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Nel 2024 lo styling si fa con le Note del telefono

Dagli sticker, fino agli archivi personalizzati passando anche dalle nuove app

 Nel 2024 lo styling si fa con le Note del telefono  Dagli sticker, fino agli archivi personalizzati passando anche dalle nuove app

L'affermazione più frequente quando si guarda il proprio armadio è “non ho niente da mettere”. Eppure, nonostante la sensazione di disorientamento di fronte alla sfida dell’outfit perfetto, i dati parlano chiaro: rispetto a vent’anni fa, consumiamo il 400% in più di abbigliamento. Davanti alla sfida sempre più impellente della sostenibilità, alcuni studi suggeriscono che per rendere il nostro guardaroba effettivamente sostenibile dovremmo ridurre del 75% gli acquisti di vestiti. Ciò nonostante, l’alleato del tutto insospettabile della Gen Z per attuare questo obiettivo è l’ordinaria app delle Note. Usata da alcuni come diario e da altri come discarica di informazioni, l’app ha di recente trovato un nuovo scopo: l’archivio di moda personale.

Da quando è stato rilasciato iOS 17 lo scorso settembre, una delle funzionalità più virali è stata la possibilità di creare sticker dalle immagini (e dunque dei propri ritratti allo specchio) che possono essere copiate e incollate nelle Note, creando una galleria dei propri look. In pratica, sempre più persone hanno iniziato a usare l’app per monitorare digitalmente il nostro guardaroba. Come nel film cult degli anni ’90 Ragazze a Beverly Hills, dove la protagonista Cher Horowitz lasciava decidere al suo computer quale outfit indossare ogni giorno. Quasi trent’anni dopo, la Gen-Z sfrutta l’app Note come alleato digitale per documentare i propri abbinamenti giornalieri. Alcuni catalogano i loro vestiti per attività giornaliera, mentre altri preferiscono organizzare il proprio armadio digitale per singolo capo: non importa veramente quale criterio si scelga, ma la comodità che l’app offre. L’abbiamo visto con il meal-planning, che prevedere una pianificazione dei propri pasti quotidiani; ora grazie a l'app per note, possiamo creare un calendario degli outfit in base agli impegni ed occasioni. 

@vivienarchive living life the smart waydidn’t manage to save every piece#fashiontok #fy #streetwear #fashion #style #closet original sound - Phoebe

Su TikTok, questi contenuti hanno milioni di visualizzazioni e hanno dato vita a nicchie di appassionati, l’user @ameliakeindl è riuscita a raggiungere 4.5 M di visualizzazioni mostrando il suo archivio outfit. Similmente, a dicembre scorso, l’influencer tedesco Marlon Noah ha postato un video sullo stesso filone che ha raggiunto più di 200k likes sulla piattaforma, affermando orgogliosamente di essere un “outfit repeater”. Purtroppo una delle limitazioni dell’app Apple è il suo design statico e non interattivo, oltre alla mancanza di un’opzione per randomizzare i capi e creare un outfit “a sorpresa”. E proprio in risposta a questa esigenza sono nate app come Whering, che permette di caricare tutti i capi e accessori, creando una sorta di tela bianca su cui assemblare gli outfit. Un meccanismo simile a Polyvore, il sito iconico degli anni 2010 usato dai giovani per creare outfit immaginari ispirati alle loro star preferite. Anche se catalogare tutti i capi su Whering richiede un tedioso processo di catalogazione, aiuta a culminare una fantasia reminiscente al film dell’infanzia della Gen-Z. L’elemento affascinate di questo nuovo fenomeno è la “gamification” dello styling. Come negli anni 2000 facevano Style Boutique e Giulia Passione Stilista, i videogiochi per la console Nintendo DS che davano la possibilità al giocatore di attingere ad un guardaroba per creare centinaia di combinazioni di capi in base allo scenario. Ora basta creare versioni in miniatura di se stessi sull’app delle note, ricordando Polly Pocket la mini-bambola di Mattel di piccola statura che si portava sempre il suo armadio con sè, come descritto dall’user @hannahg11 nel suo TikTok

Con 4 milioni di user su Whering e migliaia di post sui social riguardanti la modalità d’uso innovativa dell app delle note, è chiaro che questo è un mercato interessante per i brand da utilizzare, sia su piccola che larga scala. Nel caso delle community locali, l’app Whering ha già implementato partnership con piccoli brand che possono aiutare ad allungare la vita di un capo, dal sarto locale al lavaggio a secco eco-compatibile. Similmente a come operano brand del tipo Golden Goose o Coach, che offrono servizi in-house per riparare e restaurare i capi acquistati, e hanno programmi dedicati per dare nuova vita ai propri prodotti. In un panorama più globale, anche per l’app Note potrebbero esserci potenzialità. Ad esempio la ricercatrice Agus Panzoni ha suggerito che una possibilità sarebbe la creazione di adesivi scaricabili da parte dei brand, così da prendere parte nel processo creativo di styling. 

La creazione innovativa dell’archivio a portata di mano è solo una delle tante soluzioni che nell’ultimo anno hanno affrontato la stessa questione. Un altro esempio è l’Hard 75, una challenge ideata dalla trend forecaster americana Mandy Lee, che consiste nel creare un outfit diverso ogni giorno per 75 giorni, documentarli e, per tutta la durata della sfida, evitare assolutamente acquisti nel campo della moda. A tratti un quasi ritorno del capsule closet, che si concentra sulla qualità e adattabilità dei capi. Sembrerebbe che il pubblico sia pronto ad entrare in una nuova era della moda, più focalizzata sull’introspezione e l’individualità. Tra l’app delle note e i vari trend della Gen Z riguardo lo styling, emergono segnali di un ritorno all’originalità, senza il panico di ripetere un outfit. Come afferma la stessa Lee, "la ripetizione crea lo stile personale".