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Perché Jacquemus ha scelto Casa Malaparte per il suo show?

Storia dell’iconico edificio “impossibile” a Capri

Perché Jacquemus ha scelto Casa Malaparte per il suo show? Storia dell’iconico edificio “impossibile” a Capri

Oggi, Jacquemus ha presentato la collezione FW24 in una location molto speciale ma poco associata all’idea di autunno-inverno: la Villa Malaparte di Capri. La location è assai in linea con l’estetica mediterranea esplorata senza fine da Simone Porte Jacquemus, e il suo impiego nello show di oggi è stato ampiamente amplificato per settimane dai social stessi del brand, attraverso diverse piattaforme. Se qualcuno conosce l’arte dei teaser, sicuramente quel qualcuno è Jacquemus. E la scelta di utilizzare Casa Malaparte, dimostrazione fisica che non sempre l’abusivismo edilizio produce degli eco-mostri, non è semplicemente qualcosa di panoramico ma rende anche omaggio alla storia del cinema e a quel tipo di estrema linearità che il designer provenzale colloca sempre così bene nei suoi scenari estivi, marittimi o campestri che siano. In effetti, casa Malaparte è una delle opere architettoniche più straordinarie e controverse del XX secolo. Situata sulla scogliera di Punta Massullo, a Capri, fu costruita tra il 1938 e il 1940 secondo le direttive dello scrittore Curzio Malaparte, il cui vero nome era Curt Erich Sucker. Malaparte, figura eccentrica e poliedrica, è noto per la sua vita piena di contraddizioni e per le sue posizioni politiche e religiose altalenanti.

Storia della Casa Malaparte

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L'amore di Malaparte per Capri risale al 1936, quando visitò l'isola per la prima volta ospite dell’amico Axel Munthe, il proprietario della famosa Villa San Michele. La bellezza selvaggia dell'isola lo colpì profondamente, tanto da decidere di stabilirvisi. Due anni dopo, nel 1938, acquistò un terreno su Punta Massullo per dodicimila lire, una somma significativa per l'epoca. La posizione era eccezionale, ma la costruzione di una villa in quel luogo richiedeva un’autorizzazione speciale a causa dei rigidi vincoli paesaggistici che proteggevano l'area. L'ottenimento della licenza edilizia fu reso possibile grazie all'amicizia di Malaparte con Galeazzo Ciano, allora Ministro degli Affari Esteri e genero di Benito Mussolini. Ciano, anch'egli innamorato di Capri e frequentatore abituale dell'isola con la moglie Edda, utilizzò la sua influenza per ottenere il permesso di costruzione per Malaparte. Questo atto di amicizia fu determinante per la realizzazione della villa, nonostante le opposizioni e i vincoli paesaggistici che normalmente avrebbero impedito la costruzione.

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La progettazione della villa fu un processo tormentato. Inizialmente, Malaparte coinvolse l'architetto Adalberto Libera, uno dei principali esponenti del razionalismo italiano. Tuttavia, la collaborazione tra i due si rivelò difficile a causa della personalità dominante e delle idee precise di Malaparte riguardo alla sua dimora. Si narra che l'idea originaria della casa sia stata concepita durante una cena, disegnata su tovaglioli in una villetta romana. Malaparte, insoddisfatto delle proposte di Libera, rielaborò il progetto, introducendo caratteristiche molto distintive. La costruzione fu affidata al capomastro Adolfo Amitrano e durò due anni. Casa Malaparte è un parallelepipedo minimalista dalle linee severe, con una scalinata monumentale di trentadue gradini che conduce a una terrazza panoramica. Il tetto, con il suo paravento curvilineo, richiama certi elementi razionalisti e modernisti, mentre il colore rosso pompeiano delle pareti esterne evoca gli interni delle ville romane di Pompei. Le finestre del grande salone sono progettate per offrire panorami diversi su ogni lato, creando un dialogo continuo tra l'interno e il paesaggio circostante. Gli interni della villa sono essenziali e quasi monastici, riflettendo il profondo senso religioso di Malaparte. La casa comprende un grande salone, uno studio, una camera da letto, un piccolo appartamento per gli ospiti, chiamato "ospizio", e la "favorita", la camera da letto della compagna del momento. I mobili furono disegnati dallo stesso Malaparte, che curò ogni dettaglio per assicurarsi che la casa rispecchiasse completamente la sua visione.

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Dopo la morte di Malaparte nel 1957, Casa Malaparte è rimasta una proprietà privata, appartenente agli eredi dello scrittore. La villa è diventata un simbolo di architettura moderna, capace di coniugare fascino, dramma, modernità razionalista, natura e poesia. Il testamento di Malaparte, che esprimeva il desiderio di trasformare la villa in una fondazione per ospitare artisti, ha dato origine a una lunga battaglia legale tra gli eredi. Alla fine, la proprietà è stata assegnata agli eredi, che hanno poi costituito la Fondazione Ronchi per gestirla. Attualmente, Casa Malaparte è una casa privata e non è aperta al pubblico, mantenendo il suo relativo mistero.  Nonostante la sua inaccessibilità, Casa Malaparte continua a vivere come capolavoro di architettura e simbolo di contaminazione artistica. È stata frequentata da personaggi illustri come Jean Cocteau, Alberto Moravia e Pablo Picasso, e rimane una fonte di ispirazione per designer contemporanei. Tra questi, Tommaso Rositani Suckert, discendente di Malaparte, ha riprodotto alcuni dei pezzi chiave che arredavano la villa, come un tavolo, una panca e una console, per la galleria Gagosian.

Casa Malaparte nel cinema e nella moda

Casa Malaparte, con le sue linee severe e il contesto naturale mozzafiato, ha affascinato il mondo del cinema e della moda. Una delle rappresentazioni più celebri della villa è nel film Le Mépris di Jean-Luc Godard, dove la scena iconica di Brigitte Bardot che prende il sole nuda sul tetto è diventata un’immagine cult. Questa scena è una delle preferite di Simon Porte Jacquemus, che ha dichiarato di essere stato ispirato proprio dalla bellezza e dalla modernità della visione di Godard nel creare il suo marchio. La casa è anche apparsa ne La Pelle di Liliana Cavani, che è un adattamento del libro dello stesso Malaparte. Ma Jacquemus non è stato il solo. Karl Lagerfeld, ad esempio, affascinato dalla sua architettura, fotografò la villa per un libro omonimo pubblicato da Steidl nel 1997. Negli anni, Casa Malaparte è diventata lo sfondo di diverse campagne pubblicitarie: nel 2014, è stata scelta per lo spot della fragranza UOMO di Ermenegildo Zegna, diretto da Jonas Åkerlund; nel 2018, è stata la scenografia della campagna primaverile di Saint Laurent con protagonista Kate Moss; nel 2019, Emma Stone è stata immortalata nella villa per la campagna del profumo Cœur Battant di Louis Vuitton.