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Non possiamo più fare a meno dei retroscena dell’alta cucina?

Un modo per renderla meno elitaria

Non possiamo più fare a meno dei retroscena dell’alta cucina? Un modo per renderla meno elitaria

Di recente, la coppia di content creator che forma il progetto Cosa mangiamo oggi? (che con oltre 400mila iscritti su YouTube è uno dei più apprezzati in Italia in ambito enogastronomico) ha proposto un format che è stato accolto molto positivamente dagli utenti: mostrare il dietro le quinte dell’alta ristorazione. Ad esempio, qualche mese fa hanno trascorso tre giorni nella cucina di Cracco Portofino, guidata da Mattia Pecis – inserito a ottobre nella classifica dei migliori chef under 30 del magazine Il Gambero Rosso. Il video – che dura quasi un’ora e oggi conta più di 350mila visualizzazioni – è piaciuto molto fin da subito: «il format definitivo», ha commentato un utente. Guardandolo ci si fa un’idea su come nasca un piatto in un ristorante del genere, com’è strutturata la catena di fornitura o come si organizza la brigata per il servizio. «Il senso di questo video non è mangiare dall’inizio alla fine facendovi vedere semplicemente una sequenza di piatti [...]: è portarvi nella vita di uno chef e nel dietro le quinte di un ristorante che sembra apparentemente semplice da gestire [...], ma in realtà è molto più complesso di quel che immaginate», dice Franci di Cosa mangiamo oggi? per introdurre il contenuto.

Un video simile altrettanto apprezzato era stato realizzato su Venissa, ristorante con una stella Michelin guidato dagli chef Chiara Pavan e Francesco Brutto. Lo stesso vale per quello dedicato a Trattoria da Lucio, del giovane chef Jacopo Ticchi, dove un passaggio mostra persino come si svolge l’asta del pesce al mercato ittico di Rimini. A farci caso questa modalità di raccontare l’alta cucina è sempre più popolare sulle piattaforme, compresa YouTube. Nel canale del magazine ItaliaSquisita uno degli ultimi contenuti è incentrato su una giornata-tipo alll’Eleven Madison Park, ristorante con tre stelle Michelin di New York. Qualche settimana fa, invece, il content creator Gabriele Vagnato ha trascorso 24 ore con Isabella Potì del ristorante Bros di Lecce (1 stella Michelin), mostrando – seppur in modo piuttosto ironico – come si preparano al servizio serale: «Cosa succede dentro le cucine stellate? Perché quei piatti costano così tanto? Come si fa a prendere la stella?», si chiede Vagnato all’inizio del video. Tutta questa curiosità attorno all’alta cucina e al suo funzionamento si è sviluppata da relativamente poco tempo, anche grazie al fatto che il settore – per diverse ragioni – è riuscito via via a mostrarsi meno elitario e “ingessato”, incuriosendo un target di persone che solitamente non frequenta ristoranti di questo tipo.

Svelare i retroscena dell’alta cucina fa bene a tutti

Negli ultimi anni i contenuti sull’alta cucina nei social network si sono moltiplicati. Se da un lato progetti come Cosa mangiamo oggi? o Juice, tra i molti, hanno contribuito a renderla più “pop”, dall’altro numerosi ristoratori hanno cercato – in particolare attraverso Instagram – di farla percepire meno distante dal grande pubblico. Realtà come Trattoria da Lucio, Allegra o Ferdy Wild, tra gli altri, basano la propria comunicazione proprio su questo: pubblicano molti contenuti – anche tutto sommato amatoriali – in cui di fatto umanizzano l’alta cucina, mostrando le preparazioni delle portate in uscita, le riunioni prima del servizio o le prove di un piatto, tra le altre cose. Il risultato è che una nuova generazione di giovani clienti si sta avvicinando a un mondo che tradizionalmente si rivolgeva a un pubblico di nicchia.

@ferdywild

Quanto costa produrre un uovo in casa? L’autoproduzione tornerà ad essere parte della nostra alimentazione? Il cibo sano è sostenibile per tutte le tasche? Stay Wild

suono originale - Ferdy Wild

Grazie a Instagram è come se l'esperienza culinaria offerta da questi ristoranti non si limitasse più esclusivamente alla degustazione dei piatti in menù: gli utenti hanno modo di "vivere" in anticipo parte del ristorante, anche e soprattutto dall’interno, osservando quindi le fasi di preparazione delle portate che poi assaggeranno, il lavoro in cucina e l'approccio dello staff. Tutto questo, dunque, crea una sorta di narrazione che comincia molto prima di sedersi al tavolo e diventare clienti a tutti gli effetti. È un tipo di comunicazione, inoltre, che favorisce il senso di familiarità e la fidelizzazione. Raccontare il dietro le quinte della ristorazione non è certo una novità, ma fino a poco tempo fa veniva fatto quasi esclusivamente dai magazine di settore nelle loro edizioni cartacee, che si indirizzavano a un pubblico molto specifico, formato quasi esclusivamente da persone realmente appassionate e addetti ai lavori. Oggi questo aspetto della ristorazione, invece, è sempre più spesso alla portata di tutti, con benefici da entrambe le parti.