A Guide to All Creative Directors

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Quando le cravatte non sono più cravatte

Dall'ufficio alla passerella, le cravatte non obbediscono più alle regole

Quando le cravatte non sono più cravatte Dall'ufficio alla passerella, le cravatte non obbediscono più alle regole

La cravatta è diventata un elemento imprescindibile del guardaroba maschile non grazie ai primi "finance bro", il cui completo a tre pezzi non è mai completo senza un tocco di colore annodato al collo, bensì grazie ai cavalieri croati del XVII secolo. Quando Luigi XIII scoprì questi pezzi di tessuto e il loro potere di trasformare completamente l’abbigliamento militare, decise di introdurre questo accessorio a corte, dove prese poi il nome di "cravate" (derivato dalla parola "Croato"). Lunga, corta, sottile, larga: la cravatta divenne subito un simbolo globale dell’élite, dell’esercito, del potere e della mascolinità. Ha continuato a rappresentare questi valori fino agli anni ‘80: qualsiasi uomo desideroso di scalare la scala sociale indossava una cravatta. Anche il cinema ha contribuito a rafforzarne l’immagine in questo periodo, in particolare grazie ai look di Patrick Bateman in American Psycho, l’iconica rappresentazione dell’uomo d’affari bello, ricco e di successo. Con la diffusione di tendenze come il casual Friday, che permette ai dipendenti di vestirsi in modo più informale il venerdì o il successo di imprenditori poco interessati alla moda – come Steve Jobs con il suo iconico dolcevita o Mark Zuckerberg con le sue t-shirt da geek – la cravatta ha perso parte del suo fascino. Tuttavia, rimane un classico intramontabile della moda maschile, capace di resistere ai cambiamenti delle tendenze e dei desideri dei consumatori. Eppure, se un tempo il tessuto indossato dai croati nell’epoca d’oro di Versailles ha involontariamente dato vita a una tendenza che ancora oggi conferisce un tocco di eleganza a qualsiasi outfit, nel 2025 la forma, il colore e persino il materiale della cravatta sono cambiati in molti modi.

Alcune delle icone della cultura pop contemporanea che incarnano questo cambiamento includono Timothée Chalamet, apparso agli ultimi SAG Awards con un orologio Cartier da 25.000 dollari usato come cravatta, o Ayo Adebiri, che ai Golden Globes di gennaio ha sfoggiato un completo grigio di Loewe decorato con una piuma dorata che si estendeva dalla base del collo fino al petto. Ma questi look delle celebrità hanno una provenienza ben precisa: basta dare un’occhiata alle ultime sfilate delle Maison principali per capire che la cravatta tradizionale è fuori moda, mentre qualsiasi cosa possa essere annodata intorno al collo e chiamata cravatta è ormai di tendenza. Questa reinterpretazione della cravatta e del suo significato è diventata particolarmente evidente per la prima volta con la maison Schiaparelli e la sua collezione FW24 "Esprit de Schiap”, presentata da Daniel Roseberry lo scorso marzo. Sebbene i look minimalisti e d’avanguardia del designer americano abbiano conquistato gran parte del pubblico e della critica, un accessorio in particolare, presente nel secondo look della collezione, ha catturato l’attenzione e la curiosità di tutti: la cravatta di capelli intrecciati. Realizzata con capelli umani veri e disponibile in diverse tonalità per adattarsi agli outfit, questa scelta stilistica è stata pensata per omaggiare il surrealismo che ha sempre caratterizzato Schiaparelli. Ma Roseberry non è stato l’unico a decretare che fosse tempo di cambiare la texture della cravatta. Per la sua collezione menswear SS25, Jonathan Anderson da Loewe ha adornato i suoi modelli con una cravatta molto particolare: una o più piume, a volte grigie, a volte dorate, che si estendevano dalla fronte. Prada, invece, non ha esplorato il tema animale, ma ha introdotto sottilmente alcune cravatte uniche nella sua collezione menswear FW25, realizzate con una catena di ferro che si estendeva dritta dal collo al petto. Questo ci porta all’ultima evoluzione delle cravatte non convenzionali: quelle di Gucci, presentate nei giorni scorsi durante la FW25 della maison. La collezione Continuum di Gucci, attualmente senza un direttore creativo, ha celebrato il patrimonio della maison italiana reinventando il suo iconico morsetto. Ma invece di collocarlo sui mocassini o usarlo come chiusura per le borse, come fatto in passato, questa volta è stato indossato intorno al collo. Sia portato come una collana che in modo più rigoroso e formale, il morsetto di quest’anno si presenta come una vera e propria cravatta, in grado di garantire l’accesso agli uffici più esclusivi per chi osa abbinarlo a un completo elegante e ben tagliato.

Dopo la collezione SS25 ready-to-wear femminile di Saint Laurent, che ha messo al centro le donne attraverso il power dressing con blazer oversize e cravatte tradizionali, e quella di Bottega Veneta, dove le cravatte in pelle si mescolavano con cravatte annodate in modo disinvolto su camicie aperte e stropicciate, sembra che la cravatta – indipendentemente dalla sua forma, colore o materiale – sia più attuale che mai. A volte usata in modo discutibile, come nel caso di Donald Trump e la sua immancabile cravatta rosso acceso, simbolo di amore ma anche di potere, orgoglio e guerra, l’accessorio continua a rappresentare un'affermazione di stile forte e audace, soprattutto quando indossato fuori dal suo contesto tradizionale. Questa evoluzione della cravatta, del suo scopo e della sua simbologia ci ricorda che qualsiasi capo di moda – per quanto serio o elitario – è, sicuramente, un mezzo di espressione, creatività e reinvenzione. Chissà cosa penserebbero i cavalieri croati della cravatta Cartier di Timothée Chalamet?