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L’importanza dei “look-alike contest” per le celebrità

Dimostrano quanto siano affiatati i loro fandom

L’importanza dei “look-alike contest” per le celebrità Dimostrano quanto siano affiatati i loro fandom

Di recente si è parlato molto di una gara di sosia di Timothée Chalamet. Le foto e i video del contest – organizzato al Washington Square Park, un parco pubblico di Manhattan – sono andati virali sui social network e sono stati ripresi da molte testate, perché a un certo punto si è presentato lo stesso Chalamet. Come riporta Variety, l’attore statunitense – accompagnato dalle sue guardie del corpo – inizialmente si era mescolato tra la folla, indossando una maschera per non farsi riconoscere; successivamente si è palesato a sorpresa tra due wannabe-Chalamets che si stavano scattando una foto. La gara – a cui hanno assistito un centinaio di persone – è stata organizzata da Anthony Po, un noto youtuber specializzato in intrattenimento, che conta oltre un milione di iscritti sul suo canale. Il contest – che, per quanto simbolico, prevedeva un premio di 50 dollari – è stato molto pubblicizzato sui social network, e sono stati anche distribuiti dei flyer nel centro di Manhattan. Il vincitore alla fine è stato un ventunenne di New York che indossava un costume di Willy Wonka, in riferimento al noto personaggio interpretato da Chalamet in uno dei suoi ultimi film. Di recente, dopo che il contest con Timothée Chalamet è andato virale, si sono tenute altre gare del genere, tra cui una a Dublino dedicata ai sosia di Paul Mescal, e una a Londra su Harry Styles. Negli eventi di questo tipo, che sono tutto sommato comuni nei Paesi anglosassoni, l’interpretazione di “sosia” è molto elastica: ci sono persone effettivamente somiglianti alla celebrità in questione, mentre altre visivamente molto diverse, che però sfoggiano capi o accessori che richiamano il soggetto della gara. Questi eventi prendono il nome di “look-alike contest” e negli ultimi anni sono diventati un trend abbastanza popolare sui social network – in particolare su TikTok. Lo scopo è più che altro quello di divertirsi e far incontrare i fan, che a farci caso sono sempre più influenti e importanti per le celebrità.

Non dovremmo sottovalutare i fandom

Negli ultimi anni le comunità di fan – o meglio, i cosiddetti fandom – sono diventate piuttosto autorevoli e capaci di muovere molto denaro, influenzando l’economia degli stessi prodotti culturali attorno a cui nascono. È il caso ad esempio dei fandom di Harry Potter, Game of Thrones, Star Wars, dei film Marvel o dei gruppi pop coreani come i BTS. Per questo le comunità di fan sono prese in grossa considerazione dall’industria dell’intrattenimento – Netflix, ad esempio, ha investito moltissimo sul fenomeno. In questo senso è sempre più comune monitorare l’attività dei fan che celebrano un certo prodotto culturale o un determinato personaggio, anche se per molti anni nel settore è prevalso un atteggiamento lassista. Oggi sono sono sempre più comuni gli sforzi, da parte delle realtà interessate, per far pagare ai fan attività che per anni sono state portate avanti gratuitamente. In questo senso, ad esempio, i legali che gestiscono la proprietà intellettuale di J.R.R. Tolkien in passato hanno fatto interrompere un evento dedicato al Signore degli Anelli, la DC Comics ha intimato a un produttore d’auto di non vendere più repliche della Batmobile, e la Disney ha fatto causa a un produttore di giochi per averne creato uno proveniente dall’universo di Star Wars. Ma ancora: Cartoon Network ha fatto chiudere un bar ispirato a Rick and Morty a Washington, e la Warner Bros un locale che ricreava la Sala Grande di Hogwarts. Tuttavia, l’influenza e l’importanza dei fandom è nota da molto tempo. Lo dimostra il caso della serie fantascientifica Star Trek, che negli anni Settanta venne salvata dalla cancellazione grazie all’invio massiccio di lettere alla società televisiva che la produceva da parte dei suoi fan. In anni più recenti, il fandom dei BTS si mobilitarono su TikTok per sabotare il primo comizio di Donald Trump dopo la pandemia: l’evento non fallì solo per questo motivo, ma i fan della band di k-pop più famosa al mondo hanno certamente contribuito.

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Chi appartiene a un fandom spesso vi partecipa in modo attivo, e tra i tanti modi per farlo c’è la pratica del cosplay, che consiste nell’indossare (spesso creandoli direttamente) i vestiti del proprio personaggio preferito e sfoggiarli a un evento pubblico – come per l’appunto i look-alike contest. La maggior parte delle attività dei fandom, però, si svolge online. YouTube e Reddit sono molto utilizzati per condividere analisi e teorie in forma di approfondimento, mentre per le opinioni, le novità o i meme si usa principalmente X. TikTok, invece, in questo senso funziona molto bene per le curiosità. Ma il social network dove le singole comunità di fan trovano maggiormente spazio è Tumblr: tuttora moltissimi dei contenuti presenti sulla piattaforma sono quasi incomprensibili a chi non ha almeno una conoscenza di base sul gergo del mondo dei fandom. La convinzione che le comunità di fan siano molto importanti per l’industria culturale, però, ha portato negli ultimi anni anche ad alcune distorsioni. Qualche mese fa, ad esempio, la notizia che Karina, cantante del noto gruppo k-pop Aespa, frequentava l’attore Lee Jae-wook aveva provocato una reazione molto forte tra i suoi fan, soprattutto in Corea del Sud: Karina è arrivata addirittura a scusarsi per la sua relazione, promettendo di fare in modo di riguadagnare la fiducia della sua fanbase.