Lo streetwear può diventare più inclusivo?
Se ne è parlato nella sesta puntata della seconda stagione di The SneakerPod
19 Novembre 2021
Dalla sua esplosione a oggi, il mondo dello streetwear ha sempre avuto un'innegabile connotazione maschile. Dalla comunicazione alle collezioni, i brand hanno inteso i loro potenziali acquirenti unicamente come la fetta di uomini che ha popolato drop, lanci e raffle contribuendo a creare quello che è diventato un sistema chiuso, in cui l’idea di inclusività è sempre stata un miraggio. Solo negli ultimi anni, complice un progressivo allargamento degli orizzonti, alcuni brand hanno iniziato a parlare di collezioni genderless, mentre le release di molte sneaker sembrano essere ancora confinate ai sizing maschili tenuti ben distinti da quelli femminili.
Avevamo già avuto modo di parlare di questa disparità di genere nel mondo streetwear, evidenziando come anche all'interno dell'editoria il dislivello sia palese con una media del 73% per gli articoli sulle collezioni maschili contro il 27% su quelle femminili in una tendenza che vede il suo picco maggiore nel 2019, quando gli articoli MEN superano quelli WOMEN per 101 contro 39. In questo scenario sono le community a dover far le differenza, trasformandosi in hub virtuali in grado di creare e accudire movimenti dal basso, unire e sopratutto cambiare le cose come ha già fatto la moda. Lì, con orizzonti ben più ampi di quelli del mondo streetwear, idee e suggestioni si sono trasformate in contaminazioni in cui elementi provenienti da mondi differenti hanno creato qualcosa di nuovo, superando addirittura il concetto stesso di streetwear, ormai diventato un concetto quasi sorpassato nella sua accezione originale.
Ne abbiamo parlato con Elena Mottola, stylist e brand consultant, e con Giada Giacomazzo ed Elisa Scotti, founder della community In Her Kicks, nella sesta puntata della seconda stagione di The SneakerPod, il podcast di nss magazine prodotto in collaborazione con StockX.