Quest'estate ci vestiremo di spine
Dalla musica alla moda, un gioco pericoloso
31 Maggio 2024
«Una corona di spine sarà il dress-code per la mia festa» canta Angelina Mango ne La Noia, brano con cui ha vinto l'ultimo festival di Sanremo. La popstar di Lagonegro ci ha visto lungo, poiché durante le ultime Fashion Week alcuni designer di moda, in modo chiaro o in maniera più implicita, si sono effettivamente ispirati alle spine. La fashion industry sembra essere da sempre affascinata da questo organismo pericoloso e controverso che è stato raccontato, nel sacro e nel profano, come elemento in cui coesistono protezione e pericolo, natura e magia. Anche Emma Chamberlain, presentatrice del Met Gala di quest’anno a tema “The Garden of Time”, ha scelto un abito di Jean-Paul Gaultier ispirato al corsetto di pizzo indossato da Suzanne Von Aichinger nella sfilata Couture, Morphing, del 2009. L’abito riproduceva rovi di rami e spine intrecciate che si “arrampicavano” sul corpo della creator restituendole quel senso di incontrollabilità e di oscurità della natura: un giardino gotico di rampicanti che ricorda le indistruttibili e stregate barriere di spine create da Malefica, nel live-action di Disney, per proteggere la brughiera dalle violenze dei mortali. Ma Chamberlain e Mango non sono le uniche ad aver citato le spine nelle loro ultime apparizioni artistiche.
Il duo italo-londinese del brand Jordanluca, per la SS24, attraverso stampe con rose, fili spinati e maxi gioielli che ricordano possenti rami pungenti, ha voluto ricreare un’atmosfera sensuale di pericolo. L’idea della spina in un certo senso è stata declinata nel punk, di cui Jordan Bowen e Luca Marchetto sono cultori contemporanei, sia con l’utilizzo delle borchie sia attraverso audaci acconciature disordinate tra cui spicca il tipico Mohawk, che ricorda una cresta di spine. A tal proposito, nella FW24 di JordanLuca presentata durante l’ultima Milan Fashion Week, a chiudere la sfilata è stato il designer Andres Kronthaler, marito di Vivienne Westwood - la stilista che, prima e più di tutti, ha fatto del punk uno stile di vita. Nella collezione in questione, Kronthaler e i modelli portavano pettinature irregolari e spinose su look formali da ufficio, scelta di styling che ritroviamo anche nella FW24 di Versace. Il simbolo delle spine ritorna ricamato su un lungo abito nero nella più recente collezione di Stefano Gallici per Ann Demeulemeester: segno emblematico ripescato dagli archivi che evoca lo spirito tetro e minimale del brand. Ancora Pierpaolo Piccioli per la sua ultima di Valentino intitolata Le Noir: nel creare un nuovo linguaggio del nero, il designer propone su abiti e gonne applicazioni che ricordano spine sottili. La stessa stagione, Antonio Marras dedica lo show alla sovrana sarda Eleonora d'Arborea inserendo su cappotti e cardigan lucenti aculei che ben si inseriscono nella radura medievale incantata che fa da sfondo allo show.
Altri designer hanno raccontato le spine in una versione meno esplicita, ma non per questo meno significativa. È il caso di Sunnei, che nella FW24 ha trovato un escamotage per rendere giocose le spine realizzando collane e borse su cui spuntano morbidi pungiglioni colorati - o meglio tentacoli. Glenn Martens da Diesel per la FW24 invece è riuscito a riprodurre un effetto spinoso sul denim, sfibrato e modellato. Nel passato della moda le spine si sono ripresentate, ma per quale ragione sono state spesso associate alla dimensione del sacro? La corona di spine, in modo particolare, fa parte dell’iconografia dell’arte cattolica ed è un’immagine che frequentemente ha ispirato artisti e designer. In questo senso è di fondamentale importanza il lavoro di Lee Alexander McQueen in collaborazione con il creatore e scultore di gioielli Shaun Leane. L’artista è autore di vere e proprie opere d’arte come il Coil Corset, nel 1999, fino alle corone di spine realizzate per l’inconfondibile collezione Dante del 1996 e per la controversa sfilata rinominata Golden Shower nel 1998, conclusasi con una pioggia torbida che bagnava e sporcava il candido abito di una modella incoronata di spine. McQueen probabilmente è stato affascinato dalla duplice natura di questa specie, rendendo le spine un simbolo di dissacrante perversione che ha identificato il suo stile fin dalla primissima collezione Jack the Ripper stalks its victims, nella quale, ispirato dalla storia dello squartatore e dalla cultura vittoriana, creò capi con stampe di filo spinato, tra cui un cappotto esposto ancora oggi al Met di New York. Nell’estetica di Riccardo Tisci, in particolare nella sfilata uomo FW10 per Givenchy, ritornano le sacre corone di spine abbinate a formali camicie bianche e nella FW16 di Undercover sotto forma di copricapi composti da foglie di alloro e rami intrecciati. Ancora oggi questo simbolo di sacrificio e regalità è oggetto di interesse da parte dell’arte e della musica: dall’emblematico e discusso videoclip Judas di Lady Gaga alla corona di spine di Tiffany indossata da Kendrick Lamar nella cover album di Mr.Morale & The Big Steppers, fino agli ultimi scatti di David LaChapelle che vedono il rapper Tedua nei panni di Gesù incoronato durante la Via Crucis.
Roberto Cavalli (FW2000), Daniel Roseberry da Schiaparelli (Couture 2024) e lo stesso Shaun Leane per McQueen (SS98) hanno interpretato il concetto di spina creando sculture metalliche sul retro degli abiti, per riprodurre fedelmente le ossa di una colonna vertebrale, forse a voler dire che siamo internamente “fatti di spine”. Il riferimento tra l’altro è legato anche all’immaginario erotico del BDSM: pensiamo ai frustini in pelle con manici fatti di sottili borchie appuntite portati insieme alle “Diana Bag” nella collezione di Gucci Aria del 2021 sotto la direzione creativa di Alessandro Michele, o ancora ai choker spinati e alle fetish mask fatte di chiodi affilati della FW19 della maison. Per tornare ad Angelina Mango, nell’ultimo videoclip del singolo “Melodrama” la cantante indossa un'armatura fatta di spine tridimensionali, presa direttamente dalla collezione SS24 del brand Annakiki, che nell’ultima sfilata ha proposto abiti e giacche crop ricoperti di spine a rilievo. Con così tanti look spinati, tra Fashion Week e videoclip, diventa chiaro che la fascinazione della moda per la natura più crudele continua a imperversare. Forse si tratta di un riferimento velato ai timori che attanagliano la mente dei designer in relazione al futuro, o semplicemente di un'immagine suggestiva che ci riporta indietro nel tempo.