''Lo streetwear non è nulla di speciale'': intervista a Hiroshi Fujiwara
Il founder di Fragment Design torna a collaborare con Moncler
05 Luglio 2021
Nel panorama della moda mondiale ci sono figure la cui influenza persiste nel tempo, grazie alla loro visione unica, al modo di interpretare estetiche e trend che annulla distanze e differenze culturali, portando nel futuro ossessioni del passato. Dagli anni Settanta ad oggi, attraverso tutte le sue multiformi creazioni, Hiroshi Fujiwara ha cambiato le regole e la storia della moda, rendendo lo streetwear un fenomeno globale, portando la street culture giapponese in tutto il mondo, introducendo un nuovo modo di immaginare il retail fisico, una lunghissima lista di risultati, successi e intuizioni che hanno contribuito a formare la moda per come la conosciamo oggi.
Fujiwara è stato il primo a intuire le enormi potenzialità insite in una semplice collaborazione, come quella che da tre anni lo lega a Moncler e al progetto Moncler Genius, l'hub creativo inaugurato nel 2018 in cui designer e creativi da tutto il mondo interpretano il DNA del brand secondo la propria visione. La collezione 7 MONCLER FRGMT HIROSHI FUJIWARA unisce design funzionale e slogan enigmatici all'esperienza tecnica del brand, dando forma ad item apparentemente minimal, che nascondono però piccoli dettagli. WORLD OF MONCLER, lo slogan scelto per questa stagione e protagonista sul retro delle giacche disegnate da Fujiwara, rappresenta il massimo incontro tra l'estetica del designer giapponese e il linguaggio di Moncler.
Di sottoculture, collaborazioni e streetwear Hiroshi Fujiwara ha parlato in questa intervista esclusiva a nss magazine.
#1 Moncler Genius è una celebrazione dell'arte della collaborazione: cosa significa dare vita ad una collaborazione significativa in un ecosistema così saturo?
Il segreto del successo di una collaborazione è rispettare le differenze tra i vari brand coinvolti, partendo da qui si possono trovare nuovi mondi da esplorare.
#2 Quali sono i riferimenti e le ispirazioni dietro questa collezione?
Sono partito dalle mie passate collezioni insieme a Moncler, rendendo questa capsule una sorta di contenitore delle migliori creazioni nate dall'unione con Moncler, un rapporto che va avanti da tre anni, da cui sono partito da ciò che avevo amato di più, innovandolo.
#3 Il tuo gusto - e lo streetwear in generale - hanno preso forma dalle sottoculture degli anni '90 a Tokyo: perché pensi ci sia stata un'esplosione di creatività in quegli anni?
Il punto più alto della street culture di Tokyo si registrò all'inizio degli anni 70, non nei 90. Il mio gusto si è formato in quegli anni, con la cultura punk, e da lì e per tutti gli anni 80 ho iniziato a creare nuove cose. Negli anni 90 designer come NIGO o UNDERCOVER diventarono il simbolo della street culture di Tokyo. Fino agli anni 80, la street culture era una delle più rappresentative dello spirito dell'epoca, ma dopo gli anni 90 ha iniziato ad essere distrutta, ed oggi è andata persa, rimanendo solo in alcuni trend, ma non c'è più nessuna cultura.
#4 Lei è stato uno dei primi designer a sperimentare con collaborazioni al di fuori del mondo della moda. Pensa che la cross-settorialità guiderà le prossime collaborazioni dei brand di moda?
Non penso. La collaborazione è il passo finale di un percorso a cui un brand arriva solo se ha un'identità forte, se è unico e originale. Moncler è così, aveva già un forte DNA e ha lanciato Moncler Genius, un hub creativo, per sviluppare ulteriormente un'identità già forte. E soprattutto l'ha fatto nel 2018, un momento in cui il mercato era diverso.
#5 Che cosa pensa del mercato degli NFT e dell'effetto che stanno avendo sul mondo dell'arte? Pensa che sarà l'inizio di un cambiamento più grande?
Gli NFT sono interessanti e non vedo l'ora di scoprire quale nuova tecnologia o invenzione entrerà a far parte del mondo dell'arte.
#6 Il futuro dello streetwear - come cultura più che come definizione - è uno degli argomenti più discussi dell'industria. Lei cosa ne pensa?
Per me lo streetwear non è nulla di speciale, quindi non mi interessa se cambierà in futuro. Oltre a questo, non vedo l'ora di scoprire quale nuova corrente artistica o sottocultura prenderà il sopravvento.