
I 5 migliori show della Paris Fashion Week Men’s
La capitale francese non smette mai di stupire
27 Gennaio 2025
Parlare di Parigi può sembrare quasi ridondante, dato che la Fashion Week francese, in tutte le sue reiterazioni, resta intoccabile. Dopo un calendario piuttosto ristretto per il menswear milanese, la moda maschile di Parigi è riuscita a offrire una settimana intensa: protagonisti non sono stati solo i grandi nomi del calendario, ma anche i debutti oltreoceano, che hanno regalato show memorabili. Con l’inizio della Couture Week, possiamo quindi dire che il calendario uomo per la FW25 si è ufficialmente concluso, ecco quindi la lista dei 5 migliori show della Paris Fashion Week Men's.
Dior Homme
Forse abbandonare la direzione creativa di Fendi è riuscita a risvegliare lo spirito classicita di Kim Jones: ispirandosi alla Ligne H di Christian Dior, Jones ha portato all’École Militaire un tripudio di fluida sensualità. Con una distinta ode al classicismo, la collezione FW25 è riuscita a combinare perfettamente il DNA della Maison in maniera ultra-attuale, intrecciando una sofisticata reinterpretazione della storia della moda con un’estetica contemporanea. Jones ha esplorato l’idea di metamorfosi e trasformazione, un tema che attraversa tutta la collezione, iniziando dall’ispirazione alla Ligne H di Dior per la stagione Autunno-Inverno 1954-55, fino alla trasposizione di questi elementi nella moda maschile. La fluidità delle silhouette e il gioco di volumi, che alternano linee aderenti a forme più morbide e svasate, riflettono il dialogo tra passato e presente. Le influenze couture femminili emergono con forza nei capispalla come mantelli e cappotti operistici, che rivisitano il guardaroba maschile con un tocco di teatralità, senza mai perdere l’essenza rigorosa e monumentale della Maison. Verrebe quasi da osare e dire che sembra essere tornati agli anni d’oro di Dior.
Willy Chavarria
In forte contrasto con i soliti show di Parigi, Willy Chavarria è arrivato da New York per sovvertire i rigidi canoni della Fashion Week francese. Se da Dior si è respirato classicismo, il designer messicano ha portato in passerella un romantico mix di inclusività, intersezionalità e diversità, principi cardine che rischiano di venire offuscati nei prossimi anni. Con un casting d’eccellenza e richiami significativi nel makeup e nell’hairstyling, il messaggio di Chavarria è stato inequivocabile: la moda è e deve rimanere uno strumento politico. La collezione FW25, intitolata Tarantula, si distingue per la sua estrema cura nei dettagli sartoriali e per l’abilità nel raccontare una storia culturale profonda attraverso ogni elemento. Oversize dalle spalle definite e colli appuntiti donano un tocco rétro ai capi, mentre tessuti lussuosi come velluti multicolore, seta e un intenso bouclé rosso evocano un’estetica drammatica e sofisticata, che richiama persino lo Chanel di Karl Lagerfeld degli anni ’90. Gli accessori, anch’essi emblematici, giocano un ruolo cruciale nella narrazione. Lunghi rosari portati a mano e chiavi utilizzate come charms diventano simboli di appartenenza e identità, rafforzando il dialogo tra spiritualità e quotidianità. Attraverso Tarantula, Willy Chavarria ha dimostrato che la moda non è solo estetica, ma anche un mezzo per mettere in discussione i confini culturali, raccontare storie di resilienza e riaffermare il valore dell’inclusività.
Lemaire
Andando contro ogni previsione, il quiet luxury continua a essere una presenza dominante sulle passerelle di Parigi, confermando che l’eleganza non perde mai il suo fascino. Tra i brand che meglio rappresentano questa filosofia, Lemaire continua a distinguersi per coerenza e rigore. Con un approccio senza fronzoli e privo di eccessi, Christophe Lemaire e Sarah-Linh Tran hanno presentato una collezione FW25 che rimane fedele alla loro estetica, costruita su un equilibrio raffinato tra forma e funzione. Le silhouette, punto focale della collezione, emergono con forza grazie all’uso calibrato di materiali pregiati, tra cui spicca il pellame. La collezione esplora il concetto di lusso con tessuti dalle texture ricche e drappeggi morbidi, capaci di creare un’estetica che unisce praticità e modernità. Le silhouette co-ed combinano sapientemente funzionalità e raffinatezza: giacche di pelle si accostano a gonne fluide e pantaloni morbidi, componendo un guardaroba pensato per la quotidianità ma con un’impronta sartoriale evidente. Lemaire non si concede concessioni superflue, ma ogni dettaglio parla di cura e precisione, come dimostrano le cinture sottili che rifiniscono i look senza appesantirli. E se di solito le borse tendono ad essere tra gli accessori prediletti, per questa FW25 le calzature sono riuscite a catturare tutta l’attenzione, sopratutto i decolleté e gli stivali in pelle arricciata.
Sacai
La natura selvaggia, la tundra e il freddo: con la FW25 di Sacai si ha l’impressione di essere catapultati in un paesaggio aspro e incontaminato, ma l’ispirazione di Chitose Abe è ben più intima e nostalgica, radicata nell’immaginario fantastico del libro per bambini Where the Wild Things Are. Al centro della collezione c’è un uso insistito della pelliccia, elemento che attraversa capi, accessori e calzature, emergendo con forza nella nuova collaborazione con UGG. La collezione non si limita a proporre il già visto, ma amplia il discorso iniziato con collaborazioni precedenti come quella con Carhartt WIP, evolvendo capi classici come le chore jacket in versioni più elaborate: giacche di pelle, piumini con colletti in velluto a coste e tonalità come marrone scuro e verde pino. Le silhouette mantengono il tipico gioco di volumi del brand, con stratificazioni che alternano capi oversize a tagli più aderenti. La maglieria, le imbottiture e le nuove lavorazioni in pelle si mescolano al canvas lavato per creare un’estetica che, pur richiamando il workwear, resta profondamente radicata nell’universo Sacai. La pelliccia diventa il fil-rouge: bordi, cappotti e scarpe, tra cui gli stivali in shearling al ginocchio e le slip-on realizzate con UGG, dominano la passerella, mentre dettagli come le stampe wild cow di J.M. Weston aggiungono un tocco volutamente eccentrico. La palette cromatica si muove tra i verdi militari, i marroni e i beige, con incursioni più decise come il rosso scarlatto. Non c’è nulla di superfluo, ma nemmeno nulla di imprevedibile: Abe continua a lavorare sul sottile equilibrio tra l’utile e il sofisticato.
EGONLAB.
Non c’è dubbio: dalle passerelle continuano ad arrivare segnali che l’inverno prossimo sarà un “Nosferatu Winter.” A guidare questa tendenza c’è EGONLAB., che con la collezione FW25, intitolata S4LEM, ha deciso di reinterpretare i processi alle streghe attraverso una lente contemporanea. La narrazione, apparentemente ispirata agli eventi del 1600, in realtà pone una riflessione su temi più attuali, accostando le streghe di allora alle minoranze e alle comunità marginalizzate di oggi. Il primo look, un lungo cappotto nero in doppiopetto con colletti e polsini sfilacciati, cattura immediatamente l’essenza della collezione: un gotico minimalismo che definisce l’intera linea. La collezione affronta il tema della lotta e della resilienza attraverso l’uso innovativo di materiali e silhouette tradizionali, manipolati per creare texture e forme inaspettate. Tra tutte le caratteristiche però spicca la palette cromatica che esplora toni polverosi con brillanti ed insapettati accenti rosa e arancio scuro. Gli elementi legati alla stregoneria sono disseminati nei dettagli: i “bat flowers” o fiori delle streghe, reinterpretati come frange in pelle voluminosa, decorano cappotti da lavoro e abiti avant-garde.