetto immediato a luglio. A pesare sulle performance di Burberry è stato in particolare il rallentamento economico in Cina, dove i consumatori sono diventati più cauti e selettivi negli acquisti di lusso – ma il problema deriva anche dal deludente atterraggio della nuova direzione creativa di Daniel Lee e da un aumento spropositato dei prezzi che ha portato il brand lontano da quella fascia di consumatori middle-market che ne alimentavano le vendite a forza di sciarpe, camicie, polo e trench. Questo è poi il motivo per cui le nuove campagne del brand, senza dubbio influenzate dalla presenza del nuovo CEO Joshua Schulman, si concentrano su un’estetica più tradizionale per Burberry, vicina a quella di Jonathan Bailey dei tempi d’oro di Burberry Prorsum. In generale, la crisi del lusso sta penalizzando numerosi brand che, nel caso in cui siano quotati in borsa e ancora più o meno indipendenti, sono sempre più vulnerabili a possibili acquisizioni da parte di aziende più solide finanziariamente.