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Il vero show è backstage

Cosa succede dietro le passerelle, dalla nuova campagna di Miu Miu al bacio tra Bella Hadid e Mica Arganaz

Il vero show è backstage  Cosa succede dietro le passerelle, dalla nuova campagna di Miu Miu al bacio tra Bella Hadid e Mica Arganaz

C’era un motivo se lo show di Victoria’s Secret agli inizi del 2000 mostrava anche le modelle in backstage, momenti prima che salissero in passerella per mostrare le proprie ali di fronte alle telecamere. Le immagini delle top in preparazione per uno degli istanti più alti della loro carriera sembravano più intime, più speciali rispetto a quelle che le ritraevano sorridendo a trentadue denti sotto ai riflettori. Le lacrime, la tensione, l’amicizia (e le antipatie) provate dalle modelle erano anche loro parte dello spettacolo. In fondo, della moda, quello che più ci affascina di una collezione è la storia che si nasconde dietro, ciò che viene raccontato attraverso gli abiti e le emozioni delle persone che vi hanno messo mano; per questo, nella fashion industry, non c’è nulla di più eccitante di entrare backstage prima di una sfilata. Lo stress è alle stelle, la gente corre continuamente da una parte all’altra in cerca di qualcosa o di qualcuno mentre stylist, truccatori e parrucchieri ronzano attorno alle modelle in un brulicare acceso: da tutto questo caos ne uscirà una sfilata composta e ordinata, come qualsiasi altra. Adesso che l’esclusività degli show è venuta meno, poiché i media contemporanei hanno reso facilmente fruibile qualsiasi contenuto legato alla Fashion Week, è diventato il backstage, lo spazio dove “avviene la magia”, il nuovo luogo a cui ambire. Dell'ultima Fashion Week non restano che immagini, come il ritratto di Bella Hadid momenti prima del suo ritorno in passerella alla Saint Laurent SS24, che colpiscono per la loro casualità; altre, come gli scatti che Michella Bredahl ha realizzato per Miu Miu dopo la sfilata, che lasciano il segno per la loro artisticità. Ci vuole storytelling - e un casting di modelle stellato. 

A meno che non si abbia la vista di un’aquila, oramai riuscire a notare ogni dettaglio di una nuova collezione mentre sfila è pressoché impossibile. I look corrono alla velocità di un motorino 50 Special; non solo sono tantissimi, ma in ognuno convive un ecosistema di articoli diversi, abbinati secondo un layering aggressivo che spesso confonde. Meglio ancora delle immagini di collezione scattate dai fotografi front row e pubblicate sui principali media online, i video backstage sono un ottimo strumento per osservare da vicino alcuni delle nuove uscite più interessanti. La prima volta che Matthieu Blazy ha portato in passerella interi look in pelle per Bottega Veneta, dalla maglieria alle cravatte, ci è voluto un po’ prima che il pubblico si accorgesse che il cotone delle t-shirt non era, effettivamente, cotone: i primi che l’hanno capito sono stati i pochi fortunati che sono riusciti ad affacciarsi nel backstage dopo la sfilata e a toccare con mano la famigerata collezione. 

@nssmagazine We asked models backstage at Diesel to show us their best model face, take a look! #MFW #TikTokFashion #FashionTikTok #milano #milan #milanfashionweek #milanofashionweek #ss25 #alexconsani #modelfacechallenge #modelface #diesel original sound - nss magazine

Un altro dei motivi che rende il backstage speciale sono le modelle - più che altro, la loro personalità. In passerella le vediamo sfrecciare a grandi falcate e uno sguardo serio, mentre a porte chiuse fanno emergere veramente il loro carattere. Come spiegò Carla Bruni in una famosa intervista proprio prima di una sfilata: «abbiamo sempre molto tempo libero per pensare perché non abbiamo responsabilità, non scegliamo il trucco, non ci occupiamo dei vestiti, non è colpa nostra se qualcosa non funziona, quindi abbiamo molto tempo per pensare alle cose [...] La cosa peggiore che mi può capitare è che mi rompa un tacco e cada». In questo senso, i video e le immagini che ritraggono le modelle divertirsi backstage sono fin dagli anni ’90 alcuni dei contenuti più apprezzati dal pubblico. Mentre trent’anni fa ci divertiva guardare Kate Moss e Christy Turlington che spettegolavano sotto i pennelli delle truccatrici nel documentario Catwalk(1995), e dieci anni fa osservavamo esterrefatti Adriana Lima in preparazione allo show di Victoria’s Secret, adesso impazziamo dietro all’ironia disinibita di Alex Consani. Non è un caso che le immagini che sono andate più virali dello show di Saint Laurent alla ultima Fashion Week siano state di Bella Hadid, in particolare della top model backstage mentre scambia un bacio con la collega Mica Arganaz o mentre scatta un selfie con Anok Yai. È lo stesso motivo per cui Chloé, a pochi giorni di distanza dalla sua sfilata, non condivide online fotografie patinate delle modelle che percorrono la navata ben composte, bensì scatti “candid” delle top che si divertono dopo lo show. Anche lo stato d’animo di una modella, in fondo, contribuisce al percepito di una maison. E i brand ormai lo sanno. 

Negli ultimi giorni, Miu Miu ha pubblicato online le immagini del backstage per la SS25. Firmate Michella Bredhal, ritraggono le modelle in preda alla noia mentre attendono il loro momento. C’è persino una fotografia che ricorda vagamente il famoso scatto del 1994 in cui Miuccia Prada è intenta a sistemare il vestito di Carla Bruni: mettendo a confronto le immagini, sembra proprio che Bredhal abbia preso spunto da lì per la nuova campagna, in cui appaiono allo stessa maniera moodboard, grandi specchi e una sottile luce gialla che filtra dalla finestra pervadendo la stanza di un’atmosfera nostalgica. La trovata è geniale sia dal punto di vista artistico che dal lato marketing, poiché riesce sia a rappresentare perfettamente il concetto base della collezione rappresentata (per la SS25, Miu Miu ha portato in passerella una dedica all’innocenza dell’età bambina) che a infondere i nuovi look di una desiderabilità tangibile - chi non vorrebbe schiacciare un pisolino su scomodi sedili da ufficio, vestita di tutto punto da Miuccia Prada stessa? Al mix si aggiunge poi la direzione fotografica di Bredhal, che si avvicina al mondo dell’heroin chic di Corinne Day abbastanza da farci pensare che la collezione sia vintage e che la campagna sia stata recuperata da qualche vecchio magazine anni ‘90. Un cocktail micidiale che invece di colmare la nostra sete di moda ci invoglia a saperne di più, a intrufolarci in uno show  solo per sbirciare backstage per scoprire se è vero, che le modelle si sdraiano per terra a fare un riposino nell’intervallo tra il trucco e il parrucco. Perché adesso che della moda sappiamo tutti i segreti, non ci resta che idealizzare l’ordinario.