La sezione tag di Instagram dei personaggi famosi è il caos
La dimostrazione dei problemi di spam della piattaforma
26 Giugno 2024
Su Instagram molti utenti accusano la crescita di spam, termine che oggi viene utilizzato per indicare un sempre più ampio ventaglio di contenuti non richiesti e dalla dubbia affidabilità. Inizialmente questo era un fenomeno tradizionalmente circoscritto alla posta elettronica, mentre ora coinvolge anche le principali piattaforme – con forme e modalità che non sempre rendono immediato capire che si tratti di spam. Su Instagram gli utenti solitamente ricevono richieste di messaggi da account sospetti, commenti sotto i propri post, e persino tag in foto o video che promuovono contenuti potenzialmente dannosi. Si può percepire l’entità del fenomeno anche solo guardando la sezione tag dei personaggi famosi, dove i contenuti a sfondo sessuale vanno per la maggiore. Questo fenomeno non solo rovina l'esperienza di navigazione, ma rappresenta un rischio per la sicurezza degli utenti – soprattutto i più ingenui. La maggior parte di questi contenuti è prodotta e distribuita da bot, programmati per genere e condividere in autonomia post, messaggi e annunci di vario tipo. La presenza di bot sulle piattaforme non è di per sé né una novità né una cattiva notizia, visto che non tutti sono pensati per danneggiare gli utenti. Ogni anno la società statunitense di cybersicurezza Imperva pubblica il “Bad Bot Report”, nel quale traccia la presenza del fenomeno sul web. Secondo l’ultima edizione, circa il 50 % per cento dell’attività su Internet è generata da bot – nel 2021 era del 42 %. E più o meno un terzo di questi sarebbero riconducibili a bot malevoli, sviluppati cioè con l’intento di truffare gli utenti. Su Instagram, il recente aumento di spam generato da bot dice molto sul momento che sta attraversando la piattaforma, fatto di importanti cambiamenti dei suoi algoritmi di funzionamento, che puntano sempre di più sui Reels. Ma lo spam è un problema comune a quasi tutti i social network: la sua gestione e la capacità di contenerlo per certi versi mostrano lo stato di salute delle singole piattaforme, che in questo senso differiscono molto – e Instagram, per l’appunto, non se la passa bene.
Come agiscono i bot su Instagram
Fra le campagne di spam più diffuse su Instagram, oltre ai contenuti di natura erotica, ci sono quelle relative a presunti sconti su Shein o alla vendita di iPhone, tra le altre cose. La modalità più diffusa e visibile con cui i bot generano spam è la pubblicazione di foto o video, dove vengono taggati moltissimi utenti – tra cui gli account più noti e seguiti, appartenenti spesso a personaggi famosi, così come a brand. Nei singoli post, invece, i bot cercano di attirare l’attenzione con commenti o mettendo “mi piace”. Ma la tattica dei bot che spaventa di più sono gli utenti sono i “mi piace” alle Storie. Su TikTok si è diffusa persino una sorta di teoria del complotto, secondo la quale i responsabili sarebbero in realtà utenti che visualizzano le Storie dal web, e utilizzano i bot come copertura per rimanere anonimi. La testata online BuzzFeed News ha anche provato a verificare questa ipotesi, ma non ha trovato nessuna prova della sua fondatezza. La scelta di addestrare i bot a mettere “mi piace” alle Storie, infatti, potrebbe sembrare una mossa circospetta, perché richiama apparentemente un comportamento umano, ma in realtà rappresenta un metodo piuttosto comune con cui i bot riescono a legittimarsi agli occhi dell’algoritmo di Instagram. A portare avanti queste campagne sono una miriade di profili dalle caratteristiche molto simili: un nome di persona tutto sommato credibile, generalmente femminile, seguito da una serie di cifre e accompagnato spesso dalla fotografia di una giovane ragazza. Aprendo l’account di solito si può notare che non è attivo, e anzi risulta essere stato appena creato. Nella maggioranza dei casi, la bio del profilo contiene un messaggio sessualmente esplicito – motivo per cui spesso questi bot vengono chiamati anche “sexbot” – ed è presente il collegamento a un sito esterno. Con ogni probabilità dietro a portali simili si celano tentativi di phishing, un tipo di truffa in cui si cerca di convincere gli utenti a fornire informazioni personali – come dati finanziari o codici di accesso segreti – per poi raggirarli.
Cosa fare per evitare lo spam su Instagram
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Attualmente gli unici strumenti a disposizione degli utenti sono la segnalazione e il blocco degli account di questo tipo, un’attività che può risultare frustrante – soprattutto per i profili con molti follower – vista la quantità di bot sempre nuovi che vengono creati. Eppure resta l’unico metodo per permettere a Meta di cancellarne una buona parte. A oggi, comunque, non esiste una soluzione per risolvere del tutto il problema, tanto più per gli account più seguiti: la scelta di rendere privato il proprio profilo sarebbe un grosso limite per molti personaggi noti, ed eviterebbe solo il problema dei “mi piace” dei bot alle Storie, ma non quello dei tag – visto che Instagram consente di taggare potenzialmente chiunque, anche coloro che non hanno profili pubblici. Meta è consapevole della presenza di spam sulla piattaforma, e in passato ha più volte rassicurato che la questione viene monitorata costantemente grazie a un team dedicato, che rimuove già una grande quantità di bot – nell’ordine di alcuni milioni al giorno. Va però tenuto conto che Meta, a partire dalla fine del 2022, ha effettuato grossi tagli al personale, che è stato ridotto di oltre il 25 per cento: tra le sezioni più colpite c’è anche quella che si occupa della moderazione dei contenuti, a cui fanno a capo le segnalazioni di spam – servizio che Meta aveva già dislocato in varie parti del mondo, spesso appaltandolo ad aziende esterne, con tutte le conseguenze del caso. Gli osservatori ritengono probabile che la mancanza di risorse adeguate e di personale abbia contribuito a favorire la diffusione dei bot, in particolare su Instagram, accrescendo un disagio che oggi viene percepito e notato da molti utenti.