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Le re-release di film classici salveranno il cinema?

L’antidoto definitivo al nostalgia-bait

Le re-release di film classici salveranno il cinema?  L’antidoto definitivo al nostalgia-bait

La soluzione era sotto gli occhi di tutti e nessuno ci ha pensato. Per anni, i grandi studios cinematografici hanno investito enormi fondi in remake e reboot in tutte le salse. Alcuni di loro hanno effettivamente funzionato, come per la saga di Planet of the Apes o il recente Evil Dead Rise; altri invece hanno sofferto parecchio, per la critica o al box office. Il problema è il nostalgia-bait, ovvero quando l’unica ragion d’essere del film è richiamare film precedenti nella speranza di sedurre gli spettatori storici e dare profondità storica al nuovo film. Un meccanismo che ha avvelenato molte delle sceneggiature e delle produzioni degli ultimi anni insieme ad altri problemi a livello organizzativo e retributivo che sono culminate l’anno scorso con il lungo sciopero estivo delle maestranze di Hollywood. Quest’anno il box office pare voler premiare ancora i remake (Godzilla x Kong: The New Empire è il secondo film più visto dopo Dune 2, seguito a ruota dal quarto sequel di Kung Fu Panda) non di meno questo maggio è successo qualcosa di interessante: a inizio mese, in occasione del 25esimo anniversario di Star Wars - La Minaccia Fantasma, il film è tornato nelle sale totalizzando 14,5 milioni di dollari in un singolo weekend e rientrando di botto nella Top 50 dei film più redditizi di sempre. Il risultato è impressionante per un film che ha un quarto di secolo, forse tra i più alti in un anno dominato (specialmente negli USA) dalle re-release di film come La Mummia che ha fatto un milione di dollari in tre giorni o gli Spiderman di Sam Raimi che nello stesso tempo hanno aggiunto 3,2 milioni al proprio già enorme box-office. Ma perché quest’anno le re-release di vecchi film sono aumentate?

La causa scatenante di tanti ritorni al cinema di film classici è probabilmente da ricercare nello sciopero di sceneggiatori e attori dello scorso anno, durato diversi mesi e responsabile di aver ritardato la schedule di uscita di numerosi film. Per riempire i vuoti di programmazione, gli studi di produzione hanno studiato una serie re-release al cinema, riportando in sala sia film che celebrano il loro anniversario (sulla scorta degli anniversari dei film celebrati da account social dedicati al cinema) sia delle hit assicurate. Il risultato è un vero e proprio calendario mensile di re-release che durerà relativamente pochi giorni, ma che promette incassi di svariati milioni a un prezzo basicamente nullo. Il problema di molti film degli ultimi anni,  infatti, è l’impressionante aumento di budget che li rende forse più “spettacolari” ma li costringe anche a totalizzare guadagni sempre più irrealistici per rientrare nelle spese – una cifra di break-even che si calcola moltiplicando del 2,5 il budget di produzione di un certo film. Per fare un esempio, Challengers, costato 55 milioni di dollari, dovrà farne 137,5 per rientrare nelle spese di produzione e di marketing e qualunque profitto extra andrà calcolato a partire da quella cifra. In maniera assai indicativa, nel secondo weekend di programmazione in America, il film di Guadagnino è stato surclassato proprio da Star Wars: La Minaccia Fantasma e da The Fall Guy, il nuovo film di Ryan Gosling, che ad esempio, con un budget di 130 milioni di dollari dovrebbe idealmente fare 325 milioni per non perdere denaro – ed è dunque una mezza delusione commerciale nonostante l’ottimo weekend di apertura e le critiche entusiaste.

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Già molti utenti su Twitter hanno iniziato a manifestare la volontà che quella della re-release diventi una prassi: se gli studi di produzione vogliono rispondere alla domanda di nostalgia del pubblico, perché non ridargli direttamente i vecchi film invece di farne altri ma più deludenti? La tattica è interessante perché consentirebbe a queste grandi aziende, che possiedono un catalogo sterminato di film classici, di registrare incassi sicuri senza enormi impegni economici per poi sperimentare meglio e con più prudenza su progetti originali con budget meno rischiosi. Probabilmente vedremo l’esperimento svolgersi dal vivo dopo l’estate dato che a fine maggio, per due giorni, Il Corvo degli anni ’90 tornerà in sala e tre mesi dopo, a fine agosto, uscirà il remake di quest’anno con lo stesso titolo: chi dei due incasserà di più in un singolo weekend? È qualcosa di simile all’introduzione di una specie di economia circolare al cinema, che per altro consentirebbe ad alcuni classici di raggiungere diverse generazioni e placare in qualche modo la bulimia di contenuti che ha portato di recente all’ascesa della “Mid TV” ovvero la televisione mediocre (come l’ha chiamata il New York Times) ma anche al cambio di marcia dei Marvel Studios che hanno di recente annunciato che, dopo un’impressionante serie di batoste al cinema e perdite per oltre un miliardo, torneranno a un approccio qualitativo piuttosto che quantitativo, riducendo le uscite di film annuali a un massimo di tre e le serie televisive a un massimo di due. Vedere un classico al cinema, dopo tutto, è sempre meglio.