Perché i suoni di "Dune" sono così importanti
Nascono da registrazioni per nulla scontate
07 Marzo 2024
Nel 1956 uscì nelle sale Il pianeta proibito, il primo grande film di fantascienza, che ha di fatto codificato il genere. Per la colonna sonora, la produzione assunse una coppia di ingegneri del suono, Bebe e Louis Barron, che – in maniera pionieristica – decisero di sfruttare la musica elettronica. I due furono i primi a pensare di legare queste sonorità all’universo fantascientifico. Fu una scelta inedita per l’epoca, ma decisiva per il successo del film: il pubblico, infatti, non aveva mai sentito suoni del genere accompagnati da immagini in movimento. Associare la musica elettronica ai film di fantascienza, poi, divenne la norma nei decenni successivi. Star Wars, però, ha in parte interrotto questa tradizione: gli iconici suoni delle spade laser, ad esempio, nascono combinando quelli di vecchio proiettore cinematografico e il fruscio di un televisore. Poi è arrivato Dune, che ha spinto all’estremo questo approccio, sfruttando oltre 3mila suoni "reali" – di questi solo cinque sono stati realizzati con strumenti riconducibili alla musica elettronica. Se l’universo di Dune è del tutto immaginario, il tappeto sonoro che lo caratterizza è quindi stato ricamato partendo da registrazioni vere e proprie. Lo stesso Villeneuve, parlando con Le Monde, ha confermato che la storia di Dune si sviluppa su un pianeta immaginario, ma i suoi suoni sono pensati per essere in qualche modo familiari agli spettatori.
Come sono stati realizzati i suoni di Dune?
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Attraverso le proprie sonorità, Dune cerca di avvicinare le persone all’universo fantascientifico descritto, in modo che quella raccontata nel film diventi una dimensione tutto sommato familiare agli spettatori. L’obiettivo è dare l’impressione al pubblico di trovarsi "dentro al film", creando un’esperienza di fruizione coinvolgente e immersiva. L’effetto, in questo senso, è quasi documentaristico. Ma in che modo Dune, sia la prima che la seconda parte, riesce a farci sembrare reale un universo di per sé inesistente grazie a precise sonorità? La formula prevede per l’appunto l’utilizzo di suoni quasi identificabili. Il caratteristico aereo a forma di libellula presente nel film illustra bene l’approccio di Dune al sound design: tra le altre cose, l’ormai iconico rumore che produce è nato combinando le registrazioni delle fusa di un gatto a quelle del battito di ali di uno scarabeo. Il risultato, in effetti, a livello sonoro è una sensazione di naturalezza e di verosimiglianza. E ancora: prima di essere rilavorato ad hoc, il rumore che emettono gli scudi durante gli scontri, quando vengono attivati e colpiti, è stato ricavato da delle mitragliatrici. Nel Dune di Lynch, invece, il medesimo suono era stato realizzato con un sintetizzatore, e in effetti si denota quanto sia artificiale e poco "corposo" – a differenza del film di Villeneuve. Il nostro cervello, in effetti, è in grado di riconoscere un suono proveniente da un contesto naturalmente, rispetto a uno più artificiale. L’ipotesi di Mark Mangini, il sound designer di Dune (che per il primo film della saga nel 2022 aveva vinto l’Oscar come "Miglior sonoro"), è che lo spettatore avrebbe riconosciuto istintivamente i suoni "reali", e questo lo avrebbe avvicinato alla storia. Inoltre, in Dune, ha spiegato Villeneuve, il suono non è stato pensato per essere applicato "sopra" all’immagine, ma si inserisce nel montaggio e in questo senso è considerato importante quanto le immagini.
L’importanza del sound design nei film
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Il sound design applicato ai film comincia con la registrazione o la creazione dei suoni, e prevede passaggi come l’editing, il montaggio e il mixaggio. Step che corrispondono a professioni diverse e che, per decenni, agli Academy Awards sono state premiati in due categorie differenti: l’Oscar per il miglior montaggio sonoro ("sound editing") e l’Oscar per il miglior sonoro ("sound mixing"). Il primo corrisponde alla scelta dei suoni che si sentono, mentre il secondo a come è stato pensato di farli sentire. Dal 2021 i due Oscar sono stati accorpati in un unico premio: secondo Variety, questo è la prova di quanto il suono nel cinema venga sottovalutato. Questa componente, fondamentale per la riuscita di un film, però, è tenuta estremamente in considerazione dai registi, soprattutto i più importanti. Agli Oscar di quest’anno, ad esempio, concorre come "Miglior sonoro" La zona d’interesse. Come nel caso di Dune, il sound designer del film ha messo insieme una vasta libreria di rumori "reali", coerenti con quello che poteva accadere in un campo di concentramento. Per farlo ha registrato i suoni di una fabbrica tessile, di un inceneritore, di scarponi che marciano sul selciato, di fucili d’epoca e urla di persone. Queste sonorità, poi, sono state processate considerando la distanza, il riverbero, i rumori circostanti della natura e il fatto che un muro di cinta potesse attutirli. Il risultato è una versione accurata e fedele di cosa avrebbe potuto realmente sentire la famiglia protagonista della pellicola, che vive a fianco del Campo di concentramento di Auschwitz. Il film non lo mostra mai, ma veicola questa dimensione esclusivamente con i rumori prodotti al suo interno, a conferma di quanto sia fondamentale il suono per dare sostanza alle trame.