Il ritorno alla natura dei brand di moda nella stagione SS22
Dopo l'estetica soft dei resort, i brand tornano a sognare spiagge selvagge e incontaminate
28 Giugno 2021
Dopo Prada, che ha concluso il suo più recente show sulle spiagge della Sardegna, anche 1017 Alyx 9SM e Matthew Williams, nell'atto finale della Paris Fashion Week, ha spostato lo sguardo sul Mediterraneo. I 41 look della collezione SS22 del brand nato a New York e poi trasferitosi fra l'Italia e la Francia, insieme al suo founder, sono stati mostrati agli spettatori sullo sfondo della spiaggia di Stromboli, in Sicilia. La location è abbastanza insolita per il brand, che ci aveva abituati finora a location decisamente industriali e cementizie, per così dire, ma il cambiamento è più che benvenuto considerata la stagione e, soprattutto, la maniera in cui le nere spiagge vulcaniche delle Eolie incorniciano una collezione composta di design monocromatici, che raffinano ulteriormente il linguaggio di design insieme minimale, aggressivo ed Helmut Lang-esco di Williams. Rimane comunque degna di nota la maniera in cui il Mediterraneo è dipinto: non più come meta di resort nostalgica o simbolo di una vita semplice e opulenta, ma come specchio di una natura incontaminata e "brutalista" in cui immergersi e con cui tornare in contatto.
Mari brutalisti
Dopo anni di carri dipinti, piazze di paese coi vecchi che giocano a carte, gerani e donne procaci in abiti neri a pois bianchi, la Sicilia di Williams, che è anche riuscito a tingere della sua estetica i fichi d'india, è quasi refreshing e dimostra che l'estetica mediterranea rimane ancora attraente per la moda anche se il suo principale portavoce, Jacquemus, quest'estate ha scelto di ambientare la sua collezione in montagna. Fra le recenti collezioni che hanno avuto il Mediterraneo come sfondo, c'è stato, oltre a Prada, anche l'ultimo show del "capitolo veneziano" di Rick Owens, svoltasi sulla spiaggia del Lido; la capsule co-firmata da Lacoste e Julien Boudet e anche il lookbook della collezione SS22 di Loewe. Se qualcosa si può notare, rispetto alle collezioni "mediterranee" dello scorso anno è forse un'evoluzione del linguaggio visivo di quest'estetica: se un brand come Jacquemus negli anni scorsi aveva ricamato su una fresh take della classica iconografia marittimo-estiva, i designer di questa stagione si sono rivolti per i propri show da un lato a una lettura quasi brutalistica della natura incontaminata delle località di mare.
Effettivamente, Williams ha parlato alla stampa di "forza tellurica" e gli "elementi" dell'isola, la sua fauna e la sua flora che, in certi casi, ricordano quasi l'Islanda scelta da Saint Laurent per la sua collezione femminile di qualche mese fa. Il video della collezione di Williams sembra girato con una pellicola 16mm da vecchio filmino di famiglia, ha una qualità surreale, ipersatura, vagamente fantascientifica, persino fra i fichi d'India, e vuole in effetti raccontare una natura impervia, ma anche monumentale, quasi titanica. Si tratta di una nuova "crudezza" della più soffice estetica mediterranea esplorata l'anno scorso da Chanel e Jacquemus, ma anche negli anni passati dalle campagne di The Attico, Bottega Veneta e Jil Sander. Non si cerca più una mediazione con la natura: ci si vuole tuffare in essa tutti interi, senza il filtro di commodities o civiltà, con tutto il realismo possibile. Se la prima wave dell'estetica mediterranea scommetteva sulle dimensioni dell'esperienza e indicava i nuovi beni di lusso nei concetti elementari ma infiniti di spazio e tempo – l'apparizione di quest'estetica nel 2021 è andata ancora più a fondo, scoprendo il mare come immersione in una natura scoscesa e spogliata dai significanti del lusso ma anche irresistibilmente down-to-earth e realistica.