Tutti i vincitori dello IED Avant Défilé 2023
Una prima edizione aperta alla città per celebrare i designer di domani
30 Giugno 2023
La moda dei designer di domani è scesa per la prima volta in piazza con IED Avant Défilé 2023 per raccontarsi in prima persona da un luogo iconico per la città di Milano, il Dazio di Levante, per due giorni “contenitore” di progetti degli alunni della scuola. Una prima edizione aperta alla città, in cui in più 800, tra professionisti del settore e aziende, docenti, studenti, giornalisti ma anche pubblico generalista. I partecipanti hanno votato il proprio progetto preferito, dopo aver esplorato le visioni dei giovani talenti nelle 13 stanze del Dazio, animate da altrettante collezioni di Fashion Design e Shoes and Accessories Design, per un totale di 17 designer protagonisti.
«La moda, in un modo o nell’altro, riguarda davvero tutti ed è stato davvero emozionante vedere la gente comune, turisti inclusi, incuriosirsi di fianco agli adetti ai lavori alla visione dei giovani designer IED in questo primo Avant Défilé aperto alla città. Il Dazio, edificio della storia di Milano così importante e imponente, ha vissuto e vibrato negli ultimi due giorni con racconti personali dotati di un proprio ritmo e una propria identità. Un contenitore simile a un cuore pulsante, organo vitale che accomuna tutti gli individui, con i progetti esposti simili ai battiti cardiaci degli esseri viventi. Del resto, come esprimeva già Fritz Lang nel suo capolavoro Metropolis, The mediator between the hands and the head must be the heart» - commenta Olivia Spinelli, Coordinatrice e Creative Director dell’area moda IED Milano, nonché curatrice dell’evento.
Cristian Bogliano si aggiudica il Premio della Stampa con la collezione sporstwear realizzata dal titolo Surrounded by Nobody, premiato da Walter D'Aprile e Francesco Abazia, rispettivamente CEO & Co-Founder e Head of Editorial Content di nss magazine. Il designer di Novara ha presentato una proposta che dà nuova vita al deadstock di capi sportivi – in collaborazione con le aziende MAEBA e TEXAL - proponendo outfit dedicati al lato meno visibile degli sportivi più che ai momenti di gara. Capi “secondari” - soprabiti, impermeabili, outfit per l’allenamento, il tempo libero, persino per i casi di infortunio - «a sottolineare quanto è nascosto nella vita degli sportivi, e che diversamente dalle divise di solito non sono venduti o distribuiti». Susy Zhang e Jieru Yang si sono meritate invece il Premio dei Professionisti, Designer e Aziende con la collezione Natural Rhapsody, premiate in un ideale passaggio di testimone da Marcello Pipitone, designer alumnus IED e neo vincitore del Fashion Trust di Camera Nazionale della Moda Italiana. Le diplomande di origini cinesi hanno convinto i votanti con eleganti capi in biopelle creata autonomamente, impiegando semi e polpa di avocado, tinture naturali (tè nero, eucalipto, lonicera) e un allume in grado di creare un effetto cristallizzato, per una collezione interamente sostenibile e biodegradabile: «immaginiamo un futuro distopico, un mondo, tra 150 anni, in cui gli unici elementi riconducibili alla natura sono proprio i capi».
Francesco Saverio Matera e Alessio Baldasseroni si aggiudicano il Premio del Pubblico con la collezione Materia: i designer, rispettivamente di Matera e Castiglione delle Stiviere (Mantova) hanno scommesso su una proposta (già pronta a diventare brand) che si adatta alle esigenze corporali di tutti, anche di chi è portatore di disabilità, con outfit dall'estetica genderless e funzionale: «la nostra proposta di valore è per una moda esistenzialista, adattiva, un prodotto figlio di un ripensamento della dimensione umana nelle sue connessioni con la spazialità e la corporalità». Ognuno dei 13 designer ha presentato una visione personale ed unica: tra tutti hanno catturato la nostra attenzione i capi fluo di Benedetta Bilato con la sua collezione ispirata al disgusto, un progetto indossabile e goliardico che gioca con pattern e texture, mentre Luna Ferrara, con una capsule celebrativa del palio di Siena e della tradizione artigiana che caratterizza la città, ha utilizzato pellami di scarto per creare vestiti unici nel loro genere.