Metti il ladro in passerella
Il burglarwear tra balaclava, maschere e privacy
20 Luglio 2022
Se provate a cercare burglarwear su TikTok o su Instagram, vi dovreste imbattere in una serie di immagini appartenenti all’ultima collezione firmata da Mowalola. Nello specifico, si tratta di scene che ritraggono modelli e modelle con le mani rivolte in alto o posizionate dietro alla schiena, come a simulare l’atto di un arresto. Perché mai legare - letteralmente parlando - i corpi imputati in silhouette (s)coperte da cut out, low rise, veli, balaclava e slegarle invece da tutto ciò che denota il genere? «Mi piace l'idea di usare i vestiti come armi, le scarpe, le spalle, persino i gomiti», ha dichiarato la designer Mowalola Ogunlesi a Vogue. Portare i ladri in passerella con tutto il loro armamentario (balaclava, maschere e tute più o meno aderenti), calandoli in una narrazione personale, può voler indicare la volontà di portare in scena un atto politico o, più semplicemente, provare a trovare dei legami con la contemporaneità. È innegabile, d’altra parte, che un vibe fetish possa sovrapporsi e integrare un immaginario sicuramente più articolato e complesso (vedi alla voce Diabolik).
Raf Simons, nel 2018, aveva già elevato il balaclava a qualcosa di non poi così disturbante: escamotage intrecciato a più fili, il passamontagna era un pretesto per parlare di sicurezza e protezione. Di lì a poco Alexander Wang e Gucci avrebbero seguito a ruota con la proposta del copricapo in maglia. Fino a quando, tra il 2021 e il 2022, il balaclava è diventato una sorta di serbatoio semantico ricolmo di questioni estetiche e sociali: se i modelli di Miu Miu riflettevano sul passaggio dalla lingerie allo skiwear, quello di Givenchy FW21 parlava già di sensualità. Non che con il 2022 le cose si siano semplificate: Y/Project l’ha proposto interrogandosi sulla grande eredità di Jean-Paul Gaultier e TikTok ne ha fatto un trend per la generazione Z, piegando il copricapo a un interessante esperimento vestimentario che ha trovato nella maglieria una sua dimensione espressiva. Rick Owens l'ha portato in passerella con la collezione FW22 - c’erano copricapo che funzionavano da lampade al fianco di maschere e sagome maschili - per riflettere su una forma di mascolinità primordiale. Scenario in parte condiviso con Alyx che, con già con la FW22, aveva coperto le silhouette maschili con balaclava insieme a strati di pantaloncini su pantaloncini in contrasto con le scollature iperfemminili. Da Loewe, invece, i confini sono stati più sfumati e il balaclava è stato uno dei tanti elementi alla base del divertente pamphlet scritto da Jonathan Anderson per la FW22.
Ma forse la questione tocca dei nervi scoperti molto più profondi, esaminati per esempio dal lavoro di Demna e dallo styling di Lotta Volkova. Privacy, culto della personalità, anonimato, sorveglianza: sono tutte questioni che stanno ridefinendo i concetti di intimità e di collettività. La collezione SS22 di Balenciaga aveva iniziato a flirtare con queste tematiche, mettendo a fuoco i dettagli di una macchina da entertainment in cui persino il fotografo Juergen Teller era stato catturato con lo smartphone intento a riprendere altri fotografi. Chi invade cosa? Le celebrities più in vista come Kim Kardashian o Kanye West hanno cominciato a (ri)vestirsi da capo a piedi, rimanendo comunque perfettamente riconoscibili. L’esigenza di coprirsi interamente il volto, appropriandosi dell’abbigliamento di un ladro o di un hacker, risponde forse alla volontà di rivedere il ruolo della celebrity: mettere in discussione le note pratiche connesse al culto della personalità - dagli scatti rubati in stile paparazzi Y2K alle folle di fan disposte a tutto pur di accaparrarsi una foto con il proprio idolo - per fornire un’alternativa alla narrativa della star onnipresente e sempre performante.
Narrativa che non ha risparmiato nemmeno la rappresentazione dell'immaginario comune, tanto che per lo show SS23 Demna ha lavorato sulla lettura delle uniformi lasciando il volto dei modelli interamente ricoperto da aderenti balaclava per esplorare le abitudini e i ruoli di newyorkesi alle prese con caffè, lavoro e impegni. Persino la Couture 2022 non si è astenuta dal giocare con look completamente rivestiti di neoprene e poliuretano, lasciando invece le celebrities libere da maschere coprenti. In un mondo che è andato a recuperare gran parte dell’immaginario Y2K - sovraesposizione mediatica, gossip e celebrity culture erano i piatti principali di un menu piuttosto variegato, che però non aveva previsto l’impatto dei social media - vestirsi da ladri è diventato un modo per dire che, forse, rubare del tempo può rivelarsi un vero e proprio atto di rivendicazione personale.