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Il numero di libri italiani tradotti all’estero è quadruplicato

Negli ultimi anni le richieste di traduzione sono sempre di più

Il numero di libri italiani tradotti all’estero è quadruplicato  Negli ultimi anni le richieste di traduzione sono sempre di più

Dagli inizi degli anni Duemila il numero di libri italiani tradotti all’estero è quadruplicato. Le ragioni sono molteplici, ma c'entra soprattutto l'aumento dei contributi pubblici volti a incentivare la diffusione della narrativa italiana in altri Paesi, attraverso la loro traduzione. La misura ha effettivamente funzionato, facendo aumentare le richieste degli editori stranieri. Sebbene i numeri siano ancora piuttosto bassi – si parla di quasi 8mila libri, meno di un decimo di tutti quelli pubblicati in un anno in Italia – l’aumento del numero di traduzioni all’estero è comunque un dato molto positivo per il settore editoriale del nostro Paese. E il merito principale di questa crescita sono per l’appunto i contributi pubblici messi a disposizione ogni anno dallo Stato. Ultimamente sono anche aumentati, sia per rispondere alle sempre maggiori richieste degli editori stranieri, alimentate dallo stesso circolo virtuoso instaurato, sia per favorire la visibilità dell’Italia in vista della sua partecipazione come “Paese ospite” alla più importante fiera del libro al mondo, quella di Francoforte – che si terrà il prossimo ottobre. Le traduzioni di libri italiani più richieste all’estero sono quelle relative a pubblicazioni contemporanee: ad esempio Fabbricante di lacrime di Erin Doom, il romanzo rosa che era stato il libro più venduto in Italia nel 2022, da cui poi è tratto l’omonimo film-Netflix, è stato tradotto in portoghese grazie ai fondi del governo; lo stesso vale per la traduzione in coreano di Storia di Elsa Morante. I paesi dove l’interesse per i libri italiani è maggiore sono la Spagna, la Francia, la Polonia, la Grecia, la Germania e gli Stati Uniti; in particolare il mercato ispanico e quello dei Paesi dell’Est Europa, in questo senso, sono sempre più rilevanti.

Come funzionano i contributi statali alle traduzioni

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Le traduzioni sono generalmente pagate in base alla lunghezza dei libri, all’esperienza del traduttore e, per le lingue meno conosciute, alla scarsità di professionisti disponibili – i compensi per ogni traduzione, di solito, sono nell’ordine delle migliaia di euro. I contributi dello Stato, che in genere vanno da un minimo di 500 euro a un massimo di 5000, consentono di recuperare tutti o quasi i costi sostenuti nel processo di traduzione, cosa che a sua volta riduce le numerose spese che ruotano attorno alla pubblicazione di un libro – consentendo di investire su altri aspetti, tra cui la sua promozione. Le richieste di traduzioni da parte di editori stranieri arrivano ormai con costanza, e questo ha ricadute molto positive per il settore, sia per l’indotto economico che genera, sia per la maggiore visibilità della produzione culturale italiana all’estero. Il risultato si deve anche alla capacità degli editori italiani di selezionare e far crescere una vasta gamma di autori italiani, anche quelli che fanno maggiormente riferimento a generi più comuni e apprezzati all’estero, tra cui i gialli, i romanzi rosa o i fumetti. Questi sono il tipo di libri che va per la maggiore anche su TikTok, che negli ultimi anni è diventata la realtà che più di tutti influenza le vendite dei romanzi. Ma le ragioni della crescita dell’editoria italiana all’estero, probabilmente, sono legate anche al successo ottenuto dalla quadrilogia dell’Amica geniale di Elena Ferrante negli Stati Uniti, che rappresenta il mercato editoriale più ricco e influente, e per questo è una vetrina molto importante. 

Un po’ di dati sull’editoria italiana all’estero

I contributi pubblici per le traduzioni sono erogati da tre diversi Ministeri italiani, attraverso appositi enti: il Ministero degli Affari esteri sostiene questa causa dal 1990, il ministero dell’Economia dal 1989, mentre il Ministero della Cultura dal 2020. Il primo, nel 2023, ha finanziato traduzioni di libri italiani per circa 830mila euro – nel 2022 erano stati circa 640mila, e l’anno precedente 520mila. Il ministero dell’Economia e il Ministero della Cultura, invece, insieme elargiscono circa 700mila euro ogni anno. Anche se non sono cifre enormi per gli standard e le spese a cui sono abituati i governi, si tratta comunque di budget abbastanza consistenti per il settore dell’editoria, che notoriamente opera con fondi piuttosto limitati rispetto ad altri campi che ruotano attorno alla cultura. Il 62 per cento dei libri italiani tradotti viene pubblicato in Europa, mentre solo il 3 per cento arriva negli Stati Uniti e in Canada – mercati, questi, che accolgono con meno frequenza e in maniera più selettiva le pubblicazioni estere. L’inglese resta comunque la traduzione maggiormente promossa, per via della sua diffusione in tutto il mondo – quando un libro è tradotto in inglese, inoltre, solitamente acquista rilevanza anche per gli altri Paesi.