Il governo italiano mette al bando le keybox
Un passo in avanti nel contrasto all’overtourism
03 Dicembre 2024
Il Ministero dell’Interno italiano ha deciso di vietare l’uso delle keybox e dei sistemi di self check-in per gli affitti brevi, introducendo un obbligo che prevede la verifica in presenza dell’identità degli ospiti. Questo provvedimento, emanato tramite una circolare del capo della Polizia Vittorio Pisani, impone ai gestori di effettuare personalmente il check-in, controllando la corrispondenza tra i documenti forniti e le persone che accedono all’appartamento o residenza in questione. Secondo il Ministero, l’identificazione a distanza, tramite l’invio di documenti in formato digitale e l’accesso automatizzato agli alloggi, non garantisce un controllo adeguato dato che persone diverse da quelle registrate possono accedere agli appartamenti. La decisione si basa in teoria sulla necessità di incrementare il livello di sicurezza in un momento storico denso di tensioni internazionali ma sicuramente arriva anche in risposta al fortissimo malcontento che il dilagare degli affitti brevi ha suscitato tra gli abitanti di città come Firenze o Venezia, trasformatesi negli anni in giganteschi hotel a cielo aperto. La misura colpisce direttamente i sistemi di gestione automatica come i keybox, piccoli locker che permettono l’accesso agli alloggi tramite un codice. Questi dispositivi, spesso utilizzati dagli host per gestire le prenotazioni senza essere fisicamente presenti (e che hanno anche consentito il boom di società che funzionano come veri e propri hotel “diffusi” dato che gestiscono a distanza decine e decine di appartamenti) sono stati dichiarati non conformi alle nuove regole, che richiedono la verifica fisica e personale dell’identità di ogni ospite.
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La circolare arriva in un contesto in cui l’Italia si prepara a eventi di grande rilevanza, come il Giubileo del 2025 e i Giochi di Cortina del 2026. Nel caso del Giubileo di Roma, ad esempio, si è molto discusso di come le strutture ricettive della città, che vanno dalla mobilità urbana fino allo stato di completamento di numerosi cantieri, uno dei quali è di fronte al Vaticano, reggeranno di fronte a un flusso previsto di oltre 30 milioni di turisti. E considerata la natura religiosa dell’evento, garantire che ogni persona che soggiorna in una struttura ricettiva sia correttamente identificata è ritenuto fondamentale per prevenire rischi legati alla sicurezza e all’ordine pubblico ma anche per dare una stretta all’abusivismo che ha iniziato a diventare un problema anche nel caso di questi affitti brevi. La ministra del Turismo, Daniela Santanchè, ha dichiarato il proprio sostegno alla misura, ma le reazioni del settore degli affitti brevi sono state però contrastanti. L’Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi (AIGAB) ha espresso preoccupazione per il possibile impatto della misura su un settore che ha registrato una forte espansione grazie alla digitalizzazione e alla connettività. Secondo l’associazione, molti gestori già utilizzano sistemi tecnologici avanzati, come software di riconoscimento biometrico e codici OTP, analoghi a quelli impiegati per l’accesso ai conti bancari o agli autonoleggi. Questi strumenti garantiscono un alto livello di sicurezza, e l’obbligo di check-in in presenza potrebbe risultare anacronistico e discriminatorio nei confronti degli affitti brevi rispetto ad altre forme di accoglienza.
Interessante il cortocircuito per cui a lottare contro #airbnb ora è il Viminale con la stretta sul #keybox e robin hood si trova dalla stessa parte dello sceriffo di Nottingham.
— Fran Atopos Conte (@franatopos) December 2, 2024
Airbnb, dal canto suo, si è detto aperto a collaborare con le città italiane in conformità con le nuove regole, ma ha anche sottolineato l’importanza di trovare un equilibrio che non penalizzi l’innovazione tecnologica. In ogni caso, dal palco dell’assemblea dell’ANCI di Torino, la piattaforma ha riconosciuto che città come Roma, Firenze e Venezia stanno affrontando un aumento della pressione turistica che richiede una maggiore regolamentazione. Proprio questo aumento dei flussi turistici, combinato con il crescere delle tensioni internazionali, è stato discusso durante il recente G7 Turismo a Firenze facendo emergere una nuova volontà da parte delle istituzioni di controllare più da vicino un fenomeno che si svolge in contesti nazionali sempre più rischiosi. Considerato quanto l’Italia e tanti dei suoi centri restino dipendenti dal turismo, il successo della misura dipenderà dalla capacità del governo di bilanciare controlli e sicurezza con le necessità di un settore sempre più centrale – magari provando a risolvere anche il sempre più grave problema dell’housing che nelle periferie delle grandi città comincia a essere visto sempre più negativamente dalle comunità locali come capitato a Milano Sud.