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Perché ci sono così tanti scioperi dell'ATM?

Il trasporto pubblico di Milano è sempre più in crisi

Perché ci sono così tanti scioperi dell'ATM? Il trasporto pubblico di Milano è sempre più in crisi

Nel corso del 2024, a Milano ci sono stati numerosi scioperi nel settore del trasporto pubblico, e i principali si sono verificati tra novembre e dicembre. Le agitazioni hanno interessato i servizi di metropolitana, autobus e tram di ATM, l’azienda municipale che gestisce il trasporto pubblico del capoluogo lombardo e di un’altra cinquantina di comuni limitrofi, servendo più di due milioni e mezzo di abitanti. Le motivazioni alla base degli scioperi sono varie e articolate. Le principali sono questioni di natura salariale, come il rinnovo dei contratti collettivi, problemi legati alla sicurezza dei lavoratori, o proteste contro i mancati interventi legislativi a tutela della categoria. Tutti elementi, questi, che contribuiscono ai crescenti disservizi di ATM. La sigla sindacale Filt Cgil – in occasione dello sciopero nazionale di venerdì 8 novembre, che ha coinvolto anche Milano – ha definito «drammatica» la situazione del settore. «Assenza di risorse adeguate e mancanza di politiche di programmazione producono un modello di mobilità sempre più incapace di intercettare le necessità della cittadinanza. La carenza ormai strutturale di personale operativo, che si traduce in tagli del servizio, comporta il peggioramento delle condizioni lavorative e un aumento esponenziale degli episodi di aggressione per i lavoratori e le lavoratrici front line». Anche nel paper Milano di cosa hai paura? di nss magazine,  il 30,8% degli intervistati ha indicato la necessità di un potenziamento dei mezzi pubblici per garantire maggiore sicurezza, specialmente nelle ore notturne.

Ma queste non sono le uniche motivazioni alla base delle sempre più frequenti agitazioni nel settore del trasporto pubblico, locale e non: ad esempio, lo sciopero nazionale indetto lo scorso 13 dicembre, che ancora una volta ha coinvolto Milano, tra le altre cose aveva l’obiettivo di contestare le spese militari del governo, la privatizzazione dei servizi pubblici e gli attacchi al diritto di protesta, così come la deindustrializzazione e la turistificazione dell’Italia. Il risultato per i cittadini, invece, in ogni caso è quasi sempre lo stesso: l’interruzione del servizio di trasporto, che provoca moltissimi disagi, sia per i pendolari che per chi vive in città. Non è un caso, poi, che gli scioperi siano quasi sempre di venerdì: da un lato è una prassi ormai consolidata in Italia, ma dall’altro se fossero indetti durante la settimana l’adesione con ogni probabilità sarebbe inferiore.

La normativa italiana in tema di scioperi nel settore del trasporto pubblico prevede la presenza di fasce di garanzia, ossia di orari in cui il servizio deve essere comunque assicurato, allo scopo di tutelare il diritto alla mobilità dei cittadini. Per il trasporto locale, le fasce di garanzia variano da città a città e le rispettive aziende pubblicano solitamente sui propri portali indicazioni specifiche per ogni singolo sciopero. A Milano per esempio le linee di ATM in occasione di proteste in genere subiscono interruzioni tra le 8:45 e le 15, e poi dalle 18 alla fine del servizio – vale a dire negli orari di maggiore affluenza. Tuttavia, la legislazione prevede che, per le vertenze relative al rinnovo dei contratti dei dipendenti, i sindacati possano indire scioperi che non prevedono fasce di garanzia. Le sigle sindacali più attive nell’organizzazione degli scioperi sono CGIL, CISL e UIL: circa un terzo delle proteste verificatesi nel 2024 è stato deciso da uno di questi sindacati.

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Intanto è già stato proclamato il primo sciopero del 2025: il 10 gennaio è il giorno scelto dal sindacato Faisa Confail per un’eventuale agitazione che coinvolgerà i dipendenti delle società del trasporto pubblico locale di tutta Italia. Anche se non è ancora confermato che la protesta venga effettivamente indetta, a Milano potrebbe essere a rischio i servizi di metropolitana, autobus e tram di Atm. Le motivazioni alla base della possibile agitazione derivano dai risultati insoddisfacenti dell'accordo sul rinnovo del contratto dei lavoratori del settore-trasporti. Nonostante le trattative con il governo, l'intesa raggiunta non ha soddisfatto molte sigle sindacali, che avevano chiesto miglioramenti sostanziali sia sotto il profilo economico che normativo. In particolare, i lavoratori e i sindacati contestano il fatto che l'accordo preliminare non prevede un adeguato aumento salariale, che risulti in linea con l'inflazione e il costo della vita, né affronta in modo soddisfacente le problematiche legate alla sicurezza sul lavoro, alla gestione degli orari e delle turnazioni, e alla carenza di personale. Per queste ragioni, i sindacati stanno valutando di continuare a proclamare scioperi o altre forme di agitazione a oltranza, per ottenere accordi che affrontino in modo più efficace le problematiche del settore.