TikTok sta rovinando la musica pop
Tra la scomparsa dei bridge e cantanti arrabbiati
14 Novembre 2022
Fin dalla sua esplosione nel periodo pandemico, TikTok si è trasformato in un’arma di promozione essenziale per l’industria musicale, attenta non solo ai talenti presenti sulla piattaforma ma anche alle sue dinamiche e ai suoi meccanismi. Charlie Puth e GAYLE sono solo due dei nomi che nell’ultimo periodo devono molto all’algoritmo dell’app cinese, capace a colpi di scroll di dare la celebrità tanto agli artisti quanto alle canzoni. Ma a che prezzo? Boy Jr., tiktoker con oltre 300mila follower, ha fatto notare come l’algoritmo dell’app abbia contribuito a far scomparire il bridge dalle canzoni, distruggendo la classica struttura dei brani pop fatta di due strofe e due ritornelli solitamente differenziati dalla presenza di un bridge, una sezione strutturale che non presenta analogie con quelle canoniche. Il cambiamento deriva principalmente dalla necessità di uniformare le canzoni in tutta la loro durata, rendendole quindi il più fedele possibile a quel breve estratto virale che vi può capitare di sentire mentre scrollate la vostra “For You Page” di TikTok.
@boyjr.69 Not a judgement just an observation #popsongs #songwriting #80smusic #videokilledtheradiostarstar #clonesquad #greenscreen original sound - Boy Jr.
Qualcosa di simile è successo con l’ultimo singolo di Carly Rae Jepsen, The Loneliest Time, il cui TikTok usato per promuovere la canzone - con 4 milioni di visualizzazioni un milione e mezzo di like - utilizza proprio il bridge del brano, contrariamente a quanto capita solitamente per altre canzoni. Come raccontato dal tiktoker Sinjun, la viralità del video ha creato una strana ondata di lamentele scaturite da chi ha giudicato il TikTok pubblicato dalla cantante “clickbait” perché il resto della canzone non suona come la parte diventata virale sulla piattaforma. La polemica, se così la vogliamo chiamare, è la diretta conseguenza del modo in cui TikTok promuove la musica, dando risalto al ritornello e creando così negli utenti la convinzione che quei secondi ascoltati sull’app debbano essere inevitabilmente il biglietto da visita della canzone in questione. Ma se la musica pop ha l’obbligo di adattarsi alla cultura corrente, in questo caso al modo in cui le canzoni vengono ascoltate, non sempre questo cambiamento ha un’accezione positiva.
this is ridiculous shdjsjjsj pic.twitter.com/eec0RNEUPz
— j a d a (@jadawadas) October 17, 2022
Ne sa qualcosa Steve Lacy, protagonista suo malgrado di un video diventato virale qualche settimana fa in cui, durante il live di Bad Habit, il pubblico presente non è riuscito a cantare oltre il ritornello, ormai virale su Tiktok, causando un imbarazzante silenzio in sala. Lo stesso è successo a Central Cee, il rapper inglese diventato famoso con Doja, ormai abituato al silenzio più totale in ogni suo live che segue la prima strofa della sua hit. Magari non si tratta sempre del ritornello, ma è innegabile che TikTok abbia cambiato il modo di ascoltare e vivere la musica per buona parte della Gen Z. Se in passato le hit si scoprivano in radio per poi passare a MySpace e in seguito alle compilation di Spotify e Apple Music, oggi sono i trenta secondi di un audio TikTok a determinare il successo e il fallimento di una canzone. Con tutti i rischi del caso.