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Per i giovani sta per arrivare un buon momento per comprare casa?

Finalmente, la luce in fondo al tunnel

Per i giovani sta per arrivare un buon momento per comprare casa? Finalmente, la luce in fondo al tunnel

Di recente c’è stata una piccola riduzione dei tassi di interesse sui mutui per l’acquisto della casa. Si tratta solo di calo piuttosto piccolo, ma rappresenta un segnale notevole dopo mesi di continui aumenti, la conseguenza diretta della politica portata avanti dalla Banca Centrale Europea per contrastare l’inflazione. Se le diminuzioni dovessero continuare ci potrebbero essere ripercussioni significative sul mercato immobiliare: i tassi medi applicati ai prestiti immobiliari erano triplicati nell’arco di un paio d’anni, passando dall'1,45 % di gennaio 2022 al 4,40 % di novembre 2023 e riducendo così notevolmente la capacità di accesso al credito per l'acquisto di abitazioni, soprattutto da parte dei più giovani. L'aumento dei tassi di interesse ha avuto un impatto diretto sulle compravendite delle abitazioni, che hanno subito un calo del 12 % nell'ultimo anno. Da qualche mese, però, l’inflazione ha iniziato a diventare gradualmente meno intensa e la BCE, di conseguenza, ha interrotto l’aumento dei tassi, almeno per il momento: non li ha ancora ridotti, ma le banche e gli operatori finanziari si aspettano che potrà farlo presto, aspettative che stanno già contribuendo a far scendere gli interessi applicati dalle banche sui mutui. Se da un lato un taglio dei tassi potrebbe stimolare la domanda immobiliare, dall'altro rimane incerta l'entità di tale intervento.

 

Il mercato immobiliare italiano va per conto suo

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Una seppur timida inversione di tendenza suggerisce un cambiamento nel panorama finanziario. Il mercato si aspetta che le prossime politiche della BCE andranno nella direzione di stimolare maggiormente l'attività economica. Le prospettive future per il mercato dei mutui dipendono in gran parte da questo, nonché dalla capacità delle famiglie e dei singoli di adattarsi alle nuove condizioni. Gli analisti prevedono che la BCE inizierà a tagliare i tassi di interesse a partire da giugno. Dalla crisi finanziaria del 2007-2009 le politiche monetarie molto espansive, che hanno tenuto i tassi di interesse bassissimi per stimolare i consumi e gli investimenti dopo la crisi, hanno alimentato un costante aumento dei prezzi delle case nei Paesi più ricchi. Per esempio negli Stati Uniti sono aumentati di quasi del 60% dal 2012 a 2019. Con l’aumento dei tassi di interesse, di contro, i prezzi delle case sono scesi in maniera abbastanza uniforme un po’ in tutto il mondo. Questa tendenza non è però avvenuta in Italia, che presenta un mercato immobiliare particolare, molto influenzato dalle tradizionali dinamiche di domanda e offerta, che spingono al rialzo le quotazioni anche perché la richiesta di case resta alta. I rincari delle materie prime in ambito edilizio, poi, hanno fatto il resto, con il rischio che, dopo il raffreddamento dell’economia voluto dalla BCE, il mercato immobiliare italiano torni a essere ancora più esclusivo. Era così soprattutto negli anni Novanta, dove le famiglie che potevano permetterselo investivano “nel mattone” per proteggersi dai futuri periodi di inflazione, comprando casa per i figli o per metterla in affitto. Tutto questo ha però contribuito ad alzare ulteriormente i prezzi, soprattutto nelle città più attraenti come Milano.

 

Andare a vivere da soli in Italia è complicato

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Insieme a Grecia, Portogallo e Spagna, l’Italia è uno dei grandi Paesi europei dove l’indipendenza arriva più tardi a causa di una serie di ragioni complesse di carattere economico e sociale. Uno dei motivi principali è legato al costo di andare a vivere da soli. In media, ogni mese, chi vive da solo spende il 47% in più di coloro che invece vivono in coppia, e l’87% in più di un componente di una famiglia composta da tre persone. La casa – che sia in affitto o che sia stato acceso un mutuo per acquistarla – rappresenta l'investimento che, fra tutti, pesa di più. A questo si aggiunge il fatto che in Italia gli stipendi medi sono piuttosto bassi se confrontati al resto del continente europeo, soprattutto nel caso dei più giovani, che sono entrati da poco nel mercato del lavoro. L’alto costo nell’andare a vivere da soli ha ovviamente come conseguenza principale il fatto che per i giovani sia difficile lasciare con serenità la casa dei propri genitori. Coloro che hanno tra i 18 e i 34 anni e che vivono ancora con la loro famiglia sono oltre il 60 %, vale a dire i due terzi del totale. E quelli che riescono a rendersi indipendenti lo fanno comunque mediamente tardi, poco prima dei trent’anni – molto in ritardo rispetto ai giovani degli altri Paesi europei.