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Guida allo shopping d'archivio con @y2Kbags

Alejandro R svela i segreti del culto delle it-bag

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Fotografo
Alejandro R

Alejandro R fa parte di quella fascia demografica di Millennial che, a fine secolo, venivano rimproverati di passare troppo tempo a pensare alla pop culture. Sfogliando un magazine e l’altro, studiando i look di Mary-Kate e Ashley Olsen per capire come abbinare davvero una Birkin, però, Alejandro ha posto le basi per un lavoro che avrebbe consumato ogni suo pensiero quasi vent’anni più tardi. L’account Instagram @y2Kbags nasce così, ci spiega il founder, dalla carta glossata anni 2000 di un magazine sfogliato in privato a un feed digitale che oggi raccoglie una community di oltre 20mila persone. Ciò che ha reso la pagina un successo garantito è stata la fascinazione del suo founder per le it-bag, un argomento che oggi ricade sotto il termine ombrello “moda d’archivio”. Se per definizione possiamo considerare un articolo vintage al compimento dei suoi vent’anni, ciò che rende una borsa un pezzo da collezione è, nelle parole di Alejandro, «appartenere al periodo che è stato il pinnacolo della cultura delle it-bag», tra il 2000 e il 2009. «Dando alle borse nomi iconici come Paddington, Saddle, City e Mombasa, direttori creativi come Nicolas Ghesquière, Tom Ford, Phoebe Philo, Miuccia Prada, Jean Paul Gaultier, Silvia Fendi, Karl Lagerfeld e John Galliano sapevano esattamente cosa stavano facendo». Come del resto anche tutte le it-girl che sfoggiavano questi accessori di fronte ai paparazzi, ci sentiremmo di aggiungere. 

Mentre il settore della moda vintage e di seconda mano continua a crescere e a conoscere nuova popolarità anche tra i consumatori meno esperti, la moda d’archivio è tutta un’altra storia. Ha cominciato a farsi strada nella pop culture a partire dal 2020, quando durante la Pandemia la fashion industry ha cominciato a mettere in discussione i propri modi di produzione e a riprendere in mano i propri archivi. A partire da quell’anno si sono alternate collaborazioni tra maison di lusso e piattaforme di rivendita di seconda mano, come Gucci e The RealReal, Burberry con My Wardrobe Hq, oppure come l’acquisizione del 5% di Vestiaire Collective da parte del gruppo Kering. A portare sul red carpet la tendenza ci hanno pensato le celebrity, come Iris Law che ha scelto FW03 Versace per la London Fashion Week, Emily Ratajkowski che ha indossato il Newspaper dress di John Galliano a New York, e Bella Hadid che ha portato un look Chanel FW86 firmato Karl Lagerfeld a Cannes. Mentre direttori creativi, designer e modelle spesso si appoggiano al supporto di esperti per trovare il look d’archivio perfetto per la loro serata, altri (come la stessa Bella Hadid, che aveva un account segreto su Depop) scelgono di fare da sé. In questo caso, account come @y2kbags offrono un valido aiuto per quanto riguarda la ricerca - e lo styling, se siete appassionati del kitsch anni 2000. 

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Secondo Alejandro, la moda anni 2000 ha subito una seconda rinascita per merito dei Millennial, che adesso hanno un potere d’acquisto che gli permette di concedersi ciò che non potevano avere quando erano piccoli. Ma aggiunge: «Chi acquista pezzi d'archivio ha un rispetto per la moda che la maggior parte delle persone non ha, gli appassionati fanno parte di un mondo a cui non interessa che gli altri sappiano cosa indossano; comprano per piacere a se stessi e a nessun altro», un’osservazione che va di pari passo con la sua personale scala di valori. «Tutto ciò che è pesantemente logato è sopravvalutato, a meno che non si tratti di Louis Vuitton Multicolore Monogram o Monogram Denim di Marc Jacobs», afferma. «A mio parere, uccide l'outfit. Nessuno guarda la borsa o ciò che indossate; tutto ciò che vedono è il logo o il monogramma posizionato strategicamente sul vostro corpo». Non a caso, gli appassionati di borse vintage non si scandalizzano per un graffio o altri segni d’usura, anzi riconoscono nel difetto una sorta di valore aggiunto, come faceva Jane Birkin con la Hermés a cui ha dato il nome. TikTok lo chiama Birkinification, il mondo della moda d’archivio “vissuto”, con la differenza che il primo è un prodotto del ciclo dei trend social, il secondo una filosofia vestimentaria che celebra il riutilizzo. 

Nonostante la presa di coscienza che i brand hanno attuato negli ultimi anni in favore di una moda circolare rappresenti un segno di cambiamento positivo per tutti gli appassionati di sostenibilità e di vintage, molte maison di lusso hanno capitalizzato sul trend, rilasciando nuove iterazioni di borse d'archivio. Rivisitazioni o copiate che siano, per appassionati come Alejandro non conservano lo stesso peso culturale dell’originale, né tantomeno la qualità materiale. «Apprezzo che i brand attingano dagli archivi», commenta. «Ma i nuovi articoli sono prodotti in serie a un livello completamente diverso e i ricarichi non hanno senso». È raro che un’esperienza d’acquisto in boutique possa emozionare un fan della moda d’archivio come la sensazione di soddisfazione ed euforia che questi prova quando tiene per la prima volta tra le proprie mani una Mombasa originale, dopo svariate notti in bianco di ricerca. Flutes di champagne e poltroncine di velluto a parte, il piacere dell'attesa è più che comprensibile.  

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A differenza di qualsiasi trend nato sui social, il miglior modo per trovare la borsa d’archivio dei sogni è agire all’oscuro e fare un’offerta prima che l’articolo subisca sovrapprezzi sconfortanti. Alejandro consiglia di «rimanere generici» per trovare tesori nascosti. «Nella maggior parte dei casi, quando sono stati acquistati su marketplace P2P oppure in outlet, gli articoli non sono descritti o elencati correttamente», anche se a volte provare a digitare informazioni specifiche come il nome della collezione o la stagione della sfilata in cui è stato presentato potrebbe portare fortuna. Mombasa, Paddington e Birkin a parte, che per adesso sembrano aggiudicarsi il podio di maggior numero di ricerche online, Alejandro consiglia poi un paio di nomi che la gente tende a dimenticare. «Designer come Ungaro, Jean Paul Gaultier, Blumarine, Sonia Rykiel, Galliano, Cesare Paciotti e DSquared2 hanno realizzato borse pazzesche che si possono trovare in rivendita a prezzi incredibili». Per tutto il resto, vale la regola del «if you know, you know» e acqua in bocca.