È davvero finita l'era del "posto fisso"?
Alla scoperta dei nuovi desideri professionali degli italiani
17 Giugno 2024
Quando si muovono i primi passi nel mondo del lavoro, la sensazione di aver sbagliato percorso può emergere in men che non si dica. Capita, dunque, di sentirsi intrappolati in un vicolo cieco. Ma le idee, i desideri e il raggio d'azione dei lavoratori di oggi sta mutando notevolmente. Secondo uno studio a cura di GoodHabitz, la piattaforma internazionale per la formazione aziendale, condotto su un campione di 1000 lavoratori italiani, emerge un dato sorprendente: ben il 40% dei dipendenti sta seguendo un percorso lavorativo "non lineare", ovvero con cambi di settore o ruolo all'interno della stessa azienda o di una realtà completamente diversa, sfatando il mito della carriera "verticale" come unica via al successo professionale. Ciò avviene in quanto i lavoratori di oggi cercano flessibilità tentando di ridisegnare il proprio percorso professionale, guidati dalla passione nei confronti di nuovi settori. Insomma, merito anche di un mercato del lavoro in continua evoluzione che si rende più accessibile e che permette ai lavoratori di sviluppare skill trasversali.
I risultati della ricerca
@alifeafterlayoff How to explain why you quit without another job lined up in an interview. Hint: less is more. #interview #interviewtips #quitjob #toxicboss #jobinterview #interviewquestions original sound - Bryan Creely - Career Coach
Al fenomeno di massa di questo switch di carriere, diamo il nome di "percorso non lineare". Non riguarda solo le generazioni più giovani (38%). Di fatti coinvolge anche un significativo 41% dei lavoratori con più di 45 anni. Sono le donne ad emergere come le protagoniste di questa nuova era professionale, perché più propense degli uomini ad adottare percorsi non convenzionali. Del totale il 43% è donna, il 37% sono uomini. È interessante notare come una percentuale significativa dei lavoratori con carriera lineare (36%) abbia comunque in programma di cambiare o avrebbe voluto farlo in passato. Affinché i percorsi non lineare possano concretizzarsi, è importante coltivare le cosiddette soft skills, ovvero le competenze generalmente applicabili a quasi tutte le professioni. Il problem solving (considerato centrale dal 92%), la gestione dello stress (90%) e il lavoro di squadra (88%), sono importanti per affrontare le sfide del mondo del lavoro odierno. Secondo il sondaggio, queste soft skills servono anche a scoprire nuove predisposizioni personali e a sviluppare il proprio talento, aprendo nuove vie o terreni inesplorati del mercato professionale.
Cambiare lavoro all'interno della stessa realtà
@frankniu Reply to @malayal original sound - Frank Niu
Prendere in mano la propria carriera e tracciare un percorso più incline alle proprie aspirazioni non necessariamente implica un continuo cambio di lavoro: al contrario, ciò è possibile tanto in una nuova realtà quanto nella stessa, attraverso un percorso costante di crescita interna. Ad avvalorare ciò, i dipendenti inseriti in aziende con oltre 250 persone hanno maggiori probabilità di cambiare ruolo all'interno della stessa azienda piuttosto che cercare opportunità esterne (48% vs 40% della media vs 33% di chi è in un contesto più piccolo, da 10 a 249 persone). I dati lanciano un appello alle aziende per ascoltare le nuove dinamiche del mercato del lavoro, valorizzando le soft skills come catalizzatore per la crescita professionale e la realizzazione personale. In questo senso, l'investimento nella formazione continua e nello sviluppo delle competenze trasversali non solo migliora la produttività e l'efficienza dei dipendenti, ma contribuisce anche alla retention dei talenti, promuovendo un ambiente lavorativo dinamico e inclusivo.