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Perchè ci sono così tanti vecchi film che tornano al cinema?

Da Pulp Fiction a Una Poltrona per Due, i vecchi film fanno bene ai cinema (e agli incassi)

Perchè ci sono così tanti vecchi film che tornano al cinema? Da Pulp Fiction a Una Poltrona per Due, i vecchi film fanno bene ai cinema (e agli incassi)

Come ogni 24 dicembre la tv generalista è pronta ad offrirci la sera della vigilia di Natale Una poltrona per due, classico della tradizione festivaliera del 1983 con Eddie Murphy, Dan Aykroyd e Jamie Lee Curtis, oltre che esempio di come un’opera possa diventare un simbolo al di là del suo valore. Non che la commedia di John Landis non ne abbia, ma accendere il televisore e trovare un film che degli anni Ottanta racchiude tutta l’esplosività, ma anche le evidenti problematiche (inutile utilizzare semplicemente l’aggettivo “politicamente scorretto” per questo film) è un gesto che oltrepassa la pellicola stessa, rendendo la sua visione - cos' come le battute o i meme che le vorticano attorno - il senso stesso del suo ritorno ciclico e inesauribile. Quest’anno, in Italia, faremo un passo in più nel riportare sugli schermi il film ultra-quarantenne: la pellicola tornerà per per tre giorni - 9,10 e 11 dicembre - nelle sale in versione restaurata, spostando il focolare domestico nei cinema del Bel paese e andando a ri-confermare una pratica che sta diventando sempre più frequente e per di più prolifica per le casse del box-office. 

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Il ritorno dopo più di quarant’anni di Una poltrona per due segue infatti la strategia dei cinema di riportare sul grande schermo titoli del passato, così da permettere a chi non ne ha avuto mai l’opportunità di poterli (ri)scoprire al cinema, legando il loro ritrovo al sacro vincolo della sala. A volte il motivo è un anniversario da festeggiare, come accaduto con Pulp Fiction e il suo lungo compleanno durato per l’intero 2024, trent’anni dopo la vittoria della Palma d’oro, trasformato poi in pilastro della cultura cinematografica tanto cinefila quanto mainstream che gli spettatori hanno potuto guardare restaurato. Quest’ultimo dato è un’altra delle ragioni per cui spesso un’opera torna al cinema: la possibilità di poter vedere un lavoro di fino fatto su vecchie pellicole che acquistano così nuova vita dopo aver attraversato un percorso di restauro che può donare luce inedita e nitidezza alla bellezza delle immagini. 

Un modo, anche per chi si è occupato di una tale operazione, di mostrare il lavoro svolto e sperare in una successiva spesa da parte dei consumatori, che non possono perdersi il dvd, il blu-ray, lo steelbook o il cofanetto dell’ultima versione del loro film del cuore. Ma anche per permettere un continuo ricircolo di conoscenza della storia del cinema e dei titoli che, anno dopo anno, hanno contribuito a costruire immaginari e a forgiare la fantasia degli spettatori. C’è inoltre un aspetto che, dati alla mano, dimostra che riportare vecchie pellicole al cinema contribuisca in maniera non indifferente al box-office. Se da una parte c’è l’intenzione di dedicare delle retrospettive a temi o registi, attori o argomenti che concorrono anche a determinare l’identità delle sale cinematografiche e i loro cinema di riferimento (elemento essenziale per poter sopravvivere nel mercato dello streaming), dall’altra ci si è accorti che le proiezioni di cult portano al riempimento delle sale e, dunque, delle casse. Con oltre 107 mila euro di incasso e 11mila spettatori, Perfect Blue di Satoshi Kon del 1997 debutta al primo posto nel primo dei suoi tre giorni di programmazione nel 2024. Opera immensa d’animazione giapponese, colei che ha influenzato da Darren Aronofsky a David Lynch facendo il giro fino ad arrivare a Christopher Nolan. La pellicola su un’aspirante attrice e l’abuso subito dall’industria dello spettacolo ha chiuso le sue giornate sul grande schermo con 198mila euro e 27mila spettatori, al secondo posto dietro solo al neo uscito Challengers di Luca Guadagnino. 

