Catturare l’arte e le subculture: intervista a Veins Books
Nicola Bortoletto racconta la genesi della libreria dedicata alla curatela di volumi rari
04 Ottobre 2024
Riccardo Meroni
Cosa genera una subcultura? Per farla molto breve: l’esclusione dalla cultura matrice o la produzione di schemi culturali ad essa contrari. Dai mohawk e le cravatte sdrucite dei punk, alle camicie di flanella grunge che ispirarono (e fecero licenziare) Marc Jacobs da Perry Ellis nel 1993, le subculture hanno da sempre determinato arte, musica, modi di intendere la vita. Ma se nella frammentarietà del postmoderno e nella rotazione algoritmica dei nostri smartphone oggi è diventato impossibile parlare di subculture vere e proprie, per le nuove generazioni esse continuano a esercitare un fascino dovuto proprio alla loro assenza. Il progetto Veins book nasce da questa mancanza: «Volevo creare un luogo che a Milano non esiste - racconta il founder Nicola Bortoletto - e connettermi con gli altri sopperendo a questa mancanza, a persone che avessero i miei stessi interessi che apprezzassero la rarità e l’autenticità degli oggetti che colleziono». Veins Books è una libreria online atipica, dedicata alla ricerca e alla curatela di volumi rari, di culto, da collezione e difficili da trovare, incentrati su estetiche underground e sottoculture. Per parlare dell’atipicità di questo “non-spazio”, che si concretizzerà tuttavia presto in un pop up fisico a Milano il 12 e il 13 ottobre in Via Friuli 8/A dalle 11 alle 19, abbiamo incontrato Bortoletto in una conversazione che cerca di partire dal quesito fondamentale: cosa rende un libro raro?
Come ti sei avvicinato alla curatela e all’arte?
Il collezionismo è nato per me come un feticcio, un puro interesse sviluppato durante gli anni del liceo, grazie a una splendida biblioteca piena di volumi importanti. Ho iniziato ad appassionarmi ai libri d'arte, in particolare dell'Informale e dell'Arte Povera, e da lì la mia ricerca si è ampliata seguendo sempre un'estetica non convenzionale. Successivamente, mi sono trasferito a Milano per studiare fashion design alla NABA e ho iniziato a lavorare come designer uomo per Ann Demeulemeester prima della laurea. Ora mi occupo di progetti speciali e sviluppo dell'immagine del brand. Veins Books è un progetto nato due anni fa che si arricchisce delle mie esperienze, dei miei viaggi, delle mie ricerche.
E impossibile non chiedere a un curatore cosa renda un libro raro.
Collezionare libri è per me una questione di feeling: un libro raro lo riconosco dall’emozione che mi trasmette al primo sguardo. Il mio primo è stato Arte Povera di Germano Celant, che ho trovato quando avevo circa 17 anni. Tra i più preziosi della mia collezione invece ci sono Mapplethorpe: Early Works e il catalogo delle performance di Hermann Nitsch. In ogni città che visito, vado alla ricerca di librerie indipendenti, come Motto Books a Berlino, OFR a Parigi o la sede di IDEA a Londra. Ma, sebbene queste realtà rappresentino per me una fonte d'ispirazione, la mia ricerca si distingue per un’estetica più sporca e cruda, orientata verso l’arte degli anni '70.
Quando è arrivata invece la decisione di trasformare una passione, un feticcio, in un mestiere?
Nel corso degli ultimi cinque o sei anni, ho gestito un archivio che a settembre scorso ho deciso di rendere pubblico attraverso una sorta di "open apartment tour", simile a un’open library, organizzando due eventi a casa mia: uno a settembre e uno qualche mese fa. Un’idea di pop-up che sopperiva alla mancanza di uno spazio dedicato per questo genere di esposizione e che allo stesso tempo ha contribuito a creare un’atmosfera più intima tra coloro che venivano a scoprire i miei libri. Tuttavia, sento la necessità di portare questo progetto oltre, rendendolo più tangibile e concreto, trasformandolo in uno spazio di incontro e di esposizione a Milano, dove attualmente non esiste una ricerca simile. Questo progetto nasce anche dal piacere di dare seguito alla mia passione, allestendo spazi, incontrando persone e offrendo anche agli altri la possibilità di esplorare varie sfaccettature della curatela.
E come si evolverà il progetto nel breve termine?
Organizzare eventi pop-up a casa è stato interessante, un’esperienza intima che ha permesso di connettersi con le persone in uno spazio privato. Tuttavia, per il futuro, sto lavorando a un progetto più strutturato in uno spazio industriale di 120 metri quadri a Milano, dove esporrò i miei libri il prossimo ottobre.