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Il caldo fascino dello stabilimento balneare

Il simbolo indiscusso dell'estate e della rinascita italiana

Il caldo fascino dello stabilimento balneare Il simbolo indiscusso dell'estate e della rinascita italiana
Il caldo fascino dello stabilimento balneare Il simbolo indiscusso dell'estate e della rinascita italiana

Sdraio, ombrellone e crema solare. Il kit del frequentatore dello stabilimento balneare è tanto semplice quanto pieno di un valore estetico ricco di fascino. File di lettini perfettamente allineati su una tavola di sabbia, ombrelloni a spicchi colorati che disegnano un pattern ipnotico riscaldato dal sole estivo. Indipendentemente da qualche sia il litorale, lo stabilimento esercita da sempre un fascino unico, quello di un piccolo mondo fatto di frequentatori abituali, turisti disorientati e lunghe giornate fatte di "dolce far niente", quei piccoli riti in cui ognuno ha il suo posto. La stessa cabina, lo stesso lettino, un piccolo microcosmo che accoglie ogni anno migliaia di bagnanti in una tradizione che nata nel 1827 a Viareggio, seguito sedici anni dopo dallo "Stabilimento privilegiato dei Bagni Marittimi" a Rimini in un boom che ben presto portò molte altre aree della riviera romagnola ad attrezzarsi. Di lì a poco altri stabilimenti sorsero a Livorno, al Lido di Venezia, sulla costa ligure, a Napoli e a Palermo.

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Contrariamente ad oggi, lo stabilimento balneare non era un luogo aperto in cui trascorrere una giornata in compagnia di amici e parenti, ma anzi veniva pensato per garantire agli ospiti la massima privacy in un ambiente in cui anche le onde erano controllate. Sembra strano, ma nell'800 i primi bagnanti avevano paura delle onde, qualcosa che fino a quel momento in pochi avevano affrontato in modo così diretto. Dopo il successo trovato nel ventennio fascista, il vero successo dello stabilimento come lo conosciamo oggi arrivò dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale quando, complice anche il boom economico italiano, il mese di agosto si trasformò nel momento dell'esodo estivo, quando le metropoli si svuotavano e i loro abitanti si riversavano in massa nelle località estive. Da Senigallia con la sua "Rotonda a Mare" al "Kursaal" di Ostia, comparso anche ne I Vitelloni di Fellini, anche Cagliari, Rimini, Portofino, Capalbio, Forte dei Marmi, Riccione e Mondello furono le città protagoniste della crescita del settore turistico, trasformando l'Italia in uno dei due paesi, insieme alla Francia, leader dell'estate al mare.

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Se la spiaggia diventò un'abitudine nelle estati degli italiani, attività ludiche come il beach volley o lo snorkeling trovarono spazio tra i nuovi hobby dei bagnanti. Anche la moda si lasciò influenzare prima con la comparsa degli slip, fino a quel momento intesi solo come indumento intimo, ma soprattutto del bikini, nato nel 1946 grazie al designer francese Louis Réard. Arrivato in Italia solo negli anni '50, il due-pezzi sradicò l'estremo senso del pudore in vigore fino a quel momento, in cui i costumi femminili, così come quelli maschili, coprivano buona parte del corpo con poche eccezzioni nei modelli che scoprivano le gambe.