Sorpresa anche per L’odio di Mathieu Kassovitz, che entra nel podio di maggio 2024 con la sua versione rimasterizzata in 4K e distribuita da Cat People, secondo posto al secondo giorno nelle oltre 205 sale italiane che l’hanno messo in programmazione, e dopo essere stato presentato “in anteprima” col suo regista al Cinema Troisi di Roma. Una collaborazione con Minerva Pictures che, soprattutto nell’ultimo tempo, sta spingendo sempre di più sui suoi restauri, a partire dalla presenza con quattro film nella rassegna del Cinema Ritrovato di Bologna di quest’anno, luogo preposto alla riscoperta e all’esaltazione dei classici. Da Guerra 1915-18 di Pietro Germi a La visita di Antonio Petrangeli, arrivando a Quattro notti di un sognatore di Robert Bresson e Sbatti il mostro in prima pagina di Marco Bellocchio, quest’ultimo di ritorno in sala anche extra-manifestazione dal 4 luglio 2024. Se andare a vedere in sala Donnie Darko, cult anni Novanta del 2001 di Richard Kelly, può sembrare una novità soprattutto nel suo director's cut (portando in sala 9.191 spettatori e incassando 70.658 euro), sorprende ancora quanto riesca a incassare Interstellar di Nolan, che nel 2024 viene riproposto come, almeno in Italia, accade si e no una volta all’anno. Stavolta la scusa è il suo decennale, che gli ha fatto raggiungere la prima posizione in tre giorni di programmazione, con 909.352 di box-office. Ottimi risultati anche le saghe, che è chiaro avere uno zoccolo duro di affezionati. Ma se non incuriosiscono i riscontri positivi della riproposta dei tre film de Il signore degli anelli e tutte le pellicole su Spider-Man, da Sam Raimi alla Marvel, di sicuro fa specie trovare nella classifica dei dieci incassi di luglio Harry Potter e il prigioniero di Azkaban (al sesto posto con 586.838 euro), scollegato da una riuscita integrale della saga e distribuito da Warner Bros. in occasione del suo ventesimo anniversario. 

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Il perché e il per come film di dieci, venti e più anni fa continuino ad attirare più pubblico sono poi da ritrovare ad personam. Spesso la presentazione dell’opera accompagnata dal proprio regista o attore fa la differenza ed è fonte di arricchimento per chi può ascoltare, a distanza di anni, cosa significa un determinato titolo nell’economia della carriera di un autore. Come con Mommy proiettato dalla Cineteca di Bologna al Cinema Modernissimo e presentato da Xavier Dolan, in una versione tra l’altro speciale in quanto in pellicola 35mm appena stampata dal laboratorio L’immagine Ritrovata su richiesta del regista canadese e a cui hanno contribuito Cinémathèque Suisse, Association Les Amis du Festival di Cannes e Fondazione Prada. O per omaggiare un regista, come con Claudio Caligari, a cui è stata intitolata una sala al cinema PostModernissimo di Perugia, con due proiezioni andate sold out del suo ultimo Non essere cattivo del 2015, presenziate dal cast composto, tra gli altri, da Alessandro Borghi, Luca Marinelli e Valerio Mastandrea. A volte, è solo la possibilità di poter vedere i propri film preferiti in una dimensione trionfante a influenzare gli spettatori a tornare il cinema, soprattutto se si tratta di opere del passato recuperabili solo in dvd o cassetta. E forse è proprio questo il punto: che la sala sia diventata la nuova videocassetta? Se una volta era l’acquisto dei film o il loro noleggio ad aver formato una schiera di cinefili, l’occasione di vederli direttamente proiettati in sala fa correre gli appassionati a recuperarli così come i loro creatori li hanno pensati, ovvero per il grande schermo. E se molti sono fan che hanno consumato le loro, di cassette e dvd, altri possono dedicarsi alla scoperta dei titoli direttamente al cinema, soprattutto se si tratta di spettatori di fascia anagrafica più bassa.

@artesettima Feels domenicali con Alessandro Borghi e Luca Marinelli in Non essere cattivo di Claudio Caligari, 2015. Still una delle più belle bromance che il cinema abbia mai generato #artesettima #nonesserecattivo #claudiocaligari #dontbebad #alessandroborghi #lucamarinelli #cinema #cinemaitaliano #cinemaclips #periferia #filmdavedere #CinemaTok suono originale - artesettima

Secondo un articolo de Il Post, l’andamento delle sale cinematografiche italiane sta cambiando proprio in virtù di un target di pubblico spesso marginalizzato, in termini in particolare di cinema d’autore: i giovani. È vero che, in casi come la versione rimasterizzata o l’anniversario di un film, si tratta di titoli già famosi di per sé, rendendo perciò più impressionanti i dati sulle opere di prima uscita (come affermato dal distributore Andrea Romeo di I Wonder Pictures dopo il successo di La zona d’interesse e The Substance, sempre nel pezzo de Il Post: «La nostra percezione è che prima del Covid il pubblico giovane contasse meno del 10% per questo tipo di film e che ora conti più del 50%»). Ma è difficile non credere che molto pubblico under trentacinque non influisca anche sugli incassi dei cult. Una pratica che sta incrementando la propria portata e agevola il risanamento del pubblico nelle sale, fortemente intaccato a causa della pandemia e della difficoltà del pubblico di rientrare nei meccanismi del consumo cinematografico, ma che potrebbe aver preso un’impennata dal gioco-forza fatto tra vecchi e nuovi classici. Giocando, sì, di nostalgia, ma non dimenticando che c’è anche chi, quei film, potrà vederli nel modo opportuno per la prima volta.