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C’è un motivo se è sempre più difficile trovare lavoro

C’entrano i processi di selezione, più complicati di un tempo

C’è un motivo se è sempre più difficile trovare lavoro C’entrano i processi di selezione, più complicati di un tempo

Negli ultimi anni nelle aziende occidentali c’è stato un importante turnover di dipendenti e collaboratori, i cui effetti continuano a influenzare il mercato del lavoro odierno. In buona parte la causa deriva dall’esperienza della pandemia e dei lockdown, che hanno portato molte persone a rivedere alcuni aspetti della propria vita lavorativa. Oggi le società più ambite non sono necessariamente quelle che offrono stipendi più elevati, ma quelle che garantiscono più flessibilità e un adeguato work-life balance. Lo stesso settore delle human resources si sta adeguando a dinamiche che fino a qualche anno fa erano meno considerate. In generale, tra le aziende si è diffusa una maggiore attenzione alla qualità della vita dei dipendenti, così come una maggiore consapevolezza dell’importanza di investire nelle risorse umane. Tutto questo, però, ha reso anche più complessi e intricati i processi di selezione.

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Oggi inviare una candidatura a un'azienda richiede solitamente molto tempo e impegno rispetto ad alcuni anni fa. I colloqui si strutturano ormai quasi sempre in più step, fatti di incontri individuali e di gruppo, esercitazioni o video-presentazioni – utili anche a testare la disinvoltura del candidato nel parlare di fronte a una telecamera, in ottica di remote working. Inoltre, è piuttosto comune che venga richiesta una lettera di motivazione, o in alcuni casi persino una lettera di referenza da parte di passati datori di lavoro. Le cosiddette soft skills, poi, sono diventate ancor più richieste: le aziende sono maggiormente interessate di un tempo a valutare i candidati in base a competenze che non rientrano tra le abilità tecniche, ma che favoriscono l’inserimento e la crescita del candidato all’interno del gruppo di lavoro. Eppure valutare queste caratteristiche è più difficile, cosa che ha contribuito a rendere ancor più articolati i processi di selezione. Tutte queste nuove dinamiche, nel complesso, stanno cambiando dall’interno lo stesso mercato del lavoro, rendendolo di fatto più intricato.

Come si fa oggi a cercare lavoro

Sempre più spesso quando si effettua una candidatura per una certa posizione si viene rimandati sul sito della stessa azienda, dove è presente un modulo da compilare da cima a fondo, cosa che può richiedere anche molto tempo. Per le singole società, ma soprattutto per quelle più grandi, è preferibile questo metodo perché così possono disporre di un database dove consultare e confrontare più facilmente i diversi profili, anziché avere tanti curriculum diversi fra loro. Si è anche maggiormente diffusa la pratica di pubblicare offerte di lavoro al solo scopo di raccogliere più curriculum possibili, da cui attingere in futuro in caso di effettivo bisogno. È anche per questo che moltissime candidature non ottengono alcuna risposta. Certe figure estremamente tecniche, come ad esempio gli sviluppatori, inoltre, sono costantemente richieste, perciò le aziende tendono a mantenere sempre aperte le rispettive posizioni, anche se non le stanno realmente cercando. Ma è altrettanto vero che chi cerca lavoro oggi ha molti più strumenti a sua disposizione per comprendere – “da fuori” – il funzionamento di un’azienda, tanto più se è piccola. Da alcuni anni, non a caso, è diventato molto popolare Glassdoor, un sito che permette di valutare anonimamente le singole società e far sapere gli stipendi di chi ci lavora.

In molti Paesi del mondo, la piattaforma più usata per cercare lavoro resta Linkedin, la cui versione a pagamento – che tra le altre cose permette di mandare messaggi privati anche a profili con cui non si è già in contatto – è particolarmente utilizzata tra chi è determinato a cambiare lavoro. Ma Linkedin Premium è sfruttata parecchio anche dalle stesse aziende, che la usano per dare maggiore visibilità ai propri annunci di lavoro, o per contattare direttamente le figure ritenute più interessanti e proporre loro un colloquio – cosa che avviene molto più spesso di quanto si creda. È probabile, infine, che molte candidature non verrebbero effettuate se fosse reso pubblico, fin dall’annuncio, il compenso economico previsto, cosa che alleggerirebbe alle società il processo di selezione. È un principio, questo, che in alcuni Paesi è stato adottato con successo, mentre in altri – come l’Italia – è ancora poco diffuso, più che altro per barriere culturali. Nel 2023 l’Unione Europea ha però approvato una legge che prevede che entro il 2026 in tutti gli Stati membri si debba inserire negli annunci di lavoro il valore della retribuzione annua lorda.