Gucci sfilerà alla Triennale di Milano
Tenetevi pronti per il prossimo 17 giugno
04 Giugno 2024
Gucci ha annunciato oggi che presenterà la sua collezione maschile SS25 alla Triennale di Milano il prossimo 17 giugno. Come anche il Tate Modern che ha ospitato l’ultimo show del brand, anche la Triennale di Milano è considerata un faro dell'architettura modernista e dell'innovazione culturale. Il museo, fondato nel 1923, ha una storia ricca di esplorazione dell'intersezione tra arte, design e questioni sociali, rendendolo un palcoscenico ideale per mettere in mostra la visione di Sabato De Sarno per Gucci. «L'imponenza architettonica dell'edificio, emblematica di una certa epoca e estetica, è uno degli esempi più significativi di architettura pubblica della città, con il suo design modernista che riflette una ripensamento della funzione e dello spazio», ha dichiarato Gucci. Questa filosofia risuona con la visione del direttore creativo Sabato De Sarno, che sottolinea un dialogo costante con la realtà contemporanea.
Mentre continuano i lavori di ristrutturazione presso il Gucci Hub di Via Mecenate, la scelta di sfilare in Triennale da parte di De Sarno sottolinea l’impegno del brand a collocare la moda in un più ampio orizzonte artistico e soprattutto di mettere il brand in dialogo con i grandi del design del ‘900. La passione di De Sarno per il design va oltre le sfilate: lo store Gucci recentemente ristrutturato in Via Montenapoleone a Milano, inaugurato lo scorso dicembre, espone una selezione curata di opere d'arte moderne e contemporanee. Scelte dal curatore Truls Blaasmo, la collezione include pezzi di artisti rinomati come Lucio Fontana, Getulio Alviani, Liliana Moro e Franco Mazzucchelli, tra gli altri. Questa infusione artistica nel design del negozio rende omaggio al design del mobile italiano, con pezzi iconici come la poltrona "Utrecht" di Cassina di Gerrit Thomas Rietveld e il divano "Maralunga" di Vico Magistretti. L'allineamento della sfilata alla Triennale con la strategia culturale più ampia di Gucci è evidente essendo sia il museo milanese che la Tate Modern degli spazi non legati semplicemente all’arte classica ma alla forma più moderna di creatività e innovazione «dove emergono nuovi incontri attraverso la diversità, lo scambio e la libertà che l'arte, nella sua concezione più ampia, evoca nei suoi osservatori».