Come Luigi Mangione è diventato un martire
Un caso destinato a rimanere negli annali della storia americana
20 Dicembre 2024
Era difficile aspettarsi che, alla fine del 2024, Internet avrebbe potuto avere un nuovo antieroe – un assassino che con il suo gesto estremo avrebbe spalancato le porte a un dibattito sociale che l’America, il mondo e i cosiddetti powers that be non sono pronti ad affrontare. È il caso di Luigi Mangione, l'assassino del CEO di UnitedHealthcare, Brian Thompson, che dalla sua fuga fino alla sua incarcerazione ha gettato l’intera comunità globale dei social media in un complesso dibattito su temi etici e sociali come la disparità economica, le lacune del sistema sanitario e il ruolo della giustizia nelle società moderne. Oggi, le autorità e la stampa stanno formalmente trattando Mangione come una specie di villain dei fumetti – le immagini del suo arrivo a New York, nella sua tuta arancio da carcerato, circondato da un piccolo esercito di agenti di polizia in nero oltre che dal sindaco di New York in persona ha qualcosa di assolutamente teatrale, di drammatico quasi. Come fa un singolo uomo in una tuta arancione a richiedere un tale livello di sicurezza? Al di là delle foto, a dominare le notizie sono stati i capi d’accusa che includono anche l'omicidio con aggravante di terrorismo ai sensi delle leggi dello Stato di New York - accusa che eleva la vendetta nei confronti del CEO a gesto ideologico. Il fatto che l’accusa di terrorismo sia giunta nelle stesse ore dell’ennesimo school shooting, ha suscitato dubbi sulla matrice politica dell’accusa stessa dato che Mangione ha ucciso un singolo uomo mentre in situazioni come le sparatorie nelle scuole si contano a volte anche decine di vittime o un personaggio come Kyle Rittenhouse, diventato una specie di idolo dei conservatori. Adesso Mangione potrebbe rischiare la vita in prigione e secondo alcuni anche alla pena di morte. E qualcuno, scrivendo su X, si è domandato come mai le autorità di un paese religioso come gli USA non stiano comprendendo che il trattamento riservato a Mangione non ne stia facendo in realtà un martire.
NYPD choreographed a perp walk that makes Luigi Mangione look like a twenty-first-century martyr.
— Dr. Amy Clukey (@AmyClukey) December 20, 2024
They think they control the optics, but they are way out of their depth. pic.twitter.com/UyqkLtMVtm
In effetti, Mangione è già entrato a furor di popolo nella lista di violenti anarchici divenuti famosi in cui si trovano Ted Kaczynski e Gaetano Bresci. E uno degli aspetti più sorprendenti del caso è il livello di supporto popolare ricevuto da Luigi Mangione, in particolare tra le fasce più giovani della popolazione. Secondo un sondaggio di CloudResearch condotto subito dopo l’arresto il 27% degli americani adulti ha dichiarato di provare "moderata" o "grande" simpatia per Mangione; il 12% ritiene che l’omicidio sia stato un atto giustificabile. Tra gli adulti sotto i 30 anni, il sostegno a Mangione sale al 28%, mentre scende al 5% tra gli over 50. Le ragioni di questa empatia sono legate alla frustrazione delle persone comuni nei confronti del sistema sanitario americano e, più in generale, verso l’enorme disparità sociale che vige nella società occidentale. In particolare la compagnia assicurativa il cui CEO è stato ucciso era nota per negare molte delle richieste di copertura assicurativa utilizzando anche le AI per inviare rifiuti automatici – un meccanismo viziato che in effetti ha causato la morte di moltissime persone trovatesi senza cure mediche. I simpatizzanti di Mangione si domandano infatti se non esista uno squilibrio tra le colpe del suo assassino, che ha ucciso solo una persona, e quelle della vittima, le cui azioni potrebbero aver causato la morte di migliaia di persone. La durezza delle accuse nei suoi confronti, infatti, testimonia il panico in cui l’episodio ha gettato molti membri della classe dirigente, che attraverso la stampa e la televisione sta definendo “disturbante” e “pericolosa” la glorificazione di atti violenti come forma di protesta. Nel frattempo, sui social media, l’hashtag #FreeLuigi è diventato virale, con migliaia di utenti che condividono storie personali di lotta contro compagnie assicurative e sistemi sanitari inefficaci.
