«Realizzo capi che raccontano una storia di produzione», intervista a Sarah Brunnhuber di Stem
Il brand danese che mette in discussione la manifattura contemporanea
04 Novembre 2024
«Non riesco ancora a credere che sia successo», dice Sarah Brunnhuber, fondatrice e direttrice creativa del brand danese Stem. Pochi giorni fa, la designer ha vinto il premio WESSEL & VETT, il più grande riconoscimento di fashion design del Paese. Nel giro di pochi anni il brand ha compiuto enormi passi avanti nella creazione di tecniche di tessitura zero-waste, un tema molto caro a Brunnhuber che adesso, grazie ai supporti finanziari forniti dal premio, riuscirà a espandere ulteriormente la sua attività. Guidate dalla filosofia «form follows technique», le creazioni di Stem sono caratterizzate da grosse frange e grinze formate dalla produzione senza sprechi ideata da Brunnhuber durante i suoi anni formativi. La profonda conoscenza della designer in fatto di tessitura sostenibile traspare in ogni progetto del brand, basato su un principio di responsabilità ambientale. Cucendo gli abiti direttamente sul telaio, spiega la designer, è possibile minimizzare gli scarti e dare vita a design unici, capaci di comunicare la loro storia al semplice tatto. Adesso, con il supporto finanziario del premio WESSEL & VETT, la designer potrà dedicarsi maggiormente al lancio di un mulino di tessitura Stem in Danimarca, un progetto che amplierebbe le produzioni sostenibili del brand rendendole anche kilometro zero.
Brunnhuber non si vuole limitare alla creazione di abiti sostenibili che portino il nome di Stem: lo scopo principale del brand è offrire soluzioni alternative per tutti i marchi che ambiscono a un sistema produttivo più sostenibile. Avendo sempre riscontrato problemi con i centri di manifattura che chiedevano quantità minime, prima di pensare alla creazione di un mulino di tessitura tutto suo la designer londinese ha lanciato un programma di vendita basato su preordini. Il modello di produzione e di business di Stem ha già attirato l’attenzione di alcuni brand affermati in cerca di collaborazioni come Ganni. «Ho sempre voluto che Stem fosse un brand collaborativo, mi ha sempre emozionato pensare di applicare le mie tecniche ad altri marchi e altre estetiche - e aggiunge - Credo sia importante che ogni Paese prenda sul serio i propri rifiuti tessili. L’industria deve produrre il 75% in meno per raggiungere i nostri obiettivi climatici, e sembra impossibile da realizzare con l'attuale sistema produttivo». Oltre ad essere ricchi di dettagli simpatici come le frange e le grinze colorate, i design di Stem si stanno rivelando un classico senza tempo della moda danese: come racconta Brunnhuber, quando gira per Copenhagen con i capi della collaborazione con Ganni viene fermata per strada dai passanti che vogliono farle i complimenti, anche a distanza di anni dall’uscita della collezione. «Ganni è stato un buon esempio di quanto la tecnica sia adatta a contesti commerciali, sono molto fiera di quei pezzi».
Un altro dei progetti più innovativi di Stem riguarda la lana elasticizzata, un materiale la cui composizione ha sempre richiesto l’inserimento di poliestere o altre fibre sintetiche. Nella “Elastic Wool Collection”, i capi sono composti in 100% lana elasticizzata grazie a un «super high twist», spiega Brunnhuber. «Quest’anno sono anche riuscita a industrializzare il filato, quindi sto sto sviluppando l’intera collezione». Con un notevole portfolio alle spalle e una nuova serie di iniziative in cantiere - dagli show in Fashion Week alle esposizioni immersive, in cui mostra i capi delle collezioni Stem affianco ai tessuti, passando ovviamente per le prossime collaborazioni - Stem è in continua espansione. E se per la moda tradizionale l’approccio "lento" dell’azienda potrebbe sembrare controproduttivo da un punto di vista commerciale e comunicativo, Brunnhuber racconta che la vera forza del brand sta proprio nel tempo che dedica a ciascun cliente. «La comunicazione del brand è basata sulla fiducia e sull’autenticità, e la community che sta nascendo attorno a Stem capisce quello che sto facendo e apprezza il mio lavoro - e aggiunge - Realizzo capi che raccontano una storia di produzione: si tratta di creare valore attorno al processo di creazione raccontandolo in maniera coinvolgente». Per un brand davvero sostenibile, aggiunge Brunnhuber, è assolutamente necessario mettere in dubbio le strutture che oggi compongono il sistema moda, anche quando sarebbe più semplice sottomettersi allo status quo. «Non compromettere i tuoi valori solo per adattarti, le cose devono cambiare».