
Ci sono troppi content creator che propongono ricette?
La crescita del settore sta portando a diverse storture, dentro e fuori i social network
25 Marzo 2025
Negli ultimi anni, diverse trasmissioni televisive hanno contribuito ad avvicinare sempre più persone alla cucina, con ricadute positive sul settore, mentre piattaforme come Instagram, TikTok e YouTube si sono riempite di video di ricette – a tal punto che forse oggi su Internet ci sono troppi content creator che provano a emergere in questa nicchia. Si capisce quanto l’ambito sia ormai sovraffolato guardando ad esempio come si stanno reinventando gli ultimi partecipanti di Masterchef. Solitamente i concorrenti che si sono fatti maggiormente notare durante la trasmissione accumulano molti follower, e una volta concluso il programma tendenzialmente diventano per l’appunto dei content creator – anche perché, essendo poco più che dei cuochi amatoriali, per molti è una scelta obbligata. Tuttavia, i social network sono già pieni di persone che propongono video-ricette – e che per lo più sono riuscite, nel tempo, a costruirsi un loro pubblico di affezionati. Per questo, i nuovi arrivati sempre più spesso sono in qualche modo costretti a puntare su altro, più che sulle ricette in sé. È il caso ad esempio di Eleonora Riso, la vincitrice della tredicesima edizione di Masterchef Italia, che ha impostato la sua comunicazione sui social network maggiormente sulla simpatia e sul personaggio che si è costruita nel tempo. Lo stesso ha fatto Niccolò Califano, che oltre a una serie di video ironici sulla cucina insieme a Riso, ha curato uno spettacolo comico sull'ossessione degli italiani per il cibo.
«Come posso raccontarvi il Franco fuori dal programma?» si è chiesto recentemente uno dei semifinalisti di MasterChef Italia 14. «Sicuramente non sarò uno di quei sexy chef che flirta con gli ingredienti; e un’altra cosa che non mi verrebbe da condividere sono quei “piatti gran gourmet” irreplicabili», ha detto Franco della Bella, precisando che nei suoi video si occuperà maggiormente di divulgare la cultura culinaria. Ha preso tutt’altra direzione Simone Grazioso, finalista dell’ultima edizione di Masterchef. Le sue video-ricette si distinguono per essere altamente scenografiche, con numerosi stacchi di montaggio, no-look sul taglio degli ingredienti e piccole acrobazie con i prodotti o gli utensili da cucina. Un approccio, questo, che richiama la prima ondata di clip a tema cucina apparse sui social network, e oggi considerate un po’ démodé. Claudio Ciraci, concorrente di Masterchef 14, sembra invece stia puntando più sull’autenticità, mostrando ad esempio anche gli errori che si possono commettere in cucina. Anche se ancora da perfezionare, le differenti strategie mettono in luce la necessità, per i singoli content creator appena entrati nell’ambito, di reinventarsi e proporre nuovi modi di presentare le ricette o in generale la cucina.
Il problema delle ricette sui social network
Non fidatevi delle ricette online
— mirosan_ (@miroosan_) July 19, 2023
Non fate il mio stesso errore
Non fate l’anguria grigliata con la salsa di soia pic.twitter.com/9Lr7qCUClM
Già dieci anni fa l’Atlantic, in un articolo divenuto celebre nel giornalismo gastronomico, criticava «il mito della cucina facile»: l’erronea convinzione secondo cui chiunque – anche senza particolari competenze e con poco tempo a disposizione – possa ambire a cucinare bene semplicemente seguendo una ricetta. L’autrice del pezzo denunciava la crescente presenza online di contenuti che sembrava lasciassero intendere un concetto di per sé errato, ovvero che cucinare bene fosse una cosa potenzialmente alla portata di tutti. A farci caso, non è proprio così, dato che spesso è necessario avere un minimo di pratica, conoscere gli ingredienti che si stanno lavorando e disporre della strumentazione adeguata. Tuttavia la tendenza di presentare le ricette come un qualcosa di rapido e semplice è continuata, tanto che sempre più spesso si vedono contenuti che includono anche ingredienti fuori dal comune – come se reperirli fosse un’operazione scontata. In questo contesto, molte ricette trascurano un aspetto fondamentale: il tempo necessario per pulire la cucina e gli utensili da utilizzare, alcuni dei quali tutt’altro che comuni. Un esempio emblematico di questa narrazione fu il programma televisivo di Benedetta Parodi, Cotto e mangiato, andato in onda a partire dal 2008. La conduttrice iniziò a imporsi, a conclusione delle singole puntate, il limite di dieci minuti per preparare una ricetta. Il risultato era quasi sempre una corsa contro il tempo. E anziché trasmettere il piacere di cucinare, finiva per generare ansia, dimostrando – per contrasto – che la velocità raramente si sposa con la qualità, e che l’idea della cucina “semplice e immediata” tipica dei social network è spesso lontana dalla realtà.