Che brand vestirebbe Patrick Bateman oggi?
Luca Guadagnino, Jacob Elordi e il sogno di un serial killer in total look Bottega Veneta
25 Ottobre 2024
A più di trent’anni di distanza, la moda ha ancora un debole per Patrick Bateman. Nonostante tutte le serie televisive e i podcast sul true crime che sono uscite negli ultimi tempi, i designer non riescono a resistere al fascino del serial killer più famoso del cinema, forse l’unico, nella storia del genere, che è riuscito a raggiungere un grado di epicità tale da trascendere trend e cancel culture. Come lui, del resto, gli anni ’80 rappresentano ancora un’estetica a cui aspirare, un decennio fatto di completi sartoriali gessati e spessi occhiali da sole, di personaggi controversi ma comunque iconici. Sono anni che mancano anche a chi non li ha mai vissuti. Sarà proprio per questo che Luca Guadagnino, il regista più amato della Gen Z, avrà deciso di dirigere una nuova trasposizione di American Psycho? L’autore dei nuovi cult Call Me By Your Name, Bones and All e Challengers sarebbe giunto alle trattative finali per il nuovo progetto che, secondo ulteriori speculazioni, potrebbe coinvolgere anche il beneamato Jacob Elordi. Appena atterrata su X e TikTok, la notizia ha dato il via a un’ondata di discussioni e di chiacchiere non solo sul presunto protagonista, ma anche sul guardaroba che dovrà indossare. Per Queer e Challengers, Guadagnino si era affidato alla direzione creativa di Jonathan Anderson; chissà se questa volta sceglierà i completi di Bottega Veneta, di cui Elordi è peraltro ambassador.
Che la partecipazione di Elordi al remake di American Psycho sia confermata o meno, c’è da dire che Bottega Veneta sarebbe un candidato perfetto per i costumi del Patrick Bateman contemporaneo. Scherzi a parte - all’ultimo show della maison, gli ospiti sono stati fatti sedere su pouf in pelle a forma degli animali dell’Arca di Noè - il brand conserva da anni un’estetica anni ’80, con power suit e spessi cappotti tradizionali che sarebbero in grado di calarsi nella parte dello yuppie-psicopatico a pennello. Alla SS25, il direttore creativo Daniel Lee ha proposto blazer in lana e cotone grigio dalle spalle imbottite, gonne e pantaloni sartoriali, completi oversize rosso e arancio, cravatte in pelle, cinture da portare a vita alta e impermeabili morbidi. Anche per quanto riguarda le borse a mano, per il Patrick Bateman di Luca Guadagnino ci sarebbe l’imbarazzo della scelta: per le necessità di un investitore di Wall Street degli anni '80 si prestano le ventiquattrore nel famoso Intrecciato Bottega, le tracolle in pelle liscia nera, capienti zaini e funzionali sacchetti di plastica (che in realtà sono di pelle). Se alla casting call per il guardaroba del prossimo American Psycho il Bottega Veneta di Daniel Lee è il favorito principale, il secondo posto in lista appartiene sicuramente al Saint Laurent di Anthony Vaccarello. Alle ultime sfilate del brand il designer ha trasmesso lo stesso senso di erotismo ed eleganza che celebrava il fondatore della maison negli anni ‘80, con power suit che evidenziano il punto vita, gonne a matita, grandi cravatte e lunghi cappotti pesanti. Come nel caso di Lee, anche le palette scelte da Vaccarelllo si avvicinano molto ai colori preferiti dal protagonista di American Psycho, con blu, grigio e nero che fanno da padroni.
Mentre Bottega Veneta e Saint Laurent rappresentano due delle scelte migliori per il guardaroba di Bateman “da ufficio”, nelle ore più impegnate il serial killer potrebbe trovare ispirazione da brand più ironici, come LGN Louis-Gabriel Nouchi, che per la FW23 ha proprio tratto ispirazione dal film. Esplorando il tema della mascolinità tossica, il designer francese ha creato outfit estremamente conformi allo stile anni ’80 con l’aggiunta di piccoli twist: il primo look includeva un cappotto a doppiopetto, camicia, cravatta, capelli pettinati all’indietro e una grossa macchia di sangue sul volto, mentre altri full look in pelle trasparente guardavano alla giacca impermeabile indossata da Christian Bale nell’adattamento di Mary Harron. Prima di Nouchi, anche Raf Simons aveva preso spunto dall’armadio di Bateman per la SS18 di Calvin Klein, quando ha portato in passerella impermeabili macchiati di sangue e grafiche a forma di coltelli affilati neri riportate su completi e pantaloni. A differenza di Armani, Burberry, Zegna e Cerruti - che nel libro del 1991 e nel film del 2000 ci sono capitati quasi per caso - negli ultimi anni sono stati tantissimi i brand che hanno preso diretta ispirazione dall’icona Bateman, qualche volta per raccontare i paradossi che affliggono l’America, altre semplicemente perché il look dello psicopatico ideato da Bret Easton Ellis mantiene la stessa modernità a distanza di anni. Se le voci sul presunto prossimo film di Guadagnino sono vere, starà al regista italiano scegliere se attenersi all’immaginario del serial killer di Wall Street o se uscire fuori dalle righe. Certo, un assassino che porta coltelli e pistole in una sardine di Bottega sarebbe uno spettacolo.