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Perché Masterchef piace a tutti?
In Italia il programma è seguito da oltre 2 milioni di spettatori
30 Gennaio 2025
Masterchef è una delle trasmissioni più longeve della storia recente della televisione italiana: il programma va in onda su Sky dal 2012, senza interruzioni, e oggi è seguito da oltre 2 milioni di spettatori – un numero notevole sia per gli standard televisivi italiani, sia per un'emittente a pagamento. Gli autori di Masterchef sono arrivati a questo risultato scegliendo di confezionare un prodotto pensato per chiunque, allontanandosi dalla piuttosto che per i soli appassionati di cucina. Non a caso, fin dalle prime puntate, a quasi tutti i concorrenti viene rapidamente attribuita una macchietta – cioè una caratterizzazione stereotipata e facilmente riconoscibile. Già la finale del 2026, ad esempio, vedeva in competizione Erica, rappresentante di una cucina più casalinga e provinciale, e Alida, che si era fatta conoscere per un approccio ai fornelli più “rischioso” e meno “sempliciotto” – parlando dell’ultimo piatto presentato dalla sua sfidante, ad esempio, aveva commentato: «Io non mi sarei mai sognata di portare un tortino al cioccolato con i frutti di bosco». La stessa dinamica si era vista due anni prima durante la finale tra Almo e Federico. Il primo aveva giudicato i menù del suo sfidante «un po’ troppo concettuali: molto pensati e poco “de panza”».
gli esami della sessione che smettono di esistere nel mio cervello il momento in cui mi siedo sul divano a guardare masterchef#MasterchefIt pic.twitter.com/48WI3BtPKi
— rà (@HhamMerss) January 23, 2025
Ma più che le singole sensibilità in cucina, il vero leitmotiv di Masterchef sono le storie dei concorrenti, e soprattutto le relazioni che instaurano fra loro. Anche per questo, il programma sfrutta molto i commenti dei singoli concorrenti – facendo emergere amicizie, cotte, rivalità e strategie. Non è un caso che la cucina sia quasi in secondo piano a Masterchef: il regolamento del programma prevede proprio che i concorrenti siano degli amatori. «Molti programmi omologhi, come TopChef, non hanno il vincolo del dilettantismo: se hai lavorato anche solo per qualche mese in una cucina, una maionese non la sbaglierai quasi mai. Il fascino di Masterchef, invece, sta proprio nel fatto che, in qualunque momento della gara, qualcuno potrebbe sbagliare la maionese», spiegava già nel 2016 lo chef e scrittore Tommaso Melilli, su Rivista Studio. «Il dilettantismo, oltre ai clamorosi errori e ai mappazzoni, porta con sé un’altra cosa: le storie. Perché se un concorrente è un cuoco amatoriale, vuol dire che fuori dalla cucina ha una vita. E, soprattutto, che vuole cambiarla».
Ideato dalla BBC, MasterChef è nato nel Regno Unito nel 1990. Il programma ha poi avuto diverse evoluzioni nel corso degli anni. La versione moderna della trasmissione, così come la conosciamo oggi, è stata rilanciata nel 2005, ancora una volta dalla BBC, con un format rivisitato che ha ispirato oltre 60 adattamenti internazionali, tra cui lo stesso MasterChef Italia – dove è arrivato nel 2012. Grazie alla crescente popolarità del programma, nelle ultime edizioni il numero di candidati è cresciuto molto. I partecipanti, inoltre, ormai sono consapevoli che si trovano in un talent show, e hanno imparato a “stare al gioco”. Ma anche l’approccio della giuria è cambiato nel tempo. Dopo anni di critiche rivolte alla trasmissione per l’eccessiva spettacolarizzazione, e l’atteggiamento volutamente irrispettoso nei confronti dei concorrenti, i giudici hanno adottato un approccio che tende a incutere meno timore. «La svolta narrativa ed esistenziale sta lentamente trasformando i giudici in life coach, tanto che ogni giudice ha ormai i suoi protégés, che sostiene, accompagna e accarezza», ha commentato Melilli.
E dopo Masterchef?
Solitamente i concorrenti di Masterchef che si sono fatti maggiormente notare accumulano molti follower sui social network, e una volta concluso il programma tendenzialmente diventano dei content creator. Tuttavia per molti questa rappresenta una scelta obbligata. «Dopo la fine della trasmissione non mi hanno mai chiamato», ha detto al Corriere della Sera Eleonora Riso, vincitrice della tredicesima edizione di Masterchef, parlando del fatto di non aver ricevuto proposte lavorative da importanti ristoranti. «Non ho certo pretese: lo so che la mia formazione non è a livello di quella dei professionisti, che ho vinto un programma di cucina amatoriale», ha aggiunto, e in un’intervista con Fanpage ha precisato: «Questo è un mestiere che va al di là dell'essere bravi in cucina, perché gestire o lavorare in un ristorante che funzioni settimanalmente è una cosa completamente diversa».