Come ci immaginiamo si vesta uno sniper?
Tra cyberpunk e anni '90
02 Agosto 2024
In questi giorni le superstar più improbabili emerse dai Giochi Olimpici di Parigi sono i tiratori scelti delle squadre coreane, cinesi e turche. E se Yusuf Dikec, vincitore della medaglia d’argento, è diventato famoso online per la completa assenza di equipaggiamento tecnico (molti si stupiscono che sia arrivato alle Olimpiadi con una t-shirt e un paio di occhiali) è stato il look di Kim Yeji, campionessa dei record sud-coreana, che con indosso una tuta futuristica di Fila, con i capelli precisamente raccolti in un cappellino e occhi nascosti dietro lenti tecniche che la facevano sembrare un cyborg ha acceso l’immaginazione del mondo intero. Oltre a diventare una superstar nel giro di una notte, la tiratrice coreana ha anche reso tremendamente attuale un’estetica definita online come quella di uno “sci-fi assassin”, diventando l’incarnazione vivente di personaggi che fino a ora popolavano un sotto-genere specifico di film, detto il “female assassin movie”. Se infatti sniper e cecchini uomini sono diventati archetipi dei thriller d’azione negli anni ’80, presentandosi sotto le forme più svariate nel corso del decenni (uniformi militari, tenute iper-quotidiane come quelle di The Killer, completi neri nel caso del sicario-gentiluomo) il look da “sci-fi assassin” di Kim Yeji pare assai indebitato con un tipo di estetica che oggi, nei forum di internet, viene definita come “90s cool” in riferimento sia al periodo storico in cui si sviluppò, sia alla singolarità con cui i suoi elementi continuavano a tornare attraverso film distanti geograficamente e temporalmente ma non tematicamente.
Cos’è il “90s cool”?
Su Internet, l’espressione “90s cool” fu un’amalgama di stile personale e videografico che emerse a metà degli anni '90 e divenne attraverso media come il cinema, i videoclip e i videogame un'estetica distintiva che combinava coreografie di combattimento in stile arti marziali con avanzati effetti generati al computer (CGI). Questo stile fu significativamente influenzato dall'ascesa degli anime in Occidente, incorporando elementi di futurismo Y2K e di estetica cyberpunk, come ad esempio nel caso dell’anime Ghost in the Shell. La sua popolarità crebbe enormemente con il successo dei film di Matrix, particolarmente intorno al 1999-2000, quando gli studi cercarono di replicare l'iconico look e la sensazione del film, a loro volta ispirato dagli anime, ma anche da film come Il Corvo di Alex Proyas e dai thriller d’azione di John Woo. Il tratto distintivo di quest'estetica, che si ripetè tanto da diventare la cifra di un decennio, era il suo abbigliamento unico, caratterizzato da trench coat in pelle nera, stivali da combattimento, occhiali da sole indossati anche la notte, giubbotti antiproiettile, catsuit in lattice e abbigliamento formale scuro. Era un mix di cyberpunk, dark fantasy ma anche del minimalismo imperante sulle passerelle dell’epoca. Questi outfit trasmettevano un senso di raffinatezza, eleganza e ribellione. L'uso del "Bullet Time", ovvero il rallentatore, trasformò i costumi in protagonisti dato che l’impatto visuale delle tute nere, dei trench che svolazzavano come mantelli e degli occhiali da sole veniva enfatizzato al massimo.
@actt.ae SHE CARRIED ALL THE MOVIES
In occidente, Matrix e la trilogia di Blade sono i film per eccellenza che incarnavano questo look. In particolare, Matrix definì e diede il nome a una maniera di vestirsi, con outfit total black e occhiali da sole, caratterizzato dettagli come tute di latex, occhiali tecnici, capelli lucidi e pettinati all’indietro. Blade, che fu il film il cui successo salvò i Marvel Studios consentendogli di creare la prima generazione di comic book mobie, rinforzò anche l'appeal della dell'abbigliamento tattico, grazie al suo look da guerriero urbano e grintoso mentre altri film minori, tra cui Ballistic, Shaft, Equilibrium ma modernamente anche John Wick. Serie anime come Trigun, Akira, Vampire Hunter D, Eat-Man influenzarono pesantemente questo stile e questo linguaggio oscuro, futuristico e orientato all'azione. Il collegamento agli anime evidenziò la fusione di influenze culturali occidentali e orientali che divenne una caratteristica dell'abbigliamento e dell'intrattenimento dell'epoca. Nel campo della musica, l'influenza dello stile si fece molto sentire: pensiamo alle catsuit e ai look di Britney Spears nel video di Toxic, ma anche ai video musicali che adottarono l'estetica dell'alta tecnologia come Elevation degli U2, collegato alla colonna sonora di Tomb Raider, ma anche No Scrubs delle TLC e Try Again di Aaliyah. Questi video spesso presentavano abiti in pelle nera, catsuit in lattice e gadget di alta tecnologia, allineandosi con i temi visivi del 90s Cool.
Donne fatali
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L'archetipo dell'assassina ha radici antiche, con esempi come Yael e Judith nella Bibbia, che usarono astuzia e forza per superare i nemici. Questo tema è evoluto nel cinema, dove la donna letale è diventata una potente protagonista. Nel tardo XX secolo, registi come François Truffaut con La sposa in nero (1968) e Bo Arne Vibenius con A Cruel Picture (1973) portarono questo personaggio in primo piano, raffigurando donne che cercano vendetta contro chi le ha danneggiate. Sempre tra il ’72 e il ‘73 in Giappone uscirono film immensamente influenti come Lady Snowblood di Toshiya Fujita e l’iconica trilogia Female Prisoner 701 di Shunya Itō (questa ispirata all’omonimo manga) che gettarono le basi per l’intera estetica e trama di Kill Bill, ad esempio, e più in generale crearono l’idea di una donna-ninja, esperta con le armi e desiderosa di vendetta. Gli anni '90 videro un aumento delle eroine d'azione, esemplificate da film come Nikita (1990), che ispirò una serie TV e un remake hollywoodiano, e più tardi anche i film della saga di Underworld riflettendo una crescente fame di narrazioni "girl power". L'estetica di questi personaggi spesso combina fascino e pericolo, con attrici come Charlize Theron in Atomica Bionda e Angelina Jolie in Mr. & Mrs. Smith che incarnano questo mix. Di solito iniziano in posizioni vulnerabili, spinte da perdite personali o traumi, e il loro percorso riguarda la riconquista del potere e la ricerca di giustizia.