La cultura dei «good objects» secondo NIKO JUNE
Intervista ai co-fondatori del colletivo scandinavo
30 Luglio 2024
Quest’estate nss edicola atterra a Copenaghen con un pop-up diverso dal solito. Dopo J’Adore Napoli, Ti Odio Milano Ti amo e Ibiza Mamma Mia, il progetto che prenderà il via nella capitale danese avrà luogo durante la Copenaghen Fashion Week, perciò non poteva che essere dedicato al mondo del design nordico. Dal 5 al 9 agosto, nss effettuerà un takeover degli spazi di Creator Hub in compagnia di NIKO JUNE, il collettivo artistico che nel corso degli ultimi anni ha dato forma alla nuova era del minimalismo scandinavo. La collaborazione è stata supportata dallo studio creativo ms, che ha aiutato il brand in attivazioni come la realizzazione e la produzione creativa del progetto presso il pop-up di nss edicola. Prima di prendere il nome di NIKO JUNE nel 2020, il collettivo era, per citare i co-fondatori, «un piccolo villaggio in cui ognuno di noi ha costruito piccole case, atelier per le nostre pratiche artistiche individuali». Con produzioni che spaziano dalla ceramica all'arredo, dalle stoviglie al decoro di interni, NIKO JUNE eleva gli oggetti d’uso quotidiano senza però mai privarli della loro funzione originale. Il manifesto del brand parla chiaro: la volontà di creare “good objects”, quelli che tieni per sempre e che riusi all’infinito - un dettaglio che rinforza il legame di NIKO JUNE con le sue radici nordiche oltre l'estetica Scandi per cui è diventato famoso. In fondo, per Copenaghen non c’è niente di più attraente del design sostenibile.
«Quasi tutti i nostri prodotti sono mono-materiali», affermano i co-fondatori per spiegare il ricercato livello di attenzione che il brand dedica alle produzioni sostenibili. «Dal punto di vista del design, per noi ha parecchi vantaggi, e poi sono più facili da riciclare». Sebbene i creativi di NIKO JUNE siano tutti particolarmente schierati per l’ambiente e per un approccio minimale al design, ognuno di loro è in grado di produrre oggetti e arredi dalla forma completamente inaspettata, a volte storta, altre “macchiata”, altre ancora del tutto astratta, un particolare che rende ogni oggetto unico, ricco di personalità e quindi di vita. Come afferma il collettivo, parte del merito va a Copenaghen, una città che influenza ma non omologa e che riesce a motivare anche il talento più conservatore a mettersi alla prova. «La Danimarca ha sempre avuto un forte heritage nel mondo del design. Copenaghen ha un certo mix di tradizione e modernità che fornisce terreno fertile ai designer per creare oggetti belli ma funzionali». In quest’ottica, durante i primi anni di vita NIKO JUNE apprezzava ampiamente l’uso del colore, adesso si è fatto più serio. «Il brand sta attraversando un periodo di grandi cambiamenti rispetto a quando facevamo tutto da soli», affermano i co-fondatori, aggiungendo che ora l'azienda produce in collaborazione con un gruppo di artigiani che hanno apportato una visione meno colorata, «ma non per questo meno simpatica», ai prodotti.
«È una questione di connessione e di sostegno reciproco, si tratta di crescere insieme e di creare legami attraverso diversi settori ed esperienze condivise. Creare un'atmosfera in cui le persone sentono di appartenere a qualcosa di più grande di un semplice brand»
Come il progetto nss edicola, uno dei valori su cui si basa NIKO JUNE è la condivisione. I creativi che hanno lanciato il collettivo nel 2020 hanno scelto di riunirsi sotto un unico nome per lo stesso motivo per cui hanno deciso di riunire i loro atelier sotto lo stesso tetto. «Lavorare insieme produce risultati migliori, in generale», affermano. La collaborazione con nss edicola in occasione della Copenaghen Fashion Week segue esattamente lo stesso ragionamento, in quanto la community continua a essere un valore chiave per NIKO JUNE. Nonostante i recenti cambiamenti che sta attraversando il collettivo, le novità che sta inglobando la città di Copenaghen, sempre più internazionale quando si tratta di moda e di design, l’obiettivo per NIKO JUNE rimane lo stesso. «La produzione è impulsiva e variabile», ci dicono. Ma si tratterà per sempre di «good objects».