In Italia hanno chiuso 17.000 negozi di moda in 4 anni
Una crisi che segnala l’impatto devastante della pandemia e la crescita dell'e-commerce
10 Maggio 2024
Secondo Federazione Moda Italia, in uno statement pubblicato da MF Fashion, associazione interna a Confcommercio che raggruppa i retailer di moda italiani, il panorama del settore non promette nulla di buono. Secondo l'analisi più recente della Federazione, l’industria italiana della moda al dettaglio ha subito un duro colpo. Un elevatissimo numero di 16.863 negozi di moda hanno chiuso i battenti negli ultimi quattro anni, una media di undici negozi al giorno, lasciando senza lavoro oltre 13.000 addetti. La situazione è aggravata non solo dalla pandemia ma anche da un aumento esponenziale dell’e-commerce. Giulio Felloni, presidente della federazione, sottolinea un deterioramento già in atto da un decennio, con circa 70.000 punti vendita chiusi e un bilancio negativo netto di -34.219 negozi.
L’economia del commercio nelle città italiane sta affrontando una crisi senza precedenti, con oltre 100mila negozi al dettaglio e 24mila attività di commercio ambulante chiusi tra il 2012 e il 2023. Questa drammatica perdita, equivalente a una impresa su cinque, ha lasciato…
— Crudelia De Mon (@Crudeli45198835) March 20, 2024
Sempre secondo le analisi, le vendite non mostrano segni di ripresa, con cali significativi durante i periodi di saldo e anche nei mesi successivi. Le statistiche parlano chiaro: -2,7% nel 2023 e decrementi costanti nei primi mesi del nuovo anno, che si aggirano intorno al -4,5% a gennaio, al -4,6% a febbraio e il -3,1% a marzo rispetto agli stessi mesi dell’anno prima. L'impatto di queste chiusure si riflette non solo nella perdita di posti di lavoro ma anche nell'impoverimento del tessuto commerciale urbano, dove i negozi vuoti spesso cedono il posto a catene monomarca o attività in franchising. Il settore si trova insomma di fronte a un problema strutturale di consumo, con una spesa media per famiglia inferiore a cento euro al mese per l’abbigliamento. Felloni indica come il boom della produzione globale di moda, aumentata del 200% dal 2000 a oggi non corrisponda a un aumento dei consumi di prodotti di qualità in Italia, noto produttore di tali beni.
@politicamente_scorretta Nonostante i toni da ripresa economica, di recente in molti hanno notato come le serracinesche in quel di Milano, siano sempre più spesso chiuse. Stiamo parlando dei negozi in centro, dove resistono solo le grosse catene, mentre non si trovano quasi più i piccoli, e storici, negozietti, un tempo tanto familiari. Tanto a che serve il ferramenta, no?C'è Leroy-Merlin! #milano #negozi #crisi #negozichiusi #economia #centri #italia #crisieconomica #cinesi #notizie #leroymerlin Call Me - Sped Up - plenka
Di fronte a questa crisi, il presidente della federazione chiede interventi governativi urgenti, simili a quelli adottati per altri settori come l'arredamento. Queste misure includono la riduzione dell'IVA su abbigliamento e accessori, incentivi fiscali per le locazioni, e una regolamentazione equa che ponga e-commerce e negozi fisici sullo stesso piano fiscale. La critica è diretta anche verso i giganti dell'e-commerce, spesso basati all'estero, che godono di una tassazione nettamente inferiore rispetto ai negozi presenti sul suolo nazionale, aggravando ulteriormente la disuguaglianza nel settore. La situazione attuale è critica, e le proposte di Felloni mirano a rivitalizzare un settore chiave dell'economia italiana, non solo per preservare i posti di lavoro ma anche per mantenere viva la tradizione del made in Italy nel mondo della moda.