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Marc Jacobs vuole lavorare da Chanel

Ma a quanto pare nessuno gli ha ancora risposto

Marc Jacobs vuole lavorare da Chanel Ma a quanto pare nessuno gli ha ancora risposto

«C’è solo un lavoro che voglio, e nessuno mi ha chiesto di svolgerlo», ha detto la scorsa settimana Marc Jacobs al WSJ riferendosi a Chanel. Soltanto una battuta forse, a cui però il designer ha fatto seguito dicendo di avere provato a contattare gli executive del brand attraverso Sofia Coppola, amica di Jacobs e frequente collaboratrice del brand francese, senza per altro ricevere risposta. Come il WSJ spiega, comunque, il brand è stato contattato ma non ha voluto rilasciare commenti – il che però è abbastanza per spingere i fashion insider di mezzo mondo a speculare e produrre teorie: e se Marc Jacobs operasse per Chanel la stessa magia che aveva operato, due decenni fa, per Louis Vuitton? Con la nuova scelta di direttore creativo, infatti, il vasto impero di Chanel aprirà una nuova strada nella propria storia. E considerato che il suo potere poggia per lo più su prodotti continuativi come le borse, profumi e beauty, la strategia che potrebbe decidere di perseguire potrebbe essere quella di tornare alle vibranti atmosfere pop dell’era di Karl Lagerfeld e riconnettersi con l’importantissima audience Gen Z seguendo più o meno la strada che, con la sua vulcanica crescita, Miu Miu ha tracciato negli ultimi anni. È molto indicativo, comunque, che Jacobs abbia fatto una dichiarazione così plateale quando normalmente le trattative riguardanti i direttori creativi sono trattate come segreti di stato.

Volendo prendere in considerazione l’ipotesi, comunque, la scelta non sarebbe del tutto sventata. Jacobs è tra i designer più conosciuti del mondo, è riuscito a lanciare una linea di borse che ha fatto le fiamme nel middle market anche a fronte di un segmento ready-to-wear più ristretto ma comunque non debole; ha creato un modello di Mary Jane di buon successo, rilanciato la sua linea beauty ma soprattutto si è espanso con un brand dedicato ai giovani, ovvero Heaven, e disegnato dalla brillante Ava Nirui, che è diventato un fenomeno a propria volta. E questo senza menzionare le campagne piene di celebrità e i suoi ultimi show, tutti divenuti abbastanza virali online, e apprezzati anche dalla critica. Non si può certo definire Jacobs un indipendente (dopotutto, fa parte di LVMH ammesso che il conglomerato non voglia venderlo) ma sicuramente il designer ha trovato in questi anni una maniera di restare rilevante senza seguire il playbook un po’ stanco di altri brand forse posizionati più in alto nella percezione del pubblico ma sempre più distanti dal pubblico pagante perché ormai rivoltisi a un ceto sociale troppo elevato. Si potrebbe arguire che il senso di eleganza classica di Jacobs, mescolato al proprio senso dell’umorismo, oltre che alla propria popolarità personale, possa essere un buon abbinamento per Chanel – sempre che non sia Simon Porte Jacquemus a reclamarne lo scettro.