Sempre più persone fanno shopping al duty-free
Nonostante il caro biglietti
17 Dicembre 2024
Il settore del travel retail, ovvero quel comparto che si occupa della vendita di prodotti al dettaglio in luoghi legati ai viaggi, come stazioni, aeroporti e terminal, è destinato a raggiungere nel 2025 un fatturato globale impressionante, che potrebbe superare i cento miliardi di dollari. Questo dato emerge da una recente analisi condotta dall'ATRI (Associazione Travel Retail Italia) e riportata da La Reppublica, che ha fornito una panoramica sullo stato di salute di questo settore e sulle tendenze attuali. Sebbene il settore risenta ancora del pesante colpo della pandemia, quest’anno è stata presentata una forte ripresa, alimentata in particolare dal ritorno dei viaggiatori internazionali. Nel contesto più ampio, l’industria del travel retail si inserisce in un panorama che prevede una continua crescita del traffico aereo, strettamente correlata all'andamento del PIL globale. Le stime per il futuro sono ottimistiche, con un incremento del traffico aereo annuale del 1,7% nel 2024 e la previsione di un ulteriore incremento dell'1,8% nel 2025. Guardando più lontano, si prevede che il numero di passeggeri globali aumenterà mediamente del 3,4% all'anno fino al 2040, portando a un incremento di quasi 4 miliardi di passeggeri.
Complessivamente la crescita annuale composta (CAGR) del settore è andata sempre migliorando: dal 2019 al 2025 è stimata al 7,5%, a testimonianza di una robusta ripresa che ha visto i volumi di vendita nelle stazioni e negli aeroporti italiani superare i livelli precedenti del lockdown. In particolare, un fattore chiave di questo rimbalzo è la riduzione della soglia del tax free shopping, abbassata da 154,95 a 70,01 euro, misura introdotta dal Ministero del Turismo nel febbraio 2023. Secondo Stefano Gardini, presidente dell'ATRI, che ne ha parlato con La Repubblica, questa modifica ha avuto un impatto positivo, contribuendo al raggiungimento di risultati superiori anche rispetto al retail tradizionale, con performance che promettono di continuare a migliorare fino alla fine di quest'anno. Questi sviluppi avranno certamente un impatto positivo sul settore, anche se non mancano alcune sfide da affrontare, come il revenge travel che sta cominciando a diminuire, o la possibile ascesa di velivoli a fusoliera stretta per voli a lungo raggio, che potrebbero ridurre il traffico negli hub principali, con conseguente impatto sugli spazi commerciali degli aeroporti. L'ATRI segnala anche l'emergere di nuovi consumatori, con particolare attenzione ai viaggiatori provenienti da Paesi asiatici come il Vietnam e le Filippine, che potrebbero portare nuove dinamiche di acquisto. Questo fenomeno suggerisce la necessità di un adattamento delle offerte commerciali per soddisfare le diverse esigenze e preferenze di questi nuovi gruppi di consumatori.
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Le abitudini di acquisto dei viaggiatori sono influenzate da diversi fattori. Una recente indagine ha rivelato che i consumatori sono motivati principalmente dal buon rapporto qualità-prezzo, con il 26% degli intervistati che lo considera il principale fattore, seguito dalla comodità, che incide sul 19% dei rispondenti, e dal tempo disponibile per scegliere, indicato dal 17%. Altri fattori chiave sono la fedeltà al brand, citata dal 16%, e l'interazione con il personale di vendita, che gioca un ruolo fondamentale nell'esperienza di acquisto. Il 50% degli acquirenti ha dichiarato di interagire con gli addetti alla vendita, e tra questi, il 73% ha affermato che i consigli ricevuti hanno influenzato positivamente le loro decisioni di acquisto. Un altro dato interessante riguarda la tipologia di acquisti: il 51% dei viaggiatori compra per sé, il 25% acquista regali, il 16% sceglie prodotti da condividere al ritorno, mentre l'8% acquista su richiesta. Inoltre, circa un terzo degli acquirenti compie acquisti d'impulso, senza una pianificazione precisa. Questo comportamento è particolarmente evidente nei luoghi di viaggio, dove la disponibilità immediata di prodotti attrae i consumatori.