Dovremmo ripensare la distribuzione dei film d’autore in Italia?
Perché La Chimera non arriverà in tutte le sale
14 Dicembre 2023
Le modalità con cui vengono distribuiti i film d’autore in Italia fanno ciclicamente discutere. Le pellicole che appartengono a questo genere di produzioni, per il tipo di economia che muovono, godono nella maggior parte dei casi di una distribuzione molto limitata, a priori del fatto che il film in questione sia riuscito o meno. Al contrario, di solito più il prodotto è sofisticato, realizzato con personalità e con uno stile riconoscibile, più sarà difficile da trovare nelle sale. Queste pellicole fin dalla loro concezione presentano infatti un basso potenziale commerciale, che ha ricadute dirette sulla distribuzione e sul periodo di permanenza nei cinema. In Europa, quasi tutto il cinema d’autore è prodotto in perdita, attraverso una serie di fondi pubblici e bandi. E va bene così, perché in questo modo il potenziale in sala non influenza l’economia del singolo film. In Italia, ad esempio, i fondi sono calcolati anche in base al successo di critica o alla rilevanza internazionale – in questo modo autori e autrici di spessore ma che presentano un pubblico di nicchia, per quanto fidelizzato, riescono in linea teorica ad accedere a budget considerevoli.
Come funziona la distribuzione dei film d’autore?
@alessandro_redaelli Il nuovo film di Garrone e decisamente da vedere #cinematok #filmdavedere #nuoveuscite #iocapitano #matteogarrone #alessandroredaelli #africa Paris - Else
Le programmazioni dei cinema vengono in genere schedulate con grande anticipo: raramente si può inserire all’improvviso un nuovo titolo o prolungare pellicole che non hanno raccolto una buona risposta dal pubblico. I film d’autore, anche quelli acclamati a livello internazionale, non godono di grandi distribuzioni perché presentano di fatto un pubblico ristretto – magari più "alto", ma comunque più limitato. La scelta di distribuire in poche sale questo genere di pellicole si basa su diversi fattori. Innanzitutto viene valutato, da parte del distributore, il potenziale del film, successivamente ci si rifà allo storico degli incassi dei film precedenti del regista. Al tempo stesso, la distribuzione in un numero limitato di sale determina quasi inevitabilmente incassi esigui, cosa che genera un circolo vizioso dal quale non è scontato uscire una volta etichettati come registi di pellicole d’autore. Più in generale, si tende a non proiettare in troppe sale film che molto probabilmente non saranno in grado – per quanto ben fatti – di attirare un pubblico sufficiente a riempirle, perché in questo modo si metterebbero in difficoltà anche i singoli cinema. Le sale, infatti, si ritroverebbero meno piene per più tempo, con conseguenze considerevoli sulla già difficile economia del settore. In linea teorica, le logiche di distribuzione puntano a trovare il numero di sale corretto per fare in modo che siano potenzialmente tutte piene, e per il giusto periodo di tempo. Ma questa non è chiaramente una scienza esatta. Per quanto riguarda i film d’autore, si tende ad esempio a distribuirli – per loro natura – in un numero di sale inferiore al potenziale della pellicola, per riempire il più possibile i cinema, nella speranza che il passaparola porti ad aumentare le copie distribuite il weekend successivo.
Quando le pellicole d’autore riescono a emergere
@murphmagazine La chimera è un film di una bellezza e delicatezza quasi disarmanti per il nostro cinema, elementi talmente forti che è quasi impossibile non amarlo. A suggellare questa potenza secondo @matteo.ippolito_ c’è un messaggio molto chiaro, ed è indirizzato al “maschio”. Trovate questo e molto altro nel nuovo episodio di 4:3 che come sempre potete trovare su YouTube e su tutte le migliori piattafome di streaming audio al link in bio. #podcast #podcastclip #podcastitalia #podcastcinema #lachimera #alicerohrwacher #joshoconnor #femminismo #filmitaliani #cinemaitaliano #filmdavedere #alcinema #cinefilia #cinefili #cinematok #cinematokitalia suono originale - Murph Magazine
Per la maggior parte dei film, l’incasso più alto si realizza il primo fine settimana dall’uscita in sala: i film più commerciali incassano meglio durante il weekend, mentre le pellicole di nicchia nel corso della settimana. È abbastanza raro che l’incasso dei film aumenti o rimanga stazionario tra il primo e il secondo weekend di programmazione ma, nel caso, è spesso dovuto ad un passaparola tra spettatori molto ben riuscito. Al contrario, l’incasso di solito si riduce in maniera progressiva e con esso le sale dedicate alla pellicola. È quello che è accaduto all’inizio del percorso de La Chimera, film di Alice Rohrwacher che ben rappresenta lo scarto tra le pellicole d’autore e la distribuzione limitata a cui vanno incontro. Il film era uscito in oltre 100 sale in tutta Italia, ma al secondo weekend erano state dimezzate per via degli scarsi incassi, nonostante la qualità riconosciuta alla produzione e l’importanza della stessa regista a livello internazionale, considerata all’estero al pari di Sorrentino. Grazie ad una serie di strategie, le sale che proiettano La Chimera sono però ri-aumentate, crescendo fino a 76, ed il film è arrivato a piazzarsi al quinto posto nella classifica del Box Office italiano. Parte del merito è dovuto al fatto che Alice Rohrwacher e il protagonista del film Josh O’Connor, già noto grazie a The Crown, sono stati ospitati in alcuni cinema, soprattutto nelle grandi città, introducendo la proiezione. Questa formula funziona molto bene per le pellicole d’autore, che godono per l’appunto di un zoccolo duro di affezionati, in grado – nel loro piccolo – di influenzare le logiche di distribuzione e favorire il passaparola.