"Kraven – Il cacciatore" poteva anche rimanere nella giungla
Forse è tempo che la Sony si faccia un mea culpa
12 Dicembre 2024
Che fine aveva fatto Kraven? Il film con Aaron Taylor-Johnson diretto da J. C. Chandor doveva essere inizialmente uno dei titoli di punta dell’autunno del 2023, con una data prevista per il mese di ottobre, fatto slittare a causa del blocco dello sciopero degli sceneggiatori e, ancor più, degli attori, che ne avrebbe impedito la promozione. Un rimpasto che, a seguito dello stop generale, ha riguardato l’intero calendario della Sony, che con le sue saghe non stava (e non sta) messa poi tanto bene. Dal secondo Ghostbusters - Minaccia glaciale all’universo del suo Spider-Man di cui si salva soltanto l’animazione (Into the Spider-Verse e Across the Spider-Verse), la casa-madre del cacciatore dell’attore britannico ha continuato a spostarne l’uscita prima al 30 agosto del 2024 e, infine, sotto il periodo natalizio. “Poca fiducia nel progetto?”, penseranno molti. “È un film adatto per le feste!”, rispose ai tempi la Sony. La verità sembra essere nascosta, seppur in bella vista, dietro ai continui fallimenti di un mondo che è andato sgretolandosi film dopo film e che con Kraven potrebbe essere giunto alla sua fine. Non a caso la parte più epica dell’opera è la completa assenza di una scena post-credit, evidente mancanza di fiducia in un progetto che non è destinato a continuare e di cui, mentre vediamo proiettato il cinecomic, percepiamo il canto del cigno. Come accadeva durante la visione di film come The Flash di Andy Muschietti e, ancor più, di Aquaman e il regno perduto di James Wan, sapendo della disfatta del DC Extended Universe e della sua riconversione e rinascita affidata a James Gunn, co-presidente, co-amministratore e direttore creativo col prossimo DC Universe.
Dopo il passaggio di Madame Web a febbraio 2024, per Kraven - Il cacciatore le cose si sono complicate ulteriormente. Con una percentuale dell’11% di “freschezza” per la critica su Rotten Tomatoes, al fianco dell’insufficienza del 55% da parte del pubblico per l’opera con Dakota Johnson, la Sony ha proclamato di voler aspettare il rilascio sotto Natale perché credeva nel potenziale della pellicola con Aaron Taylor-Johnson, ma aveva anche bisogno di rivederne la sceneggiatura per rendere più solida la storia. Un sonoro flop anche al botteghino per Madame Web, che ha fatto correre la produzione ai ripari, anche se ci si domanda quale siano state queste migliorie apportate al film di Chandor, e che disastro doveva essere prima di arrivare ora in sala. Giunto dopo Venom - The Last Dance, altro titolo bistrattato che non è stato bene accolto dal box-office statunitense ma si è rifatto nel resto del mondo, Kraven - Il cacciatore non ha un gusto, non ha un’estetica, non ha un racconto e non ha nemmeno una porta d’accesso con cui entrare in sintonia con i personaggi. Intanto bisogna chiedere ad Aaron Taylor-Johnson per quale motivo accettare di entrare a far parte del Sony’s Spider-Man Universe giocandosi per sempre la possibilità di interpretare il prossimo James Bond (la produttrice Barbara Broccoli è stata chiara su questo: qualsiasi nuovo attore dovrà essere “vergine” in termini di appartenenza ad una saga). E soprattutto per quale ragione scimmiottarlo invece di conquistarne il ruolo, dedicandosi in Kraven a scene di lotta alquanto fiacche - sebbene il film sia vietato ai minori di quattordici anni - ma soprattutto a una lunga sequenza di corsa che fa sembrare disperato il suo bisogno di dimostrare che sarebbe stato la scelta perfetta per il prossimo 007.
Sony’s Spider-Man villain spin-off universe is dead.
— DiscussingFilm (@DiscussingFilm) December 10, 2024
‘KRAVEN THE HUNTER’ will be the final film in the SUMC universe for now.
(Source: https://t.co/PUBJHfHNc8) pic.twitter.com/fqLifvzb8Y
Per il resto la pellicola ha una trama debole ed ai vari intrecci manca brio, originalità e, in particolar modo, coerenza. Non c’è raccordo tra cause e conseguenze, né tra l’instaurazione dei rapporti tra i personaggi, e arrivati al sesto film della saga Sony risulta tutto ormai troppo ingiustificabile. Che la soluzione sia fermarsi un attimo e ricalibrare? Fare come la Marvel che è stata calma un anno, presentando nel 2024 solo Deadpool & Wolverine e sperando di rilanciare il brand l’anno prossimo (con una partenza vacillante come il nuovo Captain America, ma pronta poi con i suoi Fantastici Quattro)? O ripensare all’intero cosmo Sony e trovare una figura che sappia navigarci in mezzo, come sembrerebbe star facendo Gunn con la DC (anche lui pronto al 2025 col suo nuovo Superman)? Attualmente, di progetti, quest’universo sembrerebbe averne in cantiere. Dalla serie su Spider-Man Noir che vedrebbe il ritorno (come voce) di Nicolas Cage ad una sequela di produzioni che vivono e muoiono nel giro di un battito di ciglia. Sarà quindi da vedere cosa sarà del futuro del Sony’s Spider-Man Universe. Magari Kraven - Il cacciatore sarà in grado di muoversi con agilità tra gli incassi delle feste di Natale, ma non sarà di certo solo il botteghino, in caso, a constatarne il valore.