Breve vocabolario della sostenibilità
I termini e le definizioni da conoscere per comprendere davvero la 'moda sostenibile'
22 Aprile 2021
Da almeno due anni a questa parte, sostenibilità è la parola più ripetuta e abusata dell'industria della moda, una buzzword, una sorta di etichetta da applicare al proprio business per testimoniare di essere al passo coi tempi, green ed etici. Ovviamente non basta dire di essere sostenibili per esserlo davvero, così come non basta usare termini come 'upcycled' o 'rigenerato' per provare la propria anima green.
In occasione dell'Earth Day 2021, nss magazine ha stilato un breve vocabolario dei termini più usati e ripetuti in ambito sostenibilità, da brand, media e consumatori, cercando di capire meglio di cosa parliamo quando parliamo di moda sostenibile.
Tracciabilità
Insieme al sinonimo 'trasparenza', è questo il punto su cui brand e grandi maison devono concentrarsi per fornire al consumatore finale tutte le informazioni di cui ha bisogno prima di effettuare un acquisto. Con questa definizione si indica tutta la filiera produttiva che ha portato alla creazione del prodotto, le materie prime utilizzate, i tessuti, le componenti che formano l'item, i diversi stabilimenti in cui è stato prodotto, il trasporto verso gli store e la spedizione verso i clienti. Un prodotto si può dire davvero tracciato se è possibile ricostruire l'intero ciclo che ha portato alla sua messa in commercio. È in particolar modo su questo punto che i grandi brand del settore fast fashion fanno fatica ad essere trasparenti.
Circolare
L'aggettivo rientra senza dubbio nella top 3 delle parole più pronunciate dal mondo della moda nell'ambito della sostenibilità. Come in molti altri casi che vedremo più avanti si tratta di una definzione enorme e molto ampia, che comprende pratiche generali e sistematiche. Un prodotto può dirsi circolare quando è nato per essere riciclato. La circolarità prende in considerazione l'intero ciclo di vita di un prodotto, dal modo in cui è creato e prodotto a quello in cui è distribuito e stoccato, ma tiene in considerazione anche il design di un prodotto, non legato a trend passeggeri e alle logiche stagionali della moda, e che fa uso di tessuti di qualità che resistano nel tempo.
Greenwashing
Con la diffusione capillare del tema della sostenibilità, si sono moltiplicate le iniziative e le campagne di brand che hanno cercato di cavalcare questa onda green. Si tratta di un neologismo composto dai termini green (ecologico) e whitewash (insabbiare, nascondere), che indica tutte quelle trovate pubblicitarie, operazioni di marketing e campagne che vogliono presentare il brand come eco-friendly, non chiarendo però in che modo il brand sia davvero sostenibile o quali azioni stia implementando per diventarlo.
Organico (cotone)
Si tratta ancora una volta di una definizione molto ampia che varia secondo le regolamentazioni dei vari paesi, ma che sostanzialmente si riferisce ai materiali utilizzati e al modo in cui sono stati coltivati. Più in generale, significa che nella coltivazione di un determinato materiale non sono stati impiegati pesticidi, fertilizzanti chimici, OGM, o altri agenti chimici. La coltura è dunque naturale. Il cotone organico, però, ha comunque un impatto ambientale, soprattutto in termini di emissioni di gas, uso di acqua e inquinamento delle acque, e non è quindi la risposta più completa alle richieste di una moda davvero green.
Recycled & Upcycled
Anche se questi due termini sono spesso utilizzati come sinonimi, c'è una sottile differenza tra i due. 'Recycling' fa riferimento ad un processo industriale attraverso il quale un prodotto viene scomposto nelle varie parti che lo compongono, riportandolo ai materiali base che lo costituiscono, che verranno riutilizzati per produrre qualcosa di nuovo. 'Upcycling', invece, ha a che fare con il reimmaginare la funzione di un oggetto, modificandolo, senza distruggerlo, per impiegarlo in un modo diverso.
Etico
Questo aggettivo viene spesso usato come sinonimo di sostenibile, ma come scriveva anche nss magazine qualche tempo fa, i due termini indicano ambiti molto diversi, spesso accomunati a sproposito. L'aggettivo etico ha uno spettro molto più ampio perché, oltre ad indicare l'intera filiera produttiva di un brand, e quindi l'impatto ambientale nel luogo il cui l'azienda opera, indica soprattutto le condizioni dei lavoratori impiegati da quel marchio. Un ambiente di lavoro etico tiene conto dei salari, delle condizioni di lavoro, della sicurezza delle persone impiegate. È dunque un parametro molto difficile da misurare e da provare, soprattutto se manca quella tracciabilità che fornisce chiarezza e trasparenza su tutte le fasi produttive di un’azienda.
Biodegradabile
L'aggettivo indica prodotti o materiali in grado di deteriorarsi naturalmente senza avere effetti negativi sull'ambiente. Si tratta di stoffe e tessuti che si dissolvono negli agenti chimici che li compongono in condizioni ambientali naturali, grazie all'azione di agenti biologici come batteri, piante, animali, sole e acqua. Degradandosi, i materiali si trasformano in nutrienti per il terreno, diossidio di carbonio, acqua e biomessa. Nell'ambito della moda, stiamo parlando di capi costituiti da materiali non sintetici o che non contengono agenti chimici, come cotone organico, seta o canapa.
Carbon-Neutral
Un altro macrotema, un altro obiettivo enorme da raggiungere, sia per l'industria della moda che per qualsiasi altro settore produttivo del mondo. Diventare carbon-neutral significa eliminare tutte le emissioni di carbonio (diossido di carbonio, metano, ossido di azoto) che vengono disperse nel corso della filiera produttiva. Brand e aziende dovrebbe dunque tenere traccia di tutte le emissioni disperse durante tutta la supply chain, un'operazione complicata e spesso poco trasparente, tanto che sono molti le realtà che per ovviare al problema, decidono di piantare distese di alberi e intere foreste, per compensare almeno in parte le loro emissioni.
Rigenerato / Rigenerativo
Sembra essere questa la nuova buzzword preferita dell'industria della moda, usata soprattutto in riferimento ad un particolare tipo di agricoltura, strettamente legata al naturale ritmo della natura. L'obiettivo di questa pratica è valorizzare e amplificare la biodiversità di un territorio, non alterandolo o stravolgendolo con culture o pratiche lontane dalla tradizione del luogo. Si tratta di un modello di slow-fashion, che sacrifica i volumi di produzione e il ritmo di lavoro per seguire il naturale corso della natura.