“Riduci, Riusa, Ricicla”: come nasce una collezione sostenibile di Tommy Jeans
Fa il suo debutto il 100% Recycled Denim
18 Novembre 2020
Il giro d’affari del mercato del denim ammonta a oltre 70 miliardi di dollari l’anno con un tasso di crescita annua del 2% - un’industria enorme, tanto per i guadagni quanto per l’impatto sull’ambiente. Le fabbriche di denim sono uno dei settori più inquinanti dell’industria della modo. La loro è così intensiva nell’impiego di risorse idriche, chimiche ed energetiche che per produrre un solo paio di jeans, ad esempio, servono 9500 litri d’acqua e ben 15 diverse vasche di tintura - che vengono poi spesso smaltite nei locali corsi d’acqua. La capitale cinese del denim, Xintang, da cui proviene un terzo di tutti i jeans prodotti al mondo, è diventata uno dei più allarmanti esempi delle conseguenze di un inquinamento indiscriminato: le acque dei fiumi sono diventate blu o anche nere a causa delle tinture chimiche e della candeggina; il terreno ha concentrazioni di piombo, rame e cadmio proibitive e la salute di centinaia di migliaia di lavoratori è messa alla prova da condizioni assai precarie.
Tommy Jeans e la sua mother-company, PVH, hanno iniziato a lavorare ai propri obiettivi sostenibili quando si sono resi conto dell’impatto che la sola produzione dei jeans aveva sull’ambiente: PVH produce infatti 15 milioni di paia di jeans l’anno, usando centomila milioni di litri d’acqua (più del doppio del consumo d’acqua di una città come Amsterdam) e con emissioni di gas serra equivalenti a 330 milioni di chili di anidride carbonica annuali.
In una società in cui l’83% dei giovani consumatori scelgono di acquistare un brand anche in base alla sostenibilità delle sue policies, Tommy Jeans ha voluto sforzarsi di creare un prodotto che sia insieme pienamente circolare nel suo riutilizzo dei materiali e attento a non alterare l’equilibrio ambientale con le proprie pratiche. Il denim prodotto dal brand è infatti cotone riciclato al 100% e recuperato dai materiali di scarto delle fabbriche: gli scarti vengono puliti, ridotti in fibre di cotone e poi filati; questi filati vengono tinti di nuovo e utilizzati per i rigid styles o uniti a fibre di elastina riciclata per gli stretch styles; le singole parti del denim vengono poi assemblate usando fili di polietilene recuperato da bottiglie di plastica e mentre le finiture impiegano tecniche low-impact che riducono sostanzialmente le risorse idriche ed energetiche normalmente impiegate.
Il risultato di questi processi è la collezione FW20 di Tommy Jeans, la prima nel suo genere a essere prodotta a partire da materiali completamente riciclati. Per sottolineare come le sue good practices riguardino anche le comunità vicine al brand e non solo le politiche ambientali, il brand ha creato una campagna con protagonisti un eclettico mix di creativi tra musicisti, modelle, DJ e ballerini composto da Sheani Gist, Havana Liu, Lucia Luciano, Wooseok Lee, Ohkemo, Salem Mitchell, G Meyer e Carlie Hanson che ha portato il proprio personale punto di vista creativo nella realizzazione del video making of della campagna. Inoltre la collezione presenta per la prima volta la Critter Print – un nuovo pattern a ricamo ispirato alla firma del founder del brand.