@clarambecker #luigimangione arrived in #newyork for his appearance in #federal #court and was publicly paraded by #nypd and the #fbi #fyp #luigi #ceo #healthcare #shooting #newyorkcity #police #us Gangstas Paradise - Mello Music
Uno degli aspetti più controversi del caso adesso, come spiega Forbes, è la possibilità che si verifichi una “nullificazione della giuria” ovvero una situazione legale in cui i giurati, pur riconoscendo che l’imputato è colpevole secondo la legge, decidono di assolverlo per motivi morali o sociali. Neama Rahmani, ex procuratore federale, ha sottolineato che il rischio di jury nullification è particolarmente alto in questo caso, data la polarizzazione dell’opinione pubblica. «Non ho mai visto un accusato di omicidio ricevere così tanto supporto. Per alcuni Mangione è una specie di eroe», ha dovuto ammettere lo stesso Rahamani mentre le parole scritte da Mangione in una nota resa pubblica, che recitavano «Questi parassiti se lo sono meritato» stanno trovando un supporto crescente mentre rimbalzano da un lato all’altro di Internet. Proprio per questo il processo di selezione della giuria sarà cruciale e il procuratore distrettuale Alvin Bragg dovrà assicurarsi che i giurati non siano parziali nei suoi confronti. Non di meno, il vero problema che il caso di Mangione ha evidenziato, sul piano dei principi ideologici, è quello che potremmo definire della dissonanza istituzionale, ovvero un atteggiamento delle autorità ancorato a normative e valori formali che ignorano i cambiamenti culturali, sociali e morali della popolazione. In breve: tutti in America sanno perché Mangione sta ricevendo il supporto che riceve ed è considerato una specie di eroe del popolo, e non di meno politici ed esperti che parlano alla stampa paiono sorpresi che i livelli di frustrazione nei confronti delle falle del sistema sanitario siano sfociati in un omicidio.
Sempre di più, in effetti, nell’intero occidente, si nota la tendenza delle istituzioni a usare la legge come scudo per evitare di confrontarsi con la realtà dei cambiamenti sociali evidenziando una frattura tra le istituzioni, che dovrebbero rappresentare i cittadini, e i cittadini stessi, che vedono le loro istanze ignorate - il caso della sanità in America ne è un esempio. Sempre in questi giorni, ad esempio, è apparso su Internet un meme che ironizza sul titolo di un articolo del Times relativo al governo inglese di Keir Starmer (e dunque del tutto irrelato al caso di Mangione o a qualunque altro caso) che recita: Don’t replace the culture war with class war. Il titolo è stato ora del tutto de-contestualizzato e trasformato in un meme che lo ha usato come una frase attribuibile a un establishment elitario che vuole distrarre il pubblico con questioni relative a rappresentazione e identità, e dunque importanti su un piano spesso solo semantico, per non far cadere l’occhio pubblico sul sempre più ampio problema della disparità delle classi sociali - qualcosa che negli USA sta in parte succedendo dato il peso che le cosiddette “politiche dell’identità” hanno avuto nelle recenti elezioni. Il punto però è che negli USA l’accesso alla sanità è un problema per tutti, che prescinde dall’orientamento politico, e forse il caso di Mangione è diventato così virale perchè ha portato alla luce una scomodissima realtà: la “culture war” può benissimo diventare una “class war”. Ma cosa dice di una società e soprattutto di una classe politica il fatto che si debba attendere un omicidio perché certi temi finiscano sul tavolo della discussione?