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Sempre più aziende licenziano la Gen Z a pochi mesi dall'assunzione

Sostengono che i neolaureati di oggi non siano "pronti" a lavorare seriamente

Sempre più aziende licenziano la Gen Z a pochi mesi dall'assunzione  Sostengono che i neolaureati di oggi non siano pronti a lavorare seriamente

Se fino a poco tempo fa a lamentarsi della Gen Z erano genitori e professori, che si ritrovavano ad avere a che fare con adolescenti coraggiosi e sfacciati, politicamente coinvolti e radicalmente empatici, adesso a scontrarsi con i giovani cresciuti con il telefono in mano sono i loro datori di lavoro, che affermano di esserne già stufi. Malgrado un recente studio riporti che le ragazze Gen Z siano maturate precocemente a causa della pandemia Covid-19, una nuova ricerca di Intelligent rivela che un'azienda su sei non vuole assumere neolaureati. Intervistando 966 compagnie diverse sul tema assunzioni, la piattaforma ha scoperto che per il 75% delle aziende il lavoro svolto dalla Gen Z risulta insoddisfacente, e che nell'ultimo anno 6 su 10 hanno addirittura licenziato almeno un neolaureato. Le cause di questi risultati, spiegate dai manager e dagli addetti all'assunzione delle aziende intervistate, sono mancanza di motivazione (50%), di professionalità (46%) e scarse capacità organizzative (42%) - seguite a ruota da mancate capacità di comunicazione e difficoltà nel rispondere al feedback. Resta sorprendente la sesta ragione: mancanza di esperienze lavorative rilevanti - come se fosse facile, per un neolaureato che è appena entrato nella forza lavoro, presentare al suo primo colloquio d'assunzione un curriculum ben farcito. 

Sempre più aziende licenziano la Gen Z a pochi mesi dall'assunzione  Sostengono che i neolaureati di oggi non siano pronti a lavorare seriamente | Image 536928
Sempre più aziende licenziano la Gen Z a pochi mesi dall'assunzione  Sostengono che i neolaureati di oggi non siano pronti a lavorare seriamente | Image 536927

Per i datori di lavoro, ciò che rende insoddisfacente il lavoro della Gen Z è la mancanza di iniziativa. I capi delle aziende intervistate da Intelligent hanno detto che nell'ultimo anno si sono ritrovati a lavorare con giovani che arrivavano troppo spesso in ritardo, che non indossavano abiti adatti all'ufficio o che non erano in grado di utilizzare un linguaggio consono all'ambiente di lavoro. Lo studio riporta che più della metà dei responsabili assunzioni ritiene che i neolaureati non siano pronti al mondo del lavoro, un fenomeno a cui le scuole di tutto il mondo stanno provando a porre rimedio: mentre in Italia continuano le famigerate iniziative "scuola-lavoro" per avvicinare gli studenti a diverse professioni, un liceo di Londra sta sperimentando una giornata scolastica di dodici ore per preparare i pupilli alla vita lavorativa. A conclusione dello studio, è stato chiesto ai datori di lavoro quali sono le caratteristiche principali che li motivano ad assumere neolaureati: un atteggiamento positivo e più iniziativa. Il consulente per la formazione di Intelligent Huy Nhuyen suggerisce ai giovani impiegati di osservare l'ambiente attorno a loro e il comportamento dei colleghi per imparare a fare una buona impressione: «fate domande, cercate feedback e applicatelo per dimostrare la vostra crescita personale - aggiunge - Costruitevi una reputazione di affidabilità mantenendo un atteggiamento positivo, rispettando le scadenze e offrendovi volontari per progetti». Insomma, se la Gen Z vorrà tenersi il posto fisso, dovrà rimboccarsi le maniche e mostrare i denti - male che vada, c'è sempre il lavoro freelance.