L'Italia offrirà un anno di visto agli stranieri che faranno smart working
Per vivere un anno di "dolce vita"
05 Aprile 2022
Da sempre l'Italia esercita un certo fascino verso le migliaia di turisti che ogni anno sognano di vivere uno scampolo di "dolce vita", come la chiama qualcuno nei tantissimi video TikTok in cui cittadini americani si trasferiscono in Italia alla ricerca di quella pace vista in film come Chiamami col tuo nome e, soprattutto, Mangia Prega Ama. Un sogno che per qualcuno potrebbe diventare realtà. Con l'approvazione di un nuovo decreto sarà infatti possibile ai "nomadi digitali" o lavoratori da remoto richiedere un permesso di soggiorno della durata di un anno.
Rientrano nel decreto i cittadini di un Paese extra-EU che svolgono attività lavorative compatibili con il lavoro da remoto in modo autonomo o per un'azienda che non risiede nel territorio italiano. A questi sarà consentito l'ingresso in Italia con un permesso di soggiorno della durata di un anno a patto che vengano rispettate un serie di richieste e assicurazioni di carattere fiscale. È però ancora da decidere quali saranno i requisiti per ottenere il permesso, comprese le categorie di lavoratori che potranno far parte dell'iniziativa e il reddito minimo richiesto.
L'iniziativa, simile a quella già presente in paesi come la Germania e il Portogallo, punta a portare in Italia talenti provenienti dall'estero facendo leva sul fascino esercitato dal nostro paese sui lavoratori stranieri. «Abbiamo tantissimi borghi e i lavoratovi in remoto possono riportarli in vita» ha dichiarato il Ministro della Cultura Dario Franceschini. «Ora che le persone possono lavorare senza essere fisicamente presenti in ufficio, l'isolamento di questi luoghi non è più un problema ma parte della loro bellezza.» Solamente pochi mesi fa il Ministero della Cultura aveva varato una serie di interventi per un totale di 1 miliardo di euro con lo scopo di rilanciare i piccoli borghi, proprio in questo senso la nuova iniziativa sembra mirata ulteriormente a portare in Italia lavoratori stranieri con la promessa di un angolo di "dolce vita".