Le vendite di Burberry sono crollate del 48%
Lo stop del settore turistico ha causato enormi perdite al brand diretto da Riccardo Tisci
15 Luglio 2020
Mentre l’estate avanza e il settore del luxury comincia a sbloccarsi, i grandi brand e gruppi industriali iniziano a tirare i bilanci del primo trimestre dell’anno, segnato pesantemente dalle conseguenze commerciali dei tre mesi di lockdown. In particolare:
- I grandi retailer del lusso hanno subito perdite ingenti: Nordstrom ha perso 521 milioni di dollari, Macy’s 630 milioni mentre Harrods ha tagliato 700 posti di lavoro.
- Le vendite di Nike e adidas sono calate rispettivamente del 38% e del 19%, Kering e LVMH hanno avuto cali del 15% circa nelle proprie vendite, mentre il gruppo Capri Holdings ha perso 551 milioni di dollari in revenue.
- La filiera tessile della Toscana ha registrato un calo del 40% degli ordini da parte dei fashion brand
Anche Burberry ha di recente reso pubblici i risultati del suo report finanziario per il primo trimestre fiscale del 2020 conclusosi lo scorso 27 giugno. Secondo il documento, le vendite sono crollate del 48% con un danno monetario quantificato in 257 milioni di sterline. Le previsioni per il trimestre in corso sono ugualmente poco rosee: gli analisti del brand prevedono infatti che le vendite rimarranno «materialmente influenzate» dall’emergenza coronavirus, sia dal punto di vista del turismo che da quello delle misure governative.
La prima misura di emergenza adottata dal brand sarà un forte taglio dei costi negli uffici e nei negozi del Regno Unito con un recupero finanziario previsto di 35 milioni di sterline. Questi tagli sono un’espansione del piano, già annunciato da Burberry all’inizio di luglio, di riorganizzare i team di product developement e merchandising. Inoltre, l’organico del brand a livello globale sarà tagliato del 5%, cioè circa 500 ruoli sia sul piano retail che su quello amministrativo – anche se la COO di Burberry, Julie Brown, ha sottolineato che i tagli nella manifattura e nel settore retail non avverranno nel Regno Unito.
Nella situazione attuale, sul piano mensile, il calo delle vendite di Giugno è stato del 20% con segnali di ripresa in Cina e Corea nel settore pelletteria. Le vendite retail del secondo trimestre dovrebbero ancora soffrire di un calo fra il 15% e il 20%. Ma delle previsioni più chiare dovrebbero esserci quando la gestione dell’emergenza a livello nazionale avrà stabilito un corso più chiaro:
«La seconda metà dell’anno e in generale il corso della pandemia da ora in avanti dipenderà dalle azioni del governo nel controllo della diffusione del virus mentre le economie ripartono. Questo include la loro risposta a eventuali seconde ondate virali, la distribuzione delle riaperture, l’allentamento delle restrizioni di viaggio e la corrente consumer